Piazza della Libertà, Bonavitacola e le "pressioni" per i pagamenti. Il no di Salsano - Le Cronache
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Piazza della Libertà, Bonavitacola e le “pressioni” per i pagamenti. Il no di Salsano

Piazza della Libertà, Bonavitacola e le “pressioni” per i pagamenti. Il no di Salsano

di Andrea Pellegrino

Nell’inchiesta è uno dei nomi più frequenti. Il ruolo fondamentale di Fulvio Bonavitacola nella vita amministrativa del Comune di Salerno è certificato dalle intercettazioni telefoniche.
L’ex deputato, oggi vicegovernatore della Campania ed in odore di candidatura a sindaco a Salerno, ha rapporti frequenti con gli Esposito della Esa, al punto da perorare insistentemente le loro “cause” a Palazzo di Città. Ma Bonavitacola è anche l’uomo da votare alle primarie parlamentarie del 2012, anche al costo di imbucare schede false nell’urna del seggio democrat di Nocera Inferiore, così come raccontato nei giorni scorsi su queste colonne. Riceve più volte gli Esposito, tranquillizza Enrico ed Armando, anche nei momenti più complicati, e convoca anche Antonio Iannello per comunicargli “alcune cose”. La Procura scrive di “singolari” partecipazioni dell’ex deputato del Pd a riunioni operative su Piazza della Libertà al Comune di Salerno.
A confermare la sua presenza alcune telefonate intercettate dai finanzieri nel corso dell’indagine. Sergio Delle Femine parla con Enrico Esposito e dice: «Siamo andati sul Comune stamattina, ci siamo fatti un giro da Adolfo, a vuoto, un giro da Ragusa, non hanno fatto niente ancora perché stanno inguaiati. Dobbiamo fare una programmazione, dobbiamo vedere un momento, stanno inguaiati, però dobbiamo programmare il futuro, dobbiamo vedere, abbiamo detto a Ragusa “vediamo di mettere a posto queste carte”, un po’ di solleciti. L’aspetto più drammatico sono i soldi, perché le carte le mettiamo a posto, si vabbè e poi? Facciamo le carte e poi? Quello che ho detto pure a Ragusa, a Fulvio Bonavitacola che si è interessato della vicenda, il programma dobbiamo capire, noi ora stiamo lavorando affinché parta la cosa con le riserve, parte l’avventura. Abbiamo fatto tutto e poi? Cioè non sono (i dirigenti comunali) più nelle condizioni a raschiare nel barile prendi 200- 300, cioè questa forza qua non ce l’hanno più come prima».
Enrico Esposito, in sostanza, nel confermare la partecipazione di Bonavitacola ad una trattativa così importante per il futuro dei lavori in questione e nell’anticipare la formulazione, da parte di gruppo Esa, di “riserve” atte ad evitare il sostenimento dei costi relativi all’opera di risanamento, chiarisce di aver richiesto di risolvere il “nodo” legato al pagamento degli “arretrati” e di “programmare” quelli futuri.
Altra conversazione è quella tra Delle Femine e Ragusa. In essa si fa riferimento a una riunione tesa a predisporre l’istruttoria propedeutica al concepimento di una “perizia di variante” per “l’intervento A” di Piazza della Libertà sulla quale sarebbe il caso di eseguire opportuni approfondimenti, «soprattutto alla luce dei diversi incontri  tra gli Esposito e Ragusa e Bonavitacola».
Ma ancora Bonavitacola è protagonista di una discussione con Adolfo Salsano. Il “confronto” sarebbe scaturito dal diniego espresso da Salsano ad effettuare un pagamento in favore degli Esposito nella misura indicata da Bonavitacola e senza il consenso del sindaco.
La diatriba, stando a quanto racconta Salsano, sarebbe avvenuta alla presenza di Enrico Esposito: «Ieri è successa una mezza… quando mi sono chiuso con Fulvio Bonavitacola, ho avuto una discussione, mi sono preso un po’ con Fulvio (…) fece una mezza cosa… Allora lui disse “Adò, niente nei confronti tuoi, però…”, io dissi “stammi a sentire qualsiasi cosa io faccia, io passo sempre…con De Luca giù, io vado a concordare”. Lui forse se l’è presa perché pensò “è una mancanza di rispetto nei miei confronti”. Io ho detto “no, non è stata una mancanza di rispetto, perché quello mi chiama e infatti mi ha chiamato e ha voluto sapere le cose”, “eh, ti ha chiamato!”, “Fulvio, mi ha chiamato” quello veramente non ci crede, cioè quello, la mattina come viene così mi chiama, che devo fare? (…) no, ma Esposito tornò indietro e disse “Adò, ci sono rimasto male pure perché vidi che…”, e io ho detto “No ma scusate, voi avete detto che quello lo ha mandato il sindaco”. Io devo essere sincero, per me non cambia niente, tanto è vero che il sindaco mi ha detto “non è possibile un importo grosso, ma di meno”, lui capisce pure la cosa “vuoi vedere che vanno a pensare che perché sono io, voglio fare soltanto un piacere”, io l’ho detto perché il sindaco vuoi sapere ogni mattina quali sono i mandati grossi che vanno in banca, poi naturalmente questo di piazza della libertà»