Otto giornate di Musica da Camera a Santa Apollonia - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

Otto giornate di Musica da Camera a Santa Apollonia

Otto giornate di Musica da Camera a Santa Apollonia

Il Conservatorio statale di Musica “G.Martucci” di Salerno Dipartimento di Musica d’Insieme e l’Associazione Bottega San Lazzaro hanno presentato ieri presso il salone del Gonfalone di Palazzo di Città, il I festival di Musica da Camera Sant’Apollonia, che si terrà a Salerno 1-8 giugno 2014. La rassegna, nata dalla sinergia tra il Conservatorio Statale di Musica “G.Martucci” di Salerno, tramite il Dipartimento di Musica d’Insieme e l’Associazione Bottega San Lazzaro, è inserita nella kermesse Salerno Porte Aperte e avrà luogo nella Chiesa di Santa Apollonia, chiudendo in bellezza il primo anno di attività dello Studio Apollonia.

A illustrare il programma, che vedrà impegnati gli allievi del nostro conservatorio dal I all’8 giugno, ogni sera alle ore 20, il vice-presidente Franco Massimo Lanocita, il professore Giuseppe Natella, responsabile della Bottega San Lazzaro, e le docenti del “G.Martucci” Francesca Taviani, presidente del suddetto dipartimento, e Anna Bellagamba, referente del settore disciplinare Musica da Camera, ideatrici del progetto.

La rassegna si articolerà in otto serate a tema, che vedranno protagonisti i giovani allievi dei corsi di Musica d’insieme e da camera del Conservatorio. I programmi, che spaziano dall’Ottocento all’Avanguardia, coinvolgeranno più di quaranta studenti in diverse formazioni strumentali e vocali.

Il concerto inaugurale del 1 giugno, intitolato “Attraverso l’Europa”, ripercorrerà alcuni aspetti particolarmente significativi della geografia musicale del continente: la Germania con il Trio op.11 in Sib Magg. per pianoforte clarinetto e fagotto di Beethoven; la Francia con la sonata per violino e pianoforte in la maggiore di César Franck, nella trascrizione per flauto; e, per finire, la Russia con il Trio Pathétique di Mikhail Glinka. Il 2 giugno, la serata sarà dedicata alla “Poesia per musica”: i versi di Heine, Ruckert, Goethe, Verlaine, Puskin, si ritroveranno nelle melodie di Schumann, Schubert, Faurè, Debussy, Rachmaninov, con una incursione nella romanza da salotto di Tosti e le miniature di Donizetti, Rossini e Verdi. Salerno vanta la nascita della scuola italiana di sassofono: la prima cattedra dedicata a questo strumento è stata istituita nel suo conservatorio. L’appuntamento del 3 giugno vede, quindi, protagonista questo strumento che, sin dalla sua nascita, ha indovinato la fisionomia espressiva ed eclettica del secolo breve, qui impegnato in formazione “quattro più due” in una una trascrizione dei “Quadri di un’esposizione” di Modest Musorgskij, già affidato al sax alto nel movimento intitolato “Il vecchio castello” della famosa versione orchestrale di Maurice Ravel. La stessa formazione eseguirà la Suite Hellénique di Pedro Iturralde. “Insolite combinazioni” è il titolo del concerto del 4 giugno, in cui violino e chitarra s’incontreranno nella sonata in Mi bemolle HWV 375 di Haendel, per chiudere con il Trio in do minore op.66 di Felix Mendelssohn. La musica per “Archi e pianoforte” verrà invece omaggiata il 5 giugno, con lo splendido movimento di quartetto con piano di Mahler, opera incompiuta che risale all’infanzia del musicista, citata esplicitamente nel thriller psicologico “Shutter Island” di Martin Scorsese. Completerà il programma il “Forellen-Quintett” in La D667 di cui Franz Schubert. Il 6 giugno “Fiato alle trombe!”: saranno di scena i brillanti ottoni del brass ensemble del Martucci, introdotti, però, dai virtuosismi di due flauti che s’inseguiranno sui temi verdiani della Rigoletto-Fantaisie di Franz e Karl Doppler. Da Manouvrier al Capriccio di Musorsgkij si passerà quindi a una pagina contemporanea di Edgar F Girtain IV: “Images of Chaiten”; per concludere, una delle più amate marce di John Philip Sousa: “Washington Post March”, il programma. Ben due fiabe in musica prenderanno vita in Sant’Apollonia il 7 giugno. La prima sarà “La boìte à joujoux”, di Claude Debussy, un balletto destinato all’infanzia ma come spettacolo di marionette. Un quartetto di sassofoni, con voce recitante, eseguirà invece Pierino e il lupo di Sergej Prokofiev. La serata conclusiva di questo piccolo festival, prevista per l’8 giugno, ha per tema “Verso il futuro”, uno sguardo in planata, che parte dal Quartetto op. 22 di Anton Webern, in cui la scelta dell’organico si avvicina al gusto jazzistico, passando per i doppi suoni e gli armonici del III Arabesque di Ichiro Nodaira per sassofono, la combinazione timbrica del flauto e del clarinetto del Choro n°2 di Heitor Villa Lobos, la musica marina per due sax alti di Christian Lauba, in Adria, un omaggio al Mar Adriatico, dedicato a Federico Mondelci, e salutare il pubblico con la Suite Bourgeoise di Malcolm Arnold.

Come sottolineato da Anna Bellagamba, il conservatorio è sia una scuola di musica sia un centro di produzione. La didattica è interconnessa con la produzione al fine di realizzare pienamente l’aspetto comunicativo del fare musica. Il Dipartimento di Musica d’insieme, fiore all’occhiello del Conservatorio di Musica Giuseppe Martucci di Salerno, da molti anni infatti imposta tutta la propria attività didattica intorno a progetti di produzione artistica. Ai saggi e ai concerti organizzati all’interno del Conservatorio si affiancano iniziative che portano gli studenti all’esterno dell’Istituzione e della città di Salerno, dando loro la possibilità di suonare in diversi contesti e ambienti.Il Festival di Musica da Camera Santa Apollonia nasce con l’intento di diventare un’occasione d’incontro fra la città e i suoi giovani musicisti. Secondo l’auspicio del vicepresidente Lanocita, la riuscita quest’ulteriore iniziativa, aggiungendosi all’ampio consenso già riscosso in seguito a analoghe proposte, potrebbe indicare che i tempi siano maturi per la fondazione dell’Associazione “Amici del Conservatorio”, mediante la quale creare i presupposti per ampliare l’offerta culturale in un territorio così ricco di talenti come la provincia di Salerno e al tempo stesso fornire nuove opportunità di sviluppo a un laboratorio sempre più capace di incanalare energie creative provenienti dalle più diverse esperienze.

Aristide Fiore