Peculato e abuso d'ufficio, in arresto medico-professore e infermiera del Fucito - Le Cronache
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Peculato e abuso d’ufficio, in arresto medico-professore e infermiera del Fucito

Peculato e abuso d’ufficio, in arresto medico-professore e infermiera del Fucito

Arrestati stamattina e, successivamente, posti ai domiciliari, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura di Nocera Inferiore, un professore ordinario presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia – Scuola Medica Salemitana dell’Università degli Studi di Salerno e Dirigente Medico presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno, in servizio presso l’Ospedale“Fucito”di Mercato San Severino e una coordinatrice infermieristica, dipendente della stessa Azienda Ospedaliera. Il medico-professore è accusato di peculato e falso per essersi ripetutamente appropriato di strumentazione di proprietà dell’Ateneo di Salerno, utilizzata per eseguire visite specialistiche in regime privatistico e attività professionale intramuraria (ALPI). Il professionista è responsabile anche di abuso d’ufficio, in quanto, nello svolgimento dell’attività libero professionale intramuraria presso cliniche e studi professionali privati, programmava le visite dei suoi pazienti mediante contato diretto, così evitando agli stessi di effettuare le prenotazioni presso il CUP (Centro Unico Prenotazioni) e in tal modo procurando un vantaggio per sè, ovvero riscuotendo i compensi dai pazienti ed evitando di versare all’Azienda la quota spettante. La coordinatrice infermieristica presso l’Ospedale “Fucito” di Mercato San Severino sarebbe responsabile di abuso d’ufficio in concorso con il primario, in quanto, essendo autorizzata a gestire l’accesso per le prenotazioni dei pazienti da sottoporre a visita o ad intervento chirurgico, sistematicamente stravolgeva la lista d’attesa e favoriva amici ed altri pazienti consentendo loro di essere visitati prima rispetto a quanto previsto dal sistema di prenotazione. L’indagine ha visto coinvolti i NAS di Salerno che, anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche, l’interrogatorio di svariate persone e pedinamenti, hanno raccolto inconfutabili elementi di reità a carico dei due indagati, tali da consentire l’emissione di una ordinanza cautelare applicativa della misura degli arresti domiciliari.