Pagani. Il matricidio De Martino si poteva evitare. Parla l'esperto. Le indagini - Le Cronache
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Pagani. Il matricidio De Martino si poteva evitare. Parla l’esperto. Le indagini

Pagani. Il matricidio De Martino si poteva evitare. Parla l’esperto. Le indagini

PAGANI. Un omicidio che, forse, si poteva evitare se il servizio di salute mentale avesse funzionato a regola d’arte o meglio fosse stato messo nelle condizioni di farlo. Divampano le polemiche dopo l’assassinio di Anna De Martino, l’85enne madre del 52enne Aniello Giordano, uccisa dal figlio in casa in via Striano a Pagani.

Se da un lato lascia allibiti che i servizi sociali del Comune non sapevano dell’esistenza di una famiglia con un’anziana con difficoltà a deambulare che viveva in un modesto monolocale a pochi passi dal palazzo sede del Comune e che era accudita da un figlio in cura al Cim (Centro di igiene mentale) della stessa Pagani, è il servizio psichiatria nel suo complesso ad essere messo sott’accusa.

Aniello Giordano si sottoponeva a cura costante al Cim, si occupava della madre, era puntale e costante sulla terapia, anche la settimana scorsa e nessun allarme era stato percepito dagli operatori. E allora è bastato, probabilmente, un semplice rimprovero della madre a far scattare la furia irrefrenabile nel 52enne che ha sferrato una decina di colpi sulla testa della madre, fracassandole il cranio? C’è chi invoca la riapertura dei manicomi ma a una tragedia non si può rispondere con un’altra tragedia e non è possibile che le incapacità del servizio pubblico siano compensate con la riapertura dei lager.

«E’ indubbio che il numero dei delitti che coinvolgo pazienti psichiatrici sia in aumento –afferma lo psichiatra Antonio Siciliano, rappresentante della Cgil medici-. Un aumento che si registra da quando l’Asl ha provveduto a ridurre le risorse alla salute mentale e in particolare si è avuto, con la gestione Squillante, il passaggio della competenza sull’emergenza dai centro di salute mentale al servizio 118, sempre nella logica dei tagli alla spesa».

Per lo specialista in servizio in un dipartimento di salute mentale dell’Asl, con la riduzione delle risorse e con il passaggio al 118 dell’emergenza psichiatrica, progressivamente, i centri di salute mentale hanno perso il controllo e il monitoraggio del territorio, sia perché si sono ridotte notevolmente le attività riabilitative e di integrazione sociale sia perché non hanno proprio gli strumenti per presidiare il territorio. «In particolare a Pagani, che in modo paradossale è accorpata con l’unità operativa di salute mentale di Sarno, non hanno a disposizione neanche un’auto di servizio, che deve arrivare da Sarno, nel caso si devono fare interventi territoriali».

«Facciamo un ulteriore esempio –aggiunge Siciliano-, un utente ha bisogno di un intervento in emergenza: viene chiamato il 118, portato in ospedale, bypassando l’unità operativa di riferimento, dove riceve un intervento esclusivamente di tipo ospedaliero, avulso dal contesto sociale, e poi forse finalmente rimandato all’unità di operativa di salute mentale, che in molti casi non viene nemmeno a sapere dell’intervento del 118».

Ma c’è di più! «Inoltre, a Pagani, come in tutte le altre unità operative, -aggiunge lo psichiatra- la riduzione delle attività ha comportato una riduzione delle iniziative riabilitative che comunque consentivano di monitorare gli utenti. Infatti, Aniello Giordano, per il passato, finché c’era la possibilità di fare iniziative sociali ha sempre partecipato. Quando l’utente partecipa a vari laboratori o altre attività riabilitative programmate, come ad esempio una gita, un’escursione, viene di fatto monitorato ed abituato anche ad avere relazioni sociali corrette. Invece, in questi anni, queste attività sono state considerate dalle Asl spesso come una perdita di tempo e di risorse: questo accade quando a dirigere le aziende sanitarie vanno persone non sensibili all’argomento. A questo si aggiunge che durante le attività riabilitative le tensioni a livello familiare si stemperano perché il gruppo pazienti-operatori funge da contenimento. Facciamo ancora un altro esempio. Un paziente come Giordano che si occupava della madre basta già che lo si allontana da casa per qualche ore al giorno che cala la tensione. Tutto questo non è più possibile a Pagani ma in tutta le unità operativa dell’Asl, perché i tagli hanno colpito prevalentemente le persone che meno si lamentano, i pazienti più fragili».

2  GIORDANO ANIELLO
Aniello Giordano

Il punto sulle indagini

PAGANI. Sarà eseguita questa mattina l’autopsia sul cadavere di Anna De Martino, vittima del figlio Aniello Giordano. Quest’ultimo, accusato di omicidio volontario, aggravato dalla crudeltà e dalle sevizie, sarà interrogato dal Gip Paolo Valiante per l’udienza di convalida del suo arresto. Il pm Roberto Lenza non ha ritenuto sussistere, al momento, l’aggravante della premeditazione. Al momento, quindi, Giordano avrebbe agito in preda ad un raptus, si dice a seguito di un rimprovero.