Marco Iemma e la tradizione del Night - Le Cronache
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Marco Iemma e la tradizione del Night

Marco Iemma e la tradizione del Night

 

Abbiamo incontrato il giovane musicista salernitano pianista classico e specialista del canto moderno

Di MARINA PELLEGRINO

Incontriamo Marco Iemma, giovane musicista salernitano, diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Giuseppe Martucci di Salerno, e specializzato in Canto Moderno. Dotato di una personalità poliedrica, Marco da numerosi anni si dedica all’intrattenimento musicale nell’ambito di cerimonie, avvenimenti locali e molto altro, affiancato da numerosi musicisti, tra cui un sassofonista, un trombettista, un violinista, una vocalist femminile, la salernitana Tonia De Vito, componenti di una “band”  dal repertorio ampio e che spazia dal classico al pop italiano e internazionale, dal jazz allo swing e al revival. Marco, partiamo dalla tua storia musicale. Quando hai capito di voler essere un musicista? Cosa ti ha avvicinato al fantastico mondo della musica e come hai affrontato il tuo percorso accademico al conservatorio? All’età di circa sei anni, chiesi a mia madre di poter studiare musica. Come avessi maturato questa idea, apparentemente così specifica, nessuno lo sa.  La consapevolezza di voler essere un musicista ha iniziato a farsi breccia in me quando ho raggiunto la maggiore età. Iniziavo a sentire l’esigenza di fare della musica; qualcosa in più di un semplice studio o passatempo.  Il percorso di studio al Conservatorio di Salerno è sicuramente stato un banco di prova importante e ha nascosto non poche insidie.  In effetti la mia condizione di allievo cominciava ad assumere nuove forme. Lo studio e la dedizione richiesti erano di sicuro più impegnativi e  continui.  C’è da dire che è stato proprio questo mondo così elitario a permettermi un decisivo salto di qualità e ad assumere la consapevolezza del mio futuro musicale. Cosa ti ha spinto a sperimentare diversi generi musicali? Quando ti sei reso conto che il genere classico “ti stava stretto”? Un bel po’ di anni fa, ormai, mi ritrovai ad assistere ad un saggio di una scuola di musica leggera salernitana e mi colpì molto l’integrazione e la collaborazione musicale che regnava sovrana.  Guardare tanti ragazzini, anche più piccoli di me, condividere un dono così grande come la musica, mi catturò.  Spesso il canonico percorso di studi classico tende un po’, almeno nei primi anni, a isolare gli allievi e a dar poco spazio alla condivisione. O almeno così è stato per me. Quel saggio, quindi, fu il trampolino di lancio per avvicinarmi a nuovi generi e conoscenze musicali. Dal tuo curriculum vitae, apprendiamo infatti che dopo gli studi classici ti sei specializzato in canto moderno. Che collegamento hai trovato tra queste due materie generalmente non compatibili? Parallelamente agli ultimi anni al Conservatorio, iniziai a dedicarmi alla musica leggera, alle armonie jazz e a frequentare anche altri ambienti musicali.  E fu proprio grazie a queste frequentazioni che cominciai a fare della mia passione una professione.  Cominciai a suonicchiare un po’ dovunque, e avvertii quasi subito la necessità di completare le mie aspirazioni e inclinazioni.  Sentivo il bisogno di trovare un altro linguaggio, un altro mezzo di espressione.  Il canto mi avrebbe offerto queste possibilità, e decisi di seguire l’istinto e di studiare la mia voce, di acquisirne coscienza.  Il tutto condito sempre da una buona dose di sana incoscienza. In generale, qual è lo stile musicale che rispecchia di più la tua sfaccettata personalità? Questa è una domanda che spesso pongo a me stesso ma senza trovare risposta. In maniera quasi fanciullesca mi lascio trasportare dalla potenza della musica al di sopra di generi e quanto altro.  Di sicuro ritengo di essere molto affascinato dallo swing e dagli intramontabili “crooners”, ma a volte sento l’esigenza di dover riprodurre pianisticamente e\o vocalmente  brani appartenenti ai più svariati generi musicali. Com’è nata la collaborazione con la cantante Tonia De Vito? Tonia De Vito è stato un piacevole incontro durante il mio “girovagare musicale“.  Come la vita, la musica favorisce naturalmente alcune collaborazioni a dispetto di altre.  Il rapporto musicale, poi, si nutre non solo di note e spartiti, ma di rispetto e di lealtà.  La voce di Tonia  mi ha conquistato immediatamente con la sua dolcezza e le mille sfumature capace di assumere. Qual è l’aspetto musicale che vi ha unito professionalmente? Che tipologia di repertorio amate presentare ai numerosi e differenti pubblici che vi capita di affrontare? Il connubio musicale scaturito dalla conoscenza di Tonia ha assunto fin da subito toni caldi e sonorità accattivanti.  Il messaggio che proviamo a veicolare è assolutamente intimo e contemplativo. Attraverso la riscoperta e nuovi arrangiamenti di brani sia italiani che stranieri di grande spessore proviamo a comunicare al pubblico un po’ delle nostre emozioni.  In una realtà che ci vede iperattivi e immersi nelle tecnologie, il nostro obiettivo e di provare a far chiudere gli occhi e ascoltare il mondo interiore piuttosto che guardare meccanicamente quello esteriore. Prima di salutarci, ci dici per quando sono previsti i tuoi prossimi appuntamenti musicali? Gli impegni musicali più imminenti sono relativi ad eventi privati in giro per la Campania.  Intorno alla fine di Aprile sarò a Milano per esibirmi in fiera e poi di nuovo a Salerno per una serie di serate con Tonia De Vito e altri amici musicisti.  Contestualmente collaboro costantemente con diverse strutture alberghiere dislocate sul territorio. Come diceva Miguel De Cervantes: “Dove c’è musica non può esserci nulla di cattivo”.