«Non c’era nessun disegno per uccidere Eugenio Tura de Marco». A ribadirlo, ieri mattina, dinanzi ai giudici della Corte d’Assise è stato Luca Gentile, già condannato per aver ucciso l’ex suocero. Sugli sms recuperati dalla Procura il giovane ha più volte affermato di non ricordare. Il processo in corso è quello a carico di Daniela Tura de Marco, figlia della vittima e, all’epoca dei fatti fidanzata con Luca Gentile. La ragazza è accusata di concorso morale in omicidio. Il giovane, assistito dagli avvocati Lizza e Gassani, ha risposto a tutte le domande del pubblico ministero Elena Guarino. In aula non era presente l’imputata. Luca Gentile rispondendo alle domande del magistrato ha ricostruito i giorni precedenti la morte del meccanico del centro storico. In particolare, ha raccontato che una sera in auto, rientrando da una cena, Eugenio avrebbe fatto delle esplicite avances al giovane, invitandolo anche a passare la notte con lui. Gentile, ha ribadito, che al suo rifiuto il meccanico lo avrebbe minacciato di ucciderlo insieme al padre. A prova ciò del fatto che vi era una tensione molto alta tra il giovane ed il suocero il quale ostacolava anche il rapporto con la figlia al punto che i due giovani pare avessero deciso anche di fare la classica “fuitina”. Ricostruite anche le fasi che poi hanno portato all’uccisione dell’uomo. Gentile ha ribadito quanto già affermato in precedenza. Il giovane ha spiegato che non vi era alcun piano per uccidere il suocere. Sicuramente voleva dargli una lezione, ma a suon di botte. “lo uccido di botte”. Quando il magistrato ha chiesto spiegazioni sugli sms tra i due fidanzati, Luca ha più volte detto di non ricordare ma anche che non era come erano stati interpretati. Ciò che il giovane ha voluto affermare è stata l’assenza di un piano per uccidere l’uomo. Resta da chiarire che fine ha fatto il coltello. Il controesame del ragazzo è previsto a gennaio, in quella data sarà ascoltata anche Daniela Tura De Marco.
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