di Andrea Pellegrino Il Pd salernitano gioca d’anticipo e tenta di imporre le primarie per la scelta del candidato governatore. La speranza è l’ultima a morire in casa democrat salernitana dove il livello d’attenzione è massimo. Entro lunedì le firme a supporto della candidatura di Vincenzo De Luca dovranno arrivare a Napoli. E dovranno essere il massimo: ossia in 8mila dovranno firmare sui moduli che in questi giorni girano nei circoli territoriali. Ma prima ancora il Pd salernitano ha istituito anche la sua commissione di garanzia per le primarie. Ieri, infatti, in via Manzo si è riunita appositamente la direzione provinciale con all’ordine del giorno la nomina dell’organismo che dovrà vigilare sulle primarie, semmai dovessero esserci. Perché nel mentre Landolfi individuava gli undici garanti a Roma ed a Napoli si studiava e si studia il sistema per evitare il confronto pre elettorale. E il verdetto potrebbe giungere già nelle prossime ore. O meglio, domani se si decidesse di convocare la direzione regionale il 20, oppure entro fine settimana, nel caso in cui la Tartaglione, o meglio Guerini convochi tutti per il 24 novembre, che tra l’altro è l’ultimo giorno utile per presentare le candidature alle primarie del 14 dicembre. Ma se fosse rinviato a lunedì prossimo significherebbe un vero e proprio addio alle primarie, con tanto di accordo raggiunto tra le diverse anime del partito. Alla fine, a quanto pare, da convincere ci sarebbe solo Cozzolino che in cambio di maggiore visibilità romana o di una certa candidatura a sindaco di Napoli abbandonerebbe di corsa l’ipotesi Palazzo Santa Lucia. D’altronde ormai lui ha già mostrato i suoi muscoli, con la convention di sabato pomeriggio alla Mostra d’Oltremare che ha confermato il suo riavvicinamento alla famiglia Bassolino archiviando, dunque, definitivamente, le vecchie ruggini con l’ex Governatore della Campania che l’aveva additato tra i “traditori” di sua moglie durante le parlamentarie del Pd. Ma con Annamaria Carloni nuovamente a Montecitorio sarebbe giunta la pace tra Bassolino ed il suo ex delfino. E De Luca questo lo sa bene, così come sa bene che da qualche tempo a Roma non lo protegge (politicamente) più nessuno. Dopo l’addio di Mario Casillo, il sindaco di Salerno sarebbe completamente isolato sul tavolo delle trattative di via del Nazareno e di Napoli. A lui non gli resterebbe che mostrare i muscoli a Salerno città, mettendo il Pd nazionale, davanti al fatto compiuto. Dalla sua avrebbe anche tre liste civiche già quasi piene che potrebbero essere il suo piano B in caso di clamorosa, ma ormai probabile, esclusione dalla competizione elettorale ufficiale del Pd. Naturalmente, nel caso di un ritiro silenzioso per il sindaco di Salerno non mancherebbero “premi di consolazione”. Come il posizionamento di suoi nelle liste Pd sia a Salerno che a Napoli, nonché con la promessa di un assessorato regionale. Ed infine con la riproposta della presidenza dell’Autorità Portuale di Napoli che ben presto assorbirà anche quella di Salerno. Offerte che al momento sarebbero tutte rispedite al mittente, in attesa di conoscere cosa accadrà a livello nazionale e soprattutto cosa decideranno di fare i «centristi» ancora combattuti tra un ritorno tra le braccia del Cav o un cambio di rotta con Matteo Renzi. L’unica certezza è che il tempo stringe. Una condizione questa che potrebbe far gioco solo ai governati capitolini sempre più impegnati a chiudere accordi nazionali, anche al costo di “sacrificare” la Campania.
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