Pane sospeso:«Non sempre viene a ritirare chi realmente ha bisogno» - Le Cronache
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Pane sospeso:«Non sempre viene a ritirare chi realmente ha bisogno»

Pane sospeso:«Non sempre viene a ritirare chi realmente ha bisogno»

di Andrea Bignardi

“Abbiamo indubbiamente trovato visibilità ma non viene chi realmente ha bisogno”. Così i titolari della panetteria e gastronomia Cor a Cor di Nocera Inferiore (i fratelli Marco e Grazia Anna Adiletta ed Anna Maria Contaldo, ndr) si esprimono in seguito al lancio dell’iniziativa solidale con la quale hanno scelto di donare, mettendole a disposizione dei bisognosi pane e focacce, ogni giorno dopo le ore 20, prima della chiusura dei locali. Prodotti della panificazione, quelli offerti in una cesta fuori dal locale, che si aggiungono, in caso di necessità o qualora le scorte disponibili siano esaurite, a piatti già cotti e pronti da consumare. Il lodevole gesto solidale compiuto dai proprietari della gastronomia nocerina, infatti, non avrebbe trovato il riscontro sperato da parte dei bisognosi. Spesso infatti, la solidarietà, soprattutto nel campo delle donazioni alimentari, passa attraverso la collaborazione con associazioni di riferimento – laiche e cattoliche – impegnate nel territorio. “Coloro che realmente hanno bisogno spesso hanno infatti anche l’umiltà di non chiedere – hanno commentato – Spesso magari a fare richiesta di prodotti alimentari è chi magari non ha realmente bisogno di assistenza”. Il locale non è nuovo ad iniziative di questo genere, e la sua notorietà nell’Agro Nocerino e non solo è dovuta soprattutto al grande cuore dei suoi proprietari, spesso ignari dell’importanza del gesto che stavano compiendo. “I nostri ospiti affezionati già vengono abitualmente ed è grazie a loro che ha preso vita l’idea di diffondere ancor di più quest’iniziativa”. Ma i titolari tengono a sottolineare la loro autonomia rispetto alla politica. “La nostra è stata un’iniziativa privata e non abbiamo nemmeno pensato a una qualche forma di promozione o di collaborazione istituzionale – hanno proseguito i titolari dell’esercizio commerciale – Certo c’è stato chi, come il consigliere comunale Umberto Iannotti, ci ha aiutato senza alcuna finalità – Meglio spendere in beneficenza e puntare sul passaparola piuttosto che fare investimenti in pubblicità, sulla promozione con i social network. Ma la politica, così come il marketing, devono rimanere fuori dal nostro negozio”.

Parla il presidente dell’associazione: «Auspichiamo una diffusione»

Il pane sospeso? Una buona prassi già diffusa ma che cerchiamo di promuovere sempre più tra i nostri associati. Così il presidente dell’associazione panificatori della provincia di Salerno Nicola Guariglia commenta l’iniziativa della gastronomia Cor@cor di Nocera Inferiore auspicandone una diffusione sempre maggiore tra gli associati. I panificatori, nonostante la crisi in cui versa il settore – ha assicurato Guariglia – si prodigheranno quotidianamente per estendere la portata di iniziative benefiche di questo tipo. “La nostra associazione sta già facendo la sua parte – ha dichiarato Guariglia – Ci sono numerose famiglie che possono contare sul nostro aiuto attraverso alcuni nostri associati che quotidianamente donano a case famiglie, che lo ritirano e lo distribuiscono, il pane invenduto oltre che tutta una serie di altri prodotti di panetteria”. Indubbiamente per rendere l’iniziativa ancora più efficace, occorre una sinergia con realtà associative del territorio. “Noi panificatori collaboriamo infatti – prosegue – con una rete di associazioni che ha contezza della situazione di disagio in cui versano alcune famiglie, e ciò accade grazie al supporto costante dei nostri associati”. “La formula che mettiamo in campo – conclude Guariglia – è quindi molto simile a quella adottata nel napoletano e viene integrata anche con offerte speciali che vengono formulate ai clienti. Mediamente sono dieci i chili di pane che rischiano altrimenti, come in alcuni casi purtroppo accade, di restare invenduti sugli scaffali”.

A lanciare l’iniziativa è stata la città di Napoli

Dai banconi dei bar agli scaffali dei panifici: dopo il caffé, in molti comuni italiani si sta diffondendo la pratica del “pane sospeso”. Il principio è molto semplice: si comprano delle pagnotte o dei pezzi di pane e si lasciano in panificio, a disposizione di chi non ha la possibilità di comprarne di tasca propria. Un gesto molto nobile, che da un lato si propone di combattere la fame aiutando le persone in difficoltà, e dall’altro contrasta anche gli sprechi alimentari troppo spesso presenti nei negozi, supermercati e simili. A dare il via a questa singolare iniziativa, è stata la città di Napoli, già patria del caffé sospeso. Gradualmente, però, hanno aderito anche Roma, Milano ed altri centri in tutte le regioni d’Italia. Nel 2017, ad esempio, è stato lanciato il progetto “Pane sospeso a Ruvo di Puglia”: in 5 panifici locali, i clienti possono scegliere se lasciare o meno le monete del proprio resto in un salvadanaio all’interno dei negozi. Le d o n a z i o n i vengono poi ridistribuite in “buoni pane” ai cittadini dalla Caritas. Gli esercenti della Confcommercio di Lecco hanno appoggiato un’iniziativa simile. Il “pane in sospeso” lasciato dai clienti nei panifici viene ritirato da Caritas e Croce Rossa Italiana, che in determinate giornate lo distribuiscono alle famiglie da loro seguite. Ogni settimana, circa 30 kg di pane donati grazie alla generosità dei lecchesi e alla disponibilità dei commercianti. Nel comune di Capannori in provincia di Lucca, è stato invece il forno Martinelli a dare il via a una rete solidale di panetterie: l’obiettivo non è solo quello di aiutare chi è in difficoltà da un punto di vista economico, ma anche di coinvolgere queste persone nella vita del paese, facendo in modo che possano dedicarsi alla spesa come tutti gli altri concittadini.La lista di città solidali è comunque molto lunga, e include anche i comuni di Trento, Agrigento, Grottaglie e Bologna, dove vige la tradizione del “panino sospeso”. Dal Nord al Sud della Penisola le iniziative legate al “pane sospeso” si differenziano per modalità d’azione e agenti coinvolti, ma il fine ultimo resta sempre lo stesso: permettere a tutti di vivere dignitosamente portando in tavola un buon pezzo di pane caldo.