Mobiliere salernitano ridotto sul lastrico dalle banche - Le Cronache
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Mobiliere salernitano ridotto sul lastrico dalle banche

Rovinato dalle banche, costretto a licenziare i propri dipendenti e sull’orlo del fallimento. E’ il calvario di un noto imprenditore salernitano operante nel settore dei mobilieri che ora rischia di perdere anche il proprio immobile aziendale, oggetto di un mutuo, che è stato messo all’asta. Un dramma umano di cui si fa portavoce il presidente Fapi (Federazione autonoma piccole imprese) di Salerno Martino Passannati che, insieme con l’avvocato Maria Maddalena Gaeta, legale dell’imprenditore, racconta la storia del noto mobiliere salernitano, associato Fapi, che dopo aver operato con la sua azienda a Salerno per circa 50 anni, ora rischia di chiudere, sommerso dai debiti e dalla crisi. Tutto comincia nel 2009 quando l’imprenditore, che aveva rapporti bancari con un noto istituto di credito, attraverso un fido di 180mila euro, si vede revocare tutti gli affidamenti dopo aver utilizzato 137mila euro, senza che quindi si fosse creato il presupposto. E’ l’inizio di un calvario: per l’imprenditore scatta l’interdizione dall’accesso al credito ma, al tempo stesso non si dà per vinto e attraverso la consulenza dell’avvocato Gaeta apre un contenzioso in sede civile con l’istituto di credito. Il procedimento sembra andare bene: la banca, chiamata in giudizio, ammette che non si erano ancora create le condizioni per revocare il fido e il giudice dispone una consulenza tecnica di ufficio per quantificare il danno. Come però spesso accade, i lunghi tempi della giustizia complicano le cose. Nel corso del procedimento cambia il giudice ed il secondo revoca tale consulenza con la conseguenza che, seppure il procedimento ancora in corso (la prossima udienza è prevista per il 2 aprile 2014) dovesse concludersi a favore dell’imprenditore, occorrerebbe intraprendere un nuovo procedimento civile per la quantificazione del danno. Intanto l’istituto di credito comunica all’architetto di potere accedere ad un finanziamento agevolato garantito dal Mediocredito centrale ma è solo un’altra triste illusione. La banca, infatti, prima fa esporre l’imprenditore con uno sconfinamento del conto corrente e poi non concede il finanziamento dopo che il mobiliere ha avviato nuovi investimenti per sollevare l’azienda. La conseguenza è che non c’è più liquidità, non si può accedere al credito e l’imprenditore giunge al tracollo vedendosi costretto a licenziare tutti i suoi dipendenti. Intanto il tribunale di Salerno, sezione esecuzione, reso edotto della vicenda dispone la vendita dell’immobile aziendale fissando l’udienza per il prossimo 11 luglio. «Abbiamo tentato in tutti i modi di trovare un accordo con l’istituto di credito – spiega il legale dell’imprenditore, l’avvocato Maria Maddalena Gaeta – ma anche all’ultima proposta di bonario componimento attraverso una rateizzazione di 3900 euro al mese – non ci è giunta risposta». Ma non è tutto, contro l’istituto di credito è stato incardinato anche un procedimento penale. Secondo la denuncia sporta dall’imprenditore, attraverso l’avvocato Gaeta, il direttore dell’istituto di credito lo avrebbe addirittura indirizzato al mercato usuraio consigliandogli di rivolgersi a canali alternativi al credito potendo egli stesso presentargli qualcuno. Una sorta di «dilazione interna – come si legge nella denuncia sporta dall’imprenditore – per continuare a palleggiare all’interno la questione prima che la posizione passasse ad un altro ente presso il quale le partite si sarebbero raddoppiate», «al fine di non perdere la pratica». «Il tutto – si legge ancora nella denuncia presentata in Procura – senza fornire alcuna spiegazione circa la ragione della revoca di rapporti negligentemente gestiti dai funzionari della banca i quali hanno operato arbitrari giroconti ed operazioni non autorizzate sui conti dell’imprenditore così determinando lo sconfinamento degli affidamenti». La triste vicenda del mobiliere salernitano, non è purtroppo un caso isolato. Sono tanti gli imprenditori del settore che non riescono più ad andare avanti. L’associazione Fapi, attraverso il patrocinio dell’avvocato Gaeta, ha attivato dei centri di ascolto ai quali possono rivolgersi imprenditori che hanno avuto problematiche analoghe. Il centro è attivo a piazza XXIV Maggio il giovedì, dalle 16 alle 19.

 

28 marzo 2013