Nomine all'Asl, condannato a 2 anni Coscioni - Le Cronache
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Nomine all’Asl, condannato a 2 anni Coscioni

Nomine all’Asl, condannato a 2 anni Coscioni

di Erika Noschese

Condannato, in appello, a due anni, con pena sospesa, Enrico Coscioni. Il braccio destro del governatore della Regione Campania, Enrico Coscioni, ex consigliere per la sanità è stato condannato dalla seconda sezione della Corte di Appello di Napoli con pena sospesa per l’accusa di violenza privata tentata e continuata, aggravata dall’abuso di potere. Per l’ex consigliere per la Sanità del presidente della Regione Campania, Vincenzo de Luca, il sostituto procuratore generale Maria Di Addea aveva chiesto una condanna a 4 anni per il reato tentata concussione e, in subordine, la riqualificazione del reato in tentata violenza privata. Coscioni è stato coinvolto in un’indagine della procura di Napoli sulle pressioni esercitate nei confronti di tre manager della sanità per indurli a dimettersi. In primo grado è stato assolto, con la formula “il fatto non sussiste”, dal collegio C della IV sezione penale del Tribunale di Napoli, con un verdetto emesso nel dicembre 2018. La procura però ha impugnato il provvedimento e ha ottenuto poi in secondo grado la condanna dell’imputato.  L’inchiesta Era il 2015 quando Enrico Coscioni, secondo la Procura di Napoli, avrebbe fatto pressioni su tre commissari, Salvatore Panaro dell’Asl Na 3 Sud, Agnese Iovino dell’Asl Na 2 Nord e Patrizia Caputo, del Cardarelli perché lasciassero il posto a persone vicine al nuovo presidente della Regione. L’inchiesta era stata avviata in seguito a un esposto presentato da Panaro, al quale Coscioni avrebbe detto: “Fra tre giorni ti mandiamo via, nessuno ti vuole, i sindaci non ti vogliono, nemmeno Casillo, tu devi andare via”. Minacce che l’ex consulente, fedelissimo di De Luca, avrebbe rivolto anche a Patrizia Caputo, dicendole: “L’onda è partita, verrete sostituiti tutti”, aggiungendo “non hai capito niente, ti trovi al posto di commissario per caso e devi lasciare il posto a persone nostre”, e che sarebbero partite attività ispettive allo scopo di costringerli alle dimissioni. L’inchiesta della Procura di Napoli, seguita dal Pm Giancarlo Novelli e del procuratore aggiunto Alfonso D’Avino risale al periodo del primo insediamento alla Regione di Vincenzo De Luca. In quell’occasione, l’ex sindaco di Salerno decise di “premiare” uno dei suoi fedelissimi, dopo la mancata vittoria alle regionali, nominandolo consigliere politico alla sanità, all’epoca commissariata e, di conseguenza, non nominabile un assessore. E proprio agli inizi della sua nomina Coscioni ha portato i tre commissari alle dimissioni, facendo pressioni su di loro. L’ex consulente, suggerisce dunque a Panaro a rassegnare le dimissioni “per evitare un contenzioso” la sua presenza risultava poco gradita a Franco Casillo, indagato in un filone parallelo e stralciato, padre del capogruppo Pd in Regione Campania; invitava la Caputo a ringraziare De Luca per l’importante opportunità lavorativa, prima di lasciare il suo incarico volontariamente altrimenti, a detta del medico salernitano, sarebbe stata sostituita come tutti e, infine, alla dottoressa Iovino consigliava di fare un passo indietro: nominata da Caldoro (Stefano, il governatore che ha preceduto Vincenzo De Luca, ndr) non era ben vista dagli altri. Dimissioni che non ci sono state ma, poco dopo, fu sostituita tanto che lo stesso Coscioni avrebbe detto che “se si fosse dimessa i controlli disposti nel frattempo sulla sua gestione non avrebbero avuto ulteriori conseguenze”. Per Coscioni non è l’unico provvedimento giudiziario: il presidente dell’Agenas è coinvolto anche nell’inchiesta sugli appalti dell’emergenza Covid sulla quale vi è un’indagine della Procura. Sotto i riflettori le convenzioni della Fondazione Ebris che vede tra i suoi membri proprio il cardiochirurgo. Proprio di recente, alla Ebris sarebbero stati sequestrati tutti gli atti relativi ai tamponi effettuati agli studenti, lo scorso anno, durante tutto il periodo scolastico e contestati a gran voce, per il metodo e i soldi concessi dall’amministrazione comunale, dall’opposizione.