Muore in carcere il corriere di Emanuele Barbone, la denuncia della moglie - Le Cronache
Cronaca Giudiziaria

Muore in carcere il corriere di Emanuele Barbone, la denuncia della moglie

Muore in carcere il corriere di Emanuele Barbone, la denuncia della moglie

di Pina Ferro

Detenuto muore nel corso della notte tra Natale e Santo Stefano: aperta un’inchiesta.
Alessandro Landi 36 anni è stato trovato senza vita intorno alle 2 dagli agenti di polizia penitenziaria. Il decesso dell’uomo è stato attribuito ad un infarto fulminante.
Tesi a cui non crede la moglie AnnaMaria Vitolo che attraverso l’avvocato Agostino Allegro ha presentato una denuncia.
Il Sostituto Procuratore Polito nelle prossime ore potrebbe disporre l’esame autoptico per fare piena luce sul decesso del giovane.
Alessandro Landi era detenuto da tre mesi ed era in attesa di processo. Era stato arrestato nel corso del blitz Italo che aveva portato in carcere dei giovanissimi che, suddivisi in gruppo detenevano il controllo dello spaccio a Salerno. Landi, secondo le accuse della Procura apparteneva al gruppo di Emanuele Barbone.
Il 36enne è stato rinvenuto dagli agenti di turno seduto sul wc della stanza di pertinenza, appoggiato su se stesso. Una posizione che ha immediatamente insospettito l’agente di turno il quale si è avvicinato all’uomo per accertarsi che fosse tutto a posto. Alessandrio era già morto quando è stato rinvenuto, inutile ogni tentativo di soccorso.
Secondo quanto riferito falla segreteria provinciale della Uil polizia penitenziaria, non appena è scattato l’allarme, nel giro di pochissimo tempo, presso l’istituto di pena è arrivato il comandante di reparto, che ha proceduto alle comunicazioni di rito all’Autorita giudiziaria per informare dell’accaduto. Successivamente, con l’arrivo del medico legale, la salma è stata trasferita presso l’obitorio dell’ospedale di via San Leonardo dove si trova attualmente a disposizione del magistrato.
La Uil Polizia Penitenziaria, si è complimentata “per l’eccellente lavoro svolto dagli operatori di polizia e dai sanitari che nonostante lavorano da tempo con pochissimo personale, anche questa volta, sono riusciti ad essere tempestivi nell’intervento, anche se poi le cause del decesso, sono state altre”.
Alessandro Landi era stato arrestato dai carabinieri delkla compagnia di Battipaglia, lo scorso 26 settembre, nell’ambito del blitz Italo che vede centocinquantadue indagati, e l’emissione di 62 misure cautelaridi cui 27 in carcere, 2 ai domiciliarie 33obblighidi di mora e presentazione alla polizia giudiziaria. L’operazione fu effettuata su disposizione del Gip presso il Tribunale di Salerno su richiestadella Direzione Distrettuale Antimafia.
Per tutti i soggetti coinvolti l’accusa è
a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alle rapine, portoabusivo d’armi, associazione finalizzata altraffico di stupefacenti e spaccio di sostanze stupefacenti.
Un’indagine nata per caso a seguito di alcune rapine a Pontecagnano. L’attività investigativa portò alla luce tre gruppi ben organizzati dediti allo spaccio. Le rapine servivano per finanziare per finanziare il mercato della droga. Alessandro Landi apparteneva al gruppo di Emanuele Barbone che deteneva il controllo dello spaccio a Salerno e Alessandro Landi, con problemi di tossicodipendenza, era uno dei corrieri di Barbone. Sempre secondo l‘impianto accusatorio Alessandro Landi insieme ad Emanuele Passero avrebbero avuto la capacità delinquenziale anche di “gestire” alcune giovani ragazze, di cui una in particolare facevano prostituire sulla Litoranea in cambio di sostanza stupefacente con l’introito di percentuali sui profitti sessuali.

<Mio marito non aveva problemi al cuore. Mi sembra strano che ad ucciderlo sia stato un infarto. E poi…>
Annamaria Vitolo, moglie di Alessandro Landi non crede che il marito sia spirato a seguito di un attacco di cuore. La coppia, che viveva a Matierno, aveva un bimbo di dieci anni. AnnaMaria aveva visto il marito l’ultima volta venerdì scorso e dice di averlo trovato in ottima forma. Ma a generare sospetti è sia il modo in cui le è stata comunicata la notizia che alcuni segni presenti sul cadavere del marito.
<Erano da poco passate le otto di ieri mattina quando i carabinieri mi hanno avvisato che avrei dovuto chiamare con una certa urgenza il carcere in quanto avevano delle comunicazioni importanti da farmi su mio marito. Quando ho chiamato la casa circondariale mi è stato riferito che Alessandro aveva avuto un malore nel corso della notte che era deceduto e che la salma si trovava all’obitorio dell’ospedale di via San Leonardo. Ovviamente mi sono precipitata in ospedale dove ho dovuto chiedere l’intervento di una volante della polizia in quanto non volevano farmi vedere mio marito.Quando finalmente ho potuto vedere il suo corpo ho notato delle strane cose. Nella parte interna del labro superiore c’era del sangue, e all’altezza dell’attaccatura del collo vi erano dei segni, dei lividi, poi il viso era molto gonfio. Mi è parso strano. Non dico che non può essere stato stroncato da un infarto, ma ho qualche dubbio ed è per questo che mi sono rivolta al mio avvocato per presentare una denucia. Mio marito non aveva patologie cardiache e, anzi, da quando era in carcere le sue condizioini fisiche erano migliorate notevolmente. Non faceva più uso di sostanze stupefacenti nè di metadone. Questo gli aveva consentito, dopo essersi sottoposto a delle analisi di rito, di essere assunto da una società interna al carcere come idraulico. Lavorava e se avesse ancora assunto droghe non sarebbe stato possibile. Anzi, questo mese ci aveva mandato anche 200 euro del suo stipendio>. Insomma la signora AnnaMaria ora vuole vederci chiaro.