Pac III Piano “Terra dei Fuochi”: qui sono stati presi i soldi per le Luci - Le Cronache
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Pac III Piano “Terra dei Fuochi”: qui sono stati presi i soldi per le Luci

Pac III Piano “Terra dei Fuochi”: qui sono stati presi i soldi per le Luci

di Andrea Pellegrino

Aveva annullato tutto, all’indomani del suo insediamento a Palazzo Santa Lucia, contestando la scelta di Caldoro fatta sui «fondi destinati al marketing» per ribaltare l’immagine della Campania dopo Terra dei Fuochi.  Vincenzo De Luca quei soldi li ha comunque utilizzati, mandandone una parte sostanziosa (quasi quanto a Napoli) nella sua Salerno per finanziare le sue “Luci d’Artista”. Novecentomila euro arrivati dritti nel capoluogo salernitano (Napoli ne ha avuto un milione) per sostenere la consistente spesa – circa 3 milioni di euro complessivi – per le luminarie natalizie. L’escamotage arriva direttamente dai fondi risparmiati (o meglio cancellati) dalla promozione ci sarebbe dovuta essere dei prodotti provenienti dalla “Terra dei Fuochi” all’Expo. Un ammontare di 3milioni e 200mila euro gestiti, per mezzo della Regione Campania, quindi dello stesso Vincenzo De Luca, da Sviluppo Campania che il 26 novembre scorso ha pubblicato l’avviso rivolto ai cinque capoluoghi di provincia della Campania. La misura è: Pac III Piano “Terra dei Fuochi”; i progetti finanziati riguardano “Arte e cultura per follow up Expo 2015”. In sintesi tutto ciò che c’è di promozione del territorio, nello specifico dei prodotti tipici delle nostre terre al fine di scrollarsi di dosso l’immagine di “Terra dei fuochi” dopo la chiusura della fiera mondiale di Milano. Quindi, nel caso specifico di Salerno, Luci d’Artista che rientrano pienamente nei progetto ammissibili, sanciti dall’articolo 3 dell’avviso regionale. «Per eventi ed iniziative si intendono: mostre, saloni, convegni, concerti, spettacoli, festival, rassegne, kermesse gastronomiche, degustazioni, show coking, da realizzarsi nell’ambito del proprio territorio nel periodo decorrente dal 1 novembre 2015 al 31 dicembre 2016».
Secondo la ripartizione dei fondi, Salerno sarebbe al passo con Napoli – un milione di euro per il capoluogo partenopeo; 909mila euro a Salerno; poi 515mila euro a Caserta; 405mila euro a Benevento ed infine 369mila euro ad Avellino.
L’opposizione regionale insorge e chiede che si faccia chiarezza in commissione trasparenza.  «Vincenzo De Luca chiarisca un aspetto inquietante. Per Luci d’artista a Salerno ha utilizzato i fondi destinati a Terra dei Fuochi ed alle imprese?», dice Massimo Grimaldi, questore al personale e componente del gruppo Caldoro presidente. «Nel bilancio del Comune di Salerno compaiono 909.075 euro per attività artistiche e culturali. Sarebbero fondi di sviluppo Campania ex Dgr 53 2015. Risorse che devono servire per rilanciare i prodotti e le imprese che hanno sofferto per il fenomeno ‘Terra dei Fuochì. In particolare Sviluppo Campania avrebbe utilizzato le misure previste nell’azione 8, Arte e cultura per Expo. A Milano infatti fu immaginata una utile occasione per difendere le nostre eccellenze». «La casa di vetro è sempre più opaca. De Luca – sottolinea Grimaldi – chiarisca se si tratta di fondi destinati a dare risposte a Terra dei Fuochi. Ci spieghi quale sarebbe il legame poi fra Expo e Luci d’artista e ancora con quale criterio a Salerno vanno più fondi di Napoli. Perché, per una emergenza cosi grave, non si siano concentrate tutte le risorse fra l’area Nord di Napoli e Caserta. Sarebbe interessante conoscere il parere della presidente Ciarambino, alla quale invierò tutta la documentazione, e del Pd napoletano e Casertano». «Nella pubblica amministrazione – conclude Grimaldi – si scelgono le priorità. Luci di artista è un bell’evento ma non è priorità. Iniziative che hanno quei numeri si finanziano infatti con i privati e con gli sponsor, non solo con la mano pubblica. È vecchia politica».
Da Palazzo Santa Lucia arriva poi la nota: «Si fanno passare i finanziamenti destinati al marketing territoriale (Pac III) per fondi destinati a interventi ambientali, come se fossero stati sottratti a un inesistente capitolo “Terra dei fuochi”. Come se si fossero stati preferiti alcuni eventi, al dramma che invece concretamente si sta affrontando a cominciare dall’eliminazione delle ecoballe. Quello che esiste invece è il titolo “Piano Terra dei Fuochi” riferito alla partecipazione della Campania all’Expo 2015. All’esposizione universale, recuperata in extremis altrimenti si sarebbero persi non solo fondi ma anche la possibilità di sconfessare in modo scientifico e in una vetrina internazionale i pregiudizi di anni di aggressioni mediatiche contro la “buona terra”, la Campania ha portato la propria cultura, i propri monumenti, l’orgoglio della dieta mediterranea e per la prima volta i dati ufficiali che demoliscono la campagna denigratoria sui prodotti alimentari scaturita dalla cattiva gestione dell’emergenza rifiuti iniziata 15 anni fa. Per l’Expo, la precedente amministrazione aveva stanziato ben sei milioni di euro. L’attuale amministrazione ha risparmiato 3,2 milioni».