Mandolino che passione! - Le Cronache
Spettacolo e Cultura Musica

Mandolino che passione!

Mandolino che passione!

Bel successo di pubblico, per i nostri plettri reduci da Sanremo, guidati dal docente Mauro Squillante, unitamente ai colleghi Luca Petrosino, Adolfo Tosto ed Olena Kurkina, ospiti ieri sera, del salotto virtuale di Le Cronache

 

Di Olga Chieffi

E’ stato un colpo di fulmine il mandolino, che ha cambiato, improvvisamente, le vite dei quattro componenti della Napoli Mandolin Orchestra, che abbiamo applaudito sul palcoscenico di Sanremo al fianco di Ermal Meta. Ieri sera, Mauro Squillante docente di questo strumento presso il Conservatorio “G.Martucci” di Salerno, e i suoi allievi e colleghi, Luca Petrosino, Adolfo Tosto ed Olena Kurkina, ospiti del salotto virtuale di questo quotidiano, “In prima fila con…”, ci hanno raccontato l’esplosione del loro daimon, nei confronti di questo particolare strumento, a cominciare dal maestro Mauro, che era uno studente di cinese con ambizioni di diplomatico. “Assistei ad un concerto di Sergio Bruni, il quale era in duo con il grande mandolinista Antonio Coletti. Il giorno dopo chiamai il maestro Coletti e decisi di cambiare vita. Studiai, poi, con Fabio Menditto a Roma, quindi, il diploma al Conservatorio Pollini di Padova, sotto la guida di Ugo Orlandi, al tempo, infatti era l’unica cattedra di questo strumento, istituita nel 1992, e suscitò enorme meraviglia, che un napoletano si fosse diplomato in mandolino al Nord. Oggi la situazione è nettamente migliorata, l’insegnamento si è allargato a macchia d’olio, anche nei licei, ma manca l’ultimo tassello che è quello della scuola media, per il quale naturalmente stiamo lavorando”. “C’era una giovane orchestra di plettri – continua Adolfo Tronco – che provava nel salotto di casa mia. Tra questi c’era anche il maestro Squillante, e assistendo alle prove di sera in sera, è scoccata la scintilla”. Olena Kurkina ha sempre ammirato la nostra tradizione dalla sua Ucraina. “Alla Accademia di Kiev avrei desiderato studiare il pianoforte, ma la richiesta era enorme e il livello per l’amissione a quelle classi diventava stratosferico. Così, mi misero tra le mani la domra, che è il corrispettivo etnico del vostro mandolino. Poi, ho capito che dovevo venire nella vostra bella e musicale Italia, per poter studiare seriamente sia i plettri che il mandolino in particolare. Ho, così, conseguito il diploma di musica da camera presso il Conservatorio di Musica “G. Frescobaldi” di Ferrara, e oggi sto perfezionandomi in mandolino col maestro Squillante”. “Inseguivo un suono “altro”– ha rivelato Luca Petrosino – per il mio progetto Rockammorra. Entrai in un negozio di musica da chitarrista elettrico e ne uscii col mandolino sottobraccio, dopo averlo visto appeso, e avendolo sfiorato senza nulla sapere. In seguito, mi iscrissi al Conservatorio Martucci di Salerno, mi sono diplomato con il maestro Squillante ed eccoci qui, a divulgare il suono del mandolino napoletano nel mondo”. Tante le domande dei nostri lettori dal web, a cominciare dalla compatibilità del suono del mandolino con la musica contemporanea. La risposta è stata naturalmente positiva, a cominciare dal mandolino americano bluegrass, che ricordiamo al teatro Verdi di Salerno, tra le mani di Chris Thile, grande interprete di Bach, per poi passare tra le numerose varianti etniche, come ad esempio il bandolim portoghese, senza tralasciare, la musica da camera contemporanea, ove la produzione è talmente vasta da scoraggiare qualsiasi tentativo di elenco: il mandolino è stato impiegato in innumerevoli combinazioni timbriche con altri strumenti in opere di Schonberg, Donatoni, Petrassi, Santorsola e tantissimi altri. Abbiamo, quindi, potuto apprezzare i nostri amici mandolinisti, nella loro performance sanremese, per loro una grande ed inattesa emozione, ove si sono presentati come ambasciatori di questo strumento, e certamente, l’impatto più forte è stato per la Kurkina, la quale, in patria, ha sempre seguito, sin da bambina, questo grande evento musicale, per poi essersi ritrovata a viverlo, attraverso uno strumento che, forse, per la prima volta ha calcato questa ribalta internazionale, ma abbiamo applaudito la formazione anche nel loro repertorio tradizionale di sostegno ai cantanti, interpreti delle gemme della grande tradizione musicale partenopea da “‘O paese d’ ‘o sole” a “Canzona appassiunata”, fino a “Lacreme napulitane”, protagonisti assoluti della prestigiosa kermesse Mandolini sotto le stelle. Gran finale con Adolfo Tosto, eccellente performer, che ci ha portato nella Napoli, del fermento artistico del cafè-chantant, ove con Ferdinando Russo e le interpretazioni di Nicola Maldacea, nacque la canzone macchietta. Lì con maestria si ironizzava su quei personaggi “antisociali” come il gagà, il prete “vizioso”, il politico corrotto, come dire “categorie” particolari di quella società. Come autore, nonché interprete di questo genere, spiccò il nome di Armando Gill, scelto da Adolfo, per la dedica alle lettrici di Le Cronache: “Attenti alle donne”, in cui simpaticamente si mettono a nudo le debolezze di alcuni uomini e la maestria di certe donne, ieri, come oggi.