Mutaverso tra palcoscenico e scena familiare - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

Mutaverso tra palcoscenico e scena familiare

Mutaverso tra palcoscenico e scena familiare

Presentato ieri mattina a Palazzo di Città il terzo cartellone del progetto Mutaverso, ideato da Vincenzo Albano. Otto gli appuntamenti che si svolgeranno dal 19 gennaio al 18 maggio al centro Sociale “R.Cantarella”

Di OLGA CHIEFFI

Mutaverso ricomincia da tre e lo fa con una nomination al Premio Rete Critica 2017. Già dall’estate abbiamo visto lo sguardo di Vincenzo Albano, ideatore di questo “contenitore d’utopie”, come è stato da lui stesso definito nell’incontro di ieri mattina a Palazzo di Città, ospiti di Ermanno Guerra e del Rocco Galdi, fissato in varie angolazioni e luoghi dal fotografo e assistente organizzativo Stefania Tirone (a questo punto consigliamo un calendario-strenna), per comunicare attraverso le immagini, la volontà forte di Vincenzo e del suo ErreTeatro, nell’ aprire un dialogo con e sul teatro e i loro protagonisti, in modo nuovo, diverso. Ermanno Guerra, Presidente della commissione Ambiente e Cultura ha battezzato le prime due edizioni di Mutaverso, quest’anno conosciuta anche dal suo vicepresidente Rocco Galdi, il quale è rimasto favorevolmente colpito dalla caparbietà e determinazione di Vincenzo Albano nell’andare comunque avanti nel suo progetto, che prova a restituire il teatro all’attenzione del pubblico, a sostenere la promozione e la circuitazione di proposte diverse, a censire e scoprire nuove e giovani forme di teatralità, troppo spesso penalizzate dalla mancanza di condizioni organizzative ed economiche dignitose. Quindi, grande rete con Theatron 2.0, Informagiovani, Rete dei Giovani, Scene contemporanee e Puracultura aprendo per la prima volta anche a collaborazioni con altri operatori campani, in un’ottica di dialogo e sinergia con gli altri protagonisti della scena imprenditoriale teatrale, che conosceremo in una festa, pensata per offrire un’anteprima della stagione, che si terrà domenica 3 dicembre alle ore 18,30 all’Ostello della gioventù di Salerno in via dei Canali, un aperitivo per vedere le immagini dei trailer degli spettacoli. Tra le tante iniziative collaterali, la significativa “Come a casa”, l’invito ad ospitare una sera a cena, o a pranzo, le compagnie teatrali che faranno tappa a Salerno, un modo per fermare il tempo del “passaggio” degli attori che staranno in città, purtroppo, per una sola rappresentazione, offrendo loro una nuova scena, più intima che è quella di un nucleo familiare, la storia di una casa, una scena segreta su cui potrebbero scoccare nuove scintille, nuove nascite, per gli attori e gli ospiti. Mutaverso Teatro inaugurerà anche YouSpotChannel, un nuovo canale di comunicazione che seguirà i diversi eventi della stagione, con il quale potranno dialogare le imprese che intendono sponsorizzare il progetto. Il cartellone verrà realizzato all’Auditorium del Centro Sociale nella zona orientale della città e porterà a Salerno quattro prime assolute per la Campania: Victor, La semplicità ingannata, Be Normal e The hard way to understand each other, grazie ai buoni offici e quindi all’abbattimento dei prezzi tra diverse associazioni che condividono con Vincenzo Albano le stesse ricchezze e la pari povertà. Lo spettacolo inaugurale si terrà il 19 gennaio nella sede abituale del Centro Sociale di Salerno affidato a Fortebraccio Teatro che presenta “Il Cantico dei Cantici” il poema d’amore più conosciuto, più commentato, più tradotto nella Storia, e anche il più misterioso, un poema così fortemente erotico assunto sin dall’antichità nel canone dell’Antico Testamento, riletto da Roberto Latini. Il 2 febbraio in scena salirà la compagnia Dimitri-Canessa con “Hallo! J’m Jacket” un’ amara riflessione sul ruolo dell’artista nel cosiddetto “mondo contemporaneo”, che gli richiede più forma che contenuto, ma sviluppata con estrema ironia, traducendo metaforicamente la performance artistica in una prestazione sportiva. La stagione continua il 16 febbraio con la Dispensa Barzotti in Victor, dal Frankenstein di Mary Shelley che viaggia sul filo sospeso tra illusionismo e teatro di figura, giocando con le corde emotive dello spettatore senza pronunciare una sola parola, grazie, alla cura meticolosa per la scenografia. Marzo verrà aperto il 9 con “La semplicità ingannata”, satira per attrice e pupazze sul lusso d’esser donna, con protagonista l’attrice friulana Marta Cuscunà, ispirata sia alla vita di Arcangela Tarabotti, monaca del Seicento, autrice di un insieme di opere letterarie di cui “La semplicità ingannata” rappresenta quella più rappresentativa del suo pensiero, nonché alla vicenda delle Clarisse del “Santa Chiara” di Udine, che arrivarono a trasformare il loro convento in uno spazio di contestazione, di libertà di pensiero, di dissacrazione dei dogmi religiosi e della cultura maschile, con un fervore culturale impensabile per l’universo femminile dell’epoca. Il 23 marzo sarà dedicato alle operette morali di Giacomo Leopardi con “De Revolutionibus” sulla miseria del Genere umano, della compagnia Carullo-Minasi, per passare al 13 aprile con in scena la compagnia Sotterraneo in “Be Normal!” dedicato al tema del demone interiore, quel misto di ambizioni, aspirazioni, vocazioni innate che vorremmo assecondare, o uccidere per sempre. A seguire, il 27 aprile, “The Hard Way to understand each other” del Teatro Presente, un racconto fatto per immagini, per mettere in scena i mondi dei protagonisti, attanagliati dalla solitudine. Un felice ed invocato ritorno per il gran finale, il 18 marzo, che rivedrà sul palcoscenico del Centro Sociale Homologia, della Dispenza Barzotti, costruito sul segreto, che corrisponde all’afasia dei personaggi, sul silenzio del soggetto, e sull’innominabile che è il silenzio sull’oggetto attorno al quale ruota il dramma, la morte, la sua attesa.