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Porta Ovest, i dubbi sui materiali: «Questi hanno fatto il babà»

Andrea Pellegrino
Sono preoccupati negli uffici dell’Autorità Portuale di Salerno per la visita della Corte dei Conti Europea al cantiere di Porta Ovest. In ballo c’era (e c’è) il finanziamento concesso dall’Unione per la realizzazione dell’opera. Una visita che giunge nel periodo dei provvedimenti giudiziari e del conseguente sequestro dell’opera. Annunziata, nei giorni successivi al sequestro, riferisce al Rup Micillo che la rassegna stampa è sulla scrivania del ministro Delrio ed è arrivata anche a Bruxelles. L’allora presidente è preoccupato e consiglia di fare “dieci righe” ed addossare le colpe alla Tecnis, che “se ha sbagliato, pagherà”. L’inchiesta su Porta Ovest, che si avvia verso il processo, descrive dettagliatamente quanto accaduto nei giorni precedenti e successivi al sequestro dell’opera da parte della Procura della Repubblica di Salerno. Dalle carte emergono le preoccupazioni della Società Autostrade Meridionali per le lesioni riscontrati sul Viadotto Oliviero ma anche – scrivono gli inquirenti – «le macroscopiche anomalie nella gestione dei lavori relative al cantiere di Salerno Porta Ovest», che sostanzialmente avrebbero portato anche ad un crollo nella notte tra il 3 e il 4 dicembre del 2015 all’interno della costruendo galleria che sono per «fatalità non ha arrecato danni a cose e a persone». Ed il Rup Micillo, secondo gli investigatori, sapeva. E nonostante ciò: «Non vi è traccia di eventuali provvedimenti adottati sia nei confronti della ditta aggiudicataria dell’appalto quanto nei confronti della direzione dei lavori». Tutto questo, ancora, nono- stante: «Il crollo del Viadotto Scorciavacche (Agrigento), realiz- zato dalla Tecnis». Dalle intercettazioni le conferme dei sospetti degli inquirenti. In una telefonata tra Ludovico Amoretti (direzione dei lavori) ed uno degli ispettori di cantiere (Nicola Forlano) si contesta il lavoro di una delle ditte appaltatrici: «Lavorano sempre di notte, così nessuno li controlla». Quanto ai dettagli tecnici, l’ispettore riferisce: «Ho notato che lo spritz (cemento spruzzato) era fresco e mi sono detto “questi hanno fatto il babà” perché lo spritz si fa prima di iniettare e non dopo». Ma non solo. Diverse sono le circo- stanze in cui la direzione dei lavori lamenta interventi in galleria in difformità rispetto al progetto esecutivo. Uno degli ispettori informa Amoretti che la calotta della galleria ha uno spessore più piccolo della metà rispetto a quello progettato: «C’è un problema alla calotta a Ligea Nord. Sono andato a fare un controllo, stavano a 35 centimetri su 70».