Pd, primarie il primo marzo. Niente direzione, deluchiani infuriati - Le Cronache
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Pd, primarie il primo marzo. Niente direzione, deluchiani infuriati

Pd, primarie il primo marzo. Niente direzione, deluchiani infuriati

di Andrea Pellegrino

Mentre Vincenzo De Luca ieri pomeriggio approdava a Roma alla direzione nazionale del Pd, a Napoli le riunioni si sono susseguite fin dalla mattina. Il tutto per decidere se e quando rinviare le primarie del 22 febbraio. La fiction Pd così prosegue con nuove puntate. In serata l’accordo sarebbe stato raggiunto: primarie il primo marzo, così come inizialmente ipotizzato da Andrea Cozzolino. Questo per consentire di perfezionare la macchina organizzativa su richiesta di alcuni segretari provinciali che ieri mattina hanno incontrato Assunta Tartaglione. In particolare la richiesta di un rinvio è giunta infatti dalla federazione di Benevento del Pd.

Landolfi infuriato
Salerno, però, a detta di Nicola Landolfi è pronta per votare già domenica. Ed è per questo che il segretario provinciale del Pd si è opposto al quarto rinvio annunciando – in via provocatoria – che il suo “territorio” voterà comunque il 22 febbraio. Ma da via Manzo solo ieri è arrivata la chiamata agli alleati, ossia al Psi e all’Idv. Il responsabile organizzativo del partito Tonino Pagano pare abbia contattato i referenti dei partiti che saranno in campo alle eventuali primarie. «Entro poco – avrebbe detto – abbiamo bisogno dell’individuazione dei seggi e dei componenti». Segno che tanto pronta la segreteria provinciale del Pd – deluchiana fino al midollo – neppure era, almeno fino a ieri. Non fosse altro che solo ieri si sono ricordati degli alleati.

Niente direzione regionale
Con molta probabilità non toccherà  neppure alla direzione  ratificare la scelta. Si procede con una delibera della commissione per le primarie del Pd. Il no secco resta comunque quello di Vincenzo De Luca e dei suoi, per il resto pare che siano tutti favorevoli. L’importante in questa fase è prendere tempo, nella speranza – per alcuni – che da via del Nazareno giunta la buona notizia: ossia candidato unitario e stop alle primarie.

Migliore spera
Ed è soprattutto l’area di Migliore che attende e spera. E pensa soprattutto che forte del 54 per cento detenuto in assemblea, l’ex Sel possa essere incoronato candidato unico del centrosinistra. In caso contrario sarebbe un bel problema, con i sondaggi che vedrebbero Andrea Cozzolino in testa senza rivali. Così delle due l’una: la rinuncia di Cozzolino o Migliore a favore dell’altro o l’annullamento delle primarie con la palla che passerebbe direttamente nelle mani di Matteo Renzi. Ultima ipotesi convincere fino alla fine il sindaco decaduto di Salerno a fare un passo indietro. E ieri a Roma l’ulteriore incontro tra De Luca e i dirigenti nazionali del Pd a questo sarebbe servito.  Problema tra i problemi sarebbe Mario Casillo che disporrebbe del 15 per cento in assemblea e che giorno dopo giorno, dopo aver mollato Vincenzo De Luca – da tutti definito “anatra zoppa” – aumenta il suo peso, tanto da chiedere un colloquio direttamente con Matteo Renzi. Sul tavolo il consigliere regionale avrebbe calato il nome di Assunta Tartaglione, come possibile soluzione istituzionale. Insomma come fu per le primarie dello scorso anno – per la scelta del candidato segretario – anche questa volta la formula “Susy per tutti” potrebbe calzare pienamente.
Il pressing su Cantone pare che sia fallito ancora una volta. In molti vorrebbero l’ex pm, il cui nome potrebbe davvero risolvere il complicatissimo rebus Campania. Oggi però è un altro giorno, e si vedrà.