Ennesima Domenica senza calcio, ennesima Domenica triste per la comunità sportiva nocerina, scossa dalla sentenza d’appello del processo derby che ha confermato in toto le sentenze di primo grado ed aggrappata alla voglia ed al bisogno di ripartire. Lo stadio San Francesco resta ancora una volta desolatamente vuoto; non c’è un pallone che rotola, non c’è una partita da vivere per chi, a prescindere dalla categoria, era abituato a passare il pomeriggio seguendo la Nocerina, allo stadio o attaccato alla radiolina. Fino a Luglio almeno sarà così, di Nocerina non si parlerà più; e forse anche dopo l’Estate bisognerà correggere leggermente il tiro. Ripartire con la Nocerina, con la società che attualmente è ancora viva seppur esclusa dal campionato di Prima Divisione, equivarrebbe ad una sorta di scommessa, soprattutto in termini economici. Chiunque volesse rilevare la società si ritroverebbe con una squadra retrocessa in Serie D, probabilmente colpita anche da punti di penalizzazione a campionato in corso per la vicenda dei pagamenti in nero. Inoltre dovrebbe pagare tutti i conti lasciati in sospeso dall’attuale dirigenza, soprattutto quelli relativi alla seconda parte di questa stagione ma anche alcuni incentivi dell’annata passata. Il rischio, però, è che questa Nocerina continui a vivacchiare tra Prima, Seconda o Terza Categoria, in attesa del fallimento definitivo. Intanto, però, nelle due Nocera dovrebbe partire un nuovo soggetto. Ma come? La soluzione più semplice è quella di chiedere l’iscrizione in sovrannumero, tramite l’intervento del sindaco Torquato che sarà chiamato ad indicare la nuova società calcistica che rappresenta il territorio; il nuovo soggetto non potrebbe chiamarsi Nocerina (neanche cambiando solo parzialmente il nome con soluzioni come FC Nocerina o US Nocerina) ma solo Città di Nocera, Nocera Calcio o simili. L’iscrizione in serie D costerebbe in questo modo trecentomila euro, quella in Eccellenza centomila euro: si tratterebbe di quote versate a fondo perduto, senza possibilità di recupero. Altra soluzione sarebbe quella di rilevare un titolo traballante e di trasferirlo a Nocera Inferiore: una soluzione di difficile attuazione sia per la difficoltà di trovare chi è disposto a cedere sia per le norme che rendono più complicato un passaggio del genere; seguendo pedissequamente il regolamento delle Noif la cessione di titolo non dovrebbe essere possibile per le formazioni dilettantistiche ma spesso ci sono deroghe a tali dettami. Sarebbe la soluzione più economica (un titolo in Serie D non dovrebbe costare oltre i centomila euro) ma anche la più difficile da percorrere. Sicuramente sarà una lunga telenovela che magari, se arriverà a felice conclusione, riuscirà anche a riportare l’entusiasmo tra una tifosiera che da quel 10 novembre aveva già deciso di cancellare, ancor prima delle sentenze, la Nocerina. Ripartire da zero è dura, ma ci sono esempi di formazioni che dalle ceneri sono ripartite, inizialmente con un altra denominazione, per rittornare su palcoscenici più consoni alla storia calcistica della città di Nocera. ma bisognerebbe iniziare a lavorare da subito su un progetto che possa essere duraturo e vincente.
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