Narcotraffico alla Concordia - Le Cronache
Attualità

Narcotraffico alla Concordia

Narcotraffico alla Concordia

di Simone Di Meo

“Manana a la once para el coche”. Ovvero: “Domani alle undici per la macchina”. Quando i carabinieri ascoltano questa frase in spagnolo sanno già quasi tutto. Chi si è incontrato. Dove. Quando. E soprattutto: perché? Nell’inchiesta sul narcotraffico internazionale che qualche giorno fa ha spedito in galera un bel po’ di mercanti di stupefacenti (l’ultimo della lista è stato preso a Terragona, in Spagna, si tratta di Antonio Iengo, residente a Mercato San Severino) uno degli snodi centrali per lo stoccaggio e la consegna della droga è proprio la piazza salernitana. Dalla lettura degli atti emerge che le indagini, in questo senso, sono ancora in corso alla ricerca dei broker che avrebbero offerto appoggio logistico e collaborazione sul posto, ma le telefonate intercettate tradiscono la pista. Il capo d’imputazione, d’altronde, è chiaro: i napoletani Pasquale Giordano, Mario Pianese e lo stesso Iengo, insieme ad alcuni trafficanti africani, sono accusati di aver importato da “Barcellona a Civitavecchia in data 23.12.2008, a bordo del veicolo Chrysler Voyager, una partita di hashish non inferiore a 500 kg, al fine di cederla a terzi, nello scambio del medesimo veicolo avvenuto a Salerno a Piazza della Concordia alle ore 13 circa del 27.12.2008”. “Una consegna del genere non si improvvisa – commenta un investigatore esperto di lotta al narcotraffico – perché gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo, e in questo caso gli imprevisti portano una divisa. Non stiamo parlando di una compravendita di uno, due chili di droga che possono essere agevolmente nascosti o di cui ci si può disfare se davvero la situazione si fa critica. Mezza tonnellata di ‘fumo’ sono una cosa seria, soprattutto se il luogo di scambio è una delle zone più centrali del capoluogo. E chi ha deciso di scegliere Salerno per quest’operazione sa benissimo che non avrebbe avuto problemi. Almeno nell’immediato”. Infatti, a distanza di sei anni le manette sono comunque scattate. Ed è stato possibile ricostruire l’intera rete di contatti, connivenze e accordi che viaggiano da una parte all’altra del Mediterraneo. “Manana a la once para el coche”, dice il trafficante al telefono al suo connazionale che dovrà materialmente occuparsi del carico stipato nella vettura. Bisogna sbrigarsi perché le feste natalizie hanno rallentato un po’ tutto il meccanismo. Pure i trafficanti ci tengono alle cerimonie, e allora giù con l’acceleratore. L’appuntamento è a Salerno, l’indomani, concordano i due. Ma solo uno si muoverà, l’altro coordinerà l’operazione via filo. Muovendo l’auto imbottita di panetti di droga lungo l’autostrada e le vie di Salerno. Sono ancora le intercettazioni a rivelare i loro piani. Mohamed (questo il nome del narcotrafficante africano) spiega al suo complice com’è che si deve comportare e come riconoscere gli acquirenti. “Devi incontrare quello a piazza della Concordia – dice Mohamed – vai al bar la Canasta… devi lasciare la macchina lì a piazza della Concordia… ci saranno due persone che aspettano… uno magro e uno con la barba… lascia la macchina lì .. è vicino al bar… poi ci risentiamo”. La consegna va a buon fine. La droga è finita nelle mani dei “piazzisti” salernitani che ora potranno tagliarla e rivenderla nei mille mercatini paralleli dello stupefacente. Un affare da qualche milione di euro. Cinque, a occhio e croce considerato che un grammo di ‘fumo’ viene pagato 10 euro. Ma questa è una storia che ancora non possiamo raccontare.