Morrone: «Ho denunciato tutto anche al Pd. La Sereni mi disse: qui non è un tribunale» - Le Cronache
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Morrone: «Ho denunciato tutto anche al Pd. La Sereni mi disse: qui non è un tribunale»

Morrone: «Ho denunciato tutto anche al Pd. La Sereni mi disse: qui non è un tribunale»

di Andrea Pellegrino

La prima “notizia di reato” su piazza della Libertà porta la firma di Fausto Morrone. L’allora consigliere comunale spedì il suo primo esposto alla Procura della Repubblica, alla Corte dei Conti ed anche all’allora presidente della Giunta regionale della Campania Antonio Bassolino. Il primo numero di procedimento porta la data del 10 ottobre 2009, la firma del pm Valenti ed il visto dell’ex procuratore della Repubblica Franco Roberti.
Fausto Morrone, all’epoca denunciava «atteggiamenti disinvolti» dell’amministrazione cittadina, nonché la mancata copertura dei fondi per la realizzazione di Piazza della Libertà.
«In buona sostanza mancavano 12 milioni di euro. Il mio è stato un esposto molto esplicito che partiva proprio dall’assenza di risorse finanziarie per bandire l’appalto, oltre poi alla vicenda delle aree demaniali. Ma stiamo parlando del 2009, da allora tante cose si sarebbero potute evitare».
Ed invece?
«Siamo ad oggi nel 2016 con richieste cautelari respinte ed un’opera che è andata avanti, Crescent compreso, le cui vicende non solo sono sotto gli occhi dei salernitani ma sono ben note all’intero Paese».
Ma all’epoca rimasero tutti zitti?
«Sì, anche Antonio Bassolino e tutta la sua giunta regionale, destinataria del mio esposto. Ma nessuno disse nulla. Così come nulla fu fatto, all’epoca, dalla Procura della Corte dei Conti, che fu avvisata da me con un esposto. Insomma, denunciavo l’assenza di coperture finanziarie ma non creò nessun effetto. Oggi vedo che il mio esposto ha avviato il procedimento penale ma dopo quanto tempo si è concluso? A me sembra tutto molto strano ed è amaro che si arrivi a queste conclusioni, soprattutto per me che ho sempre combattuto contro il sistema Salerno».
Gran parte delle denunce infatti portano la sua firma…
«Ebbene sì, anche se i tempi della giustizia mi scoraggiano, io vado comunque avanti. Da segretario della Cgil e poi da consigliere comunale ho denunciato in tutte le sedi questo sistema che discrimina i più deboli: se non sei amico degli amici non hai diritto a nulla, non puoi aspirare, ad esempio, ad un posto in una società pubblica. Come segretario provinciale della Cgil ho denunciato poi la scarsa occupazione dei salernitani all’interno dei cantieri».
Dovrebbe essere il contrario…
«Ed invece il sistema Salerno inizialmente ha favorito imprese del territorio, poi dal 2008 l’attenzione si è spostata fuori provincia. E sono molte le imprese che provengono da Caserta. Si faccia uno screening delle imprese che lavorano sul questo territorio e si vedrà da dove provengono. Ma soprattutto, un dato su tutti, alcune di loro sono destinatarie di interdittiva antimafia. E la magistratura arriva sempre più tardi e sempre dopo le mie denunce. Ed al Comune? Possibile che non si rendano conto di ciò? Ed ancora: perché a Salerno i lavoratori edili si contano sulle dita di una mano? Domande a cui gli inquirenti dovrebbero dare una risposta anche per non scoraggiare chi, come me, segnala queste anomalie».
Ma cosa è il sistema Salerno?
«E’ un sistema che parte dalle società miste, arriva a fidelizzare un’ampia fetta di città, gli organi di informazione e porta dall’esterno i lavoratori edili. E’ un sistema collaudato che oggi sta vendendo fuori. Per quanto mi riguarda io non resto sbalordito da ciò che sto leggendo, bensì mi meraviglia la lentezza della magistratura».
Un sistema che tocca anche il Pd…
«Certamente. Io sono andato via dal Partito democratico anche per questo. Ho provato a denunciare tutto ciò che accadeva ai vertici del partito senza ottenere nessuna risposta. L’attuale vicepresidente della Camera dei Deputati Marina Sereni, all’epoca era al corrente delle mie denunce. Mi risposte: “Il Pd non è un tribunale”. Oggi, poi, vediamo primarie pagate per persone che non si sono recate al seggio; tesseramenti falsi ed inquinati. Tutto questo per non dare ascolto a Morrone e tutto questo mentre in gran parte delle città da qui a breve si svolgeranno le primarie. Perché il Pd sul caso Salerno non dice una parola?»
Perché?
«Guardi io sono felice di stare fuori da questo partito oggi. Sono felice di aver fatto questa scelta se oggi assisto ad un silenzio assoluto che parte da Roma ed arriva a Salerno, passando per gli organismi regionali. All’epoca mi fu impedito di parlare ed oggi il Pd è responsabile di ciò che sta accadendo. Ed è una inchiesta che non coinvolge solo vertici salernitani, bensì riguarda il presidente della giunta regionale, il suo vicepresidente e l’ex capo della segreteria politica. Ed anche in Regione Campania nessuno dice nulla».
In verità neppure l’opposizione?
«Al di là di interventi isolati non ho trovato nulla. Non c’è una riga della minoranza del Pd, come non c’è nulla da parte di Forza Italia. Tutti silenziosi innanzi ad una vicenda vergognosa. Ed è per questo che la magistratura deve garantire più che mai ai cittadini il proprio sostegno. Deve incentivare e non disilludere chi denuncia».