Nuove scoperte per Sant'Ambrogio - Le Cronache
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Nuove scoperte per Sant’Ambrogio

Nuove scoperte per Sant’Ambrogio

di Dario Cantarella

Continuano i sopralluoghi alla chiesa di Sant’Ambrogio, nella frazione Occiano di Montecorvino Rovella. La chiesa, infatti, dal 2016 è oggetto del progetto di studio nato dalla collaborazione tra l’Università degli Studi di Salerno e l’Università di Birmingham, e diretto dalla prof. Francesca Dell’Acqua (Università di Salerno, ma a Birmingham tra il 2015–17), dalla prof. Chiara Maria Lambert (Università di Salerno), dal dr. Daniel Reynolds (University of Birmingham), e ha per principale consulente il prof. Patrick Geary (Princeton Institute for Advanced Studies). In visita al sito questa volta si sono recati due noti studiosi di storia e arte medievale: John Osborne (Carleton University) e Tom Brown (University of Edinburgh). Francesca Dell’Acqua e Chiara Lambert hanno mostrato lo sviluppo dei lavori. Nel corso delle due campagne in situ condotte tra il 2017 e il 2018, si e’ proceduto prima a partire da una revisione degli scavi condotti dalla Soprintendenza negli anni ’90, per poi concentrarsi all’interno dell’edificio, dove sono emersi il livello di cantiere e due pavimenti medievali in battuto. Tramite analisi al Carbonio 14, si e’ accertato che l’unica sepoltura presente in chiesa, scavata negli anni ’90, fosse di una donna di una importante famiglia locale morta durante una epidemia nel XIX secolo. L’Archeometria ha confermato l’elevata qualità delle tecniche e dei colori impiegati dal pittore che dipinse l’abside intorno alla metà del IX secolo, all’epoca di fondazione della chiesa. Nell’abside, la Vergine con il Bambino è affiancata da sant’Ambrogio di Milano, il suo successore al trono vescovile Simpliciano, e i martiri milanesi Gervasio e Protasio, il cui culto non è attestato in Italia meridionale in epoca longobarda. Resti pittorici testimoniano una seconda fase decorativa, da collocarsi verosimilmente in epoca normanna, tra XI-XII secolo. La struttura dell’edificio in materiali accuratamente selezionati, così come il suo orientamento spaziale che permette alla luce naturale di esaltare gli interni in determinati giorni dell’anno legati alla commemorazione di sant’Ambrogio e di altri santi milanesi, confermano l’idea che i committenti fossero persone di ampi mezzi economici e probabilmente legate a Milano, allora capitale dei Franchi in Italia. L’edificio offre ulteriori enigmi da svelare, riguardo la conformazione originaria e la realizzazione successiva di contrafforti che ne hanno alterato la facciata. L’innovativo approccio avviato per questo progetto mira alla comprensione complessiva della struttura servendosi delle più avanzate tecnologie applicate ai beni culturali. Una miniera di informazioni, insomma, che promette di fornire significativi risultati.