Per Italia Nostra e No Crescent nomina inopportuna: «Pericolo inquinamento probatorio» - Le Cronache
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Per Italia Nostra e No Crescent nomina inopportuna: «Pericolo inquinamento probatorio»

«Proprio alle infrastrutture? E’ inopportuno». Il Comitato No Crescent ed Italia Nostra ora temono per il prosieguo delle indagini sul Comparto di Santa Teresa (Crescent e Piazza della Libertà). Così ieri mattina è stato presentato in Procura la richiesta di sequestro degli atti sul demanio presso il ministero della Infrastrutture». «C’è un pericolo di inquinamento probatorio», sostengono No Crescent e Italia Nostra che proseguono la loro battaglia contro la costruzione della mezza luna a Santa Teresa. «Nomina (quella di viceministro alle Infrastrutture, ndr) che appare inopportuna se pensiamo al Crescent, alla deviazione del torrente Fusandola, soggetto a vincolo ambientale, paesaggistico e idrogeologico. Inopportuna se pensiamo all’opera pubblica di piazza della Libertà, alla relativa gara, all’aggiudicazione, alla interdittiva antimafia della ditta aggiudicataria, alle polizze fideiussorie di società rumena indagata dalla Dia», spiegano dall’associazione e dal comitato. Ed ancora: «Uno specifico filone di indagine riguarda proprio la sdemanializzazione delle aree di Santa Teresa, dove sorgerà l’ecomostro Crescent. Solo pochi giorni fa il Comitato No Crescent e Italia Nostra hanno depositato un corposo dossier di 120 pagine sulle controverse procedure demaniali venute alla luce nel corso delle verificazioni disposte dal Consiglio di Stato, con l’accento posto sulle ampie superfici di oltre dieci mila metri quadrati non sdemanializzate, delle quali oltre mille metri quadri costituenti l’alveo del torrente Fusandola». La Procura, com’è noto, ha già aperto un fascicolo penale sul discusso intervento urbanistico, abuso d’ufficio in concorso e falso ideologico i reati contestati al sindaco, all’ex Soprintendente Zampino, a diversi dirigenti comunali investiti dell’iter burocratico ed a un funzionario dell’Agenzia del Demanio. «Il Dicastero delle Infrastrutture – dicono ancora – comprende, tra le altre competenze, quelle sul demanio marittimo, pertanto il primo cittadino, nella sua duplice veste, si occuperà di una sdemanializzazione, da un lato, ancora non completata e, dall’altro, di mancati pagamenti allo Stato per le aree finora sdemanializzate.A tal proposito il comitato No Crescent e Italia Nostra hanno chiesto alla Procura di valutare se l’esercizio di tali funzioni non incida sulle prove acquisite e da acquisirsi nel fascicolo penale. Emerge una incompatibilità delle funzioni di viceministro delle infrastrutture con quelle di primo cittadino. Il comitato e Italia Nostra hanno presentato istanza di sequestro di tutti gli atti sul Crescent e sull’area di Santa Teresa tenuti presso il Ministero delle Infrastrutture».

 

L’opposizione: è fuga da responsabilità? L’augurio di un buon lavoro e il sospetto che l’incarico di viceministro possa rappresentare tanto una fuga dalle responsabilità salernitane. Una Salerno, una amministrazione comunale, in difficoltà come mai prima d’ora. I consiglieri comunali d’opposizione Roberto Celano, Raffaele Adinolfi, Pietro Stasi e Nobile Viviano augurano al neo viceministro alle infrastrutture ed ai trasporti, Vincenzo De Luca, «buon lavoro», dichiarandosi «rallegrati per Salerno e per la comunità territoriale poiché ci auguriamo che il nuovo viceministro potrà drenare risorse per la collettività ed adoperarsi per il ripristino dei finanziamenti alla Regione Campania soprattutto in tema di trasporti». Dopo gli auguri e le congratulazioni di rito, i consiglieri d’opposizione passano ad un (nemmeno troppo) velato attacco al sindaco di Salerno, immaginando l’accettazione di un incarico che era nell’aria come una sorta di fuga da una situazione locale che precipita giorno dopo giorno: «Speriamo che l’accettazione dell’incarico – scrivono Celano, Adinolfi, Stasi e Viviano – non sia una fuga dalle responsabilità di chi in campagna elettorale aveva detto che non avrebbe lasciato Salerno; speriamo che non sia una fuga dalle responsabilità di chi chiede sacrifici ai dipendenti comunali ma non ha il coraggio di riceverli né di farli riunire in assemblea nel palazzo di città; speriamo che non sia una fuga dalle responsabilità di chi ha portato Salerno al terz’ultimo posto delle città più indebitate d’Italia; speriamo che non sia una fuga dalle responsabilità di chi è sempre stato bravo a dare la colpa agli altri per i propri disservizi e per le proprie opere incompiute; speriamo che non sia una fuga dalle responsabilità di chi ha messo in vendita perfino le piazze e le aree più pregiate della città rendendo edificabile anche l’impossibile». Ma con o senza Vincenzo De Luca al timone di Palazzo di Città, la linea dell’opposizione non cambierà. Un concetto che i consiglieri di minoranza tengono a ribadire con forza. «Non cambia di una virgola la nostra opposizione. Un’opposizione di idee contro la sinistra delle tasse più alte d’Italia; un’opposizione di denuncia contro il festival delle grandi opere pubbliche tutte incompiute (cittadella giudiziaria, lungoirno, stazione marittima e palazzetto dello sport su tutte); un’opposizione responsabile e di proposta (parcheggi interrati e verde in superficie a Piazza della Concordia, ristorante dei Feudi san Gregorio al Teatro Verdi o vicino al Marina d’Arechi, riduzione parziale dello stanziamento di oltre 7 miliardi di lire per la stagione lirica del Verdi, un acquario sul mare in progetto di finanza al posto di un mega-condominio adibito a civili abitazioni, l’attivazione di risparmi di spesa mediante forme maggiori di trasparenza e controllo sociale)».

 

4 maggio 2013