Maccauro replica ad Amatruda: «Voleva un contributo elettorale» - Le Cronache
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Maccauro replica ad Amatruda: «Voleva un contributo elettorale»

Maccauro replica ad Amatruda: «Voleva un contributo elettorale»

di Andrea Pellegrino

«Un’ aggressione violenta». Mauro Maccauro dalla stazione marittima – nel corso del convegno di ieri pomeriggio con Piero De Luca ed Enzo Napoli – risponde a Gaetano Amatruda che poche ore prima aveva etichettato i relatori dell’incontro come «markettari istituzionali». Una risposta forte quella del presidente di Assindustria di Salerno che ricorda anche l’incontro avvenuto con Gaetano Amatruda all’atto della candidatura a sindaco di Forza Italia. «Si era presentato da noi – dice – con tanto di conto corrente per chiedere un contributo. Cosa legittima sicuramente. Ma dopo 48 ore non era più candidato sindaco. Anche alla luce di tutto ciò mi sembrano assurdi questi attacchi. Tra l’altro – annuncia Maccauro – a partire da questa settimana sono pronto a confrontarmi con tutti i candidati». Gaetano Amatruda, esponente azzurro che affianca il progetto politico di Roberto Celano, in mattinata aveva dichiarato: « Questa iniziativa della Stazione Marittima e’ lo specchio del sistema di potere salernitano.  La confusione fra politica e ruoli istituzionali, dunque terzi. L’ipoteca dei figli del Capo sui gruppi dirigenti e sulla città. Il familismo amorale che diventa regola e metodo.  Mi spiace per delle personalità che stimo come Maccauro e Gallozzi, credo però che sia un grave errore mischiarsi ai ‘marchettari istituzionali’. E’ una iniziativa politica e non ha senso, è inopportuna la presenza di chi ha ruoli di rappresentanza e associativi nella città. Correre al capezzale dei figli è mortificante, è un sistema vecchio. La città europea? Macché. Questa è la rappresentazione dell’ultimo dei paesini, nell’Italia del dopoguerra. Nessuno derubrichi la polemica con la lettura dell’astio verso i figli di Pol Pot. Questa iniziativa e’ lo specchio della crisi, e’ la inconsistenza dei gruppi dirigenti e del burattino che presta il volto, è la fotografia del provincialismo dei protagonisti economi del territorio salernitano.  Questi signori dovrebbero costruire rapporti, avere interlocutori europei, puntare sulla competitività. Stimolare la politica locale, tutta, indicare le sfide.  Invece seguono proni. Così – ha detto ancora Amatruda – non cresce Salerno, si accreditano solo posizioni di potere». Anche il candidato sindaco Roberto Celano aveva puntato il dito contro l’iniziativa: «Da sempre evidenzio il sistema di potere, la cappa asfissiante costruita sulla città che “uccide” il merito e favorisce la fedeltà al potere. Di quel sistema fanno organicamente parte tutti coloro che in questi  hanno dato vita a trasversalismi, hanno avuto atteggiamenti ondivaghi e comodi per chi “controlla” socialmente la città, sono stati compiacenti col potere per non “inimicarselo”. Oggi costoro escono allo scoperto in campagna elettorale dimostrandosi (anche con metodi beceri e vergognose cadute di stile) il “braccio armato” del finto progressismo, dopo aver condotto una “finta” opposizione. La nostra sfida è con gli uomini liberi, quelli davvero non compromessi, quelli che credono che un’altra Salerno sia possibile. Noi siamo con quel popolo che crede fortemente nella sua forza, nella sua autonomia, nella sua libertà, nella sua dignità e nel suo orgoglio, noi lotteremo fino all’ultimo e con determinazione con quel popolo che il 19 giugno, al ballottaggio, restituirà la città ai suoi innamoratissimi figli». Ad entrambi la replica secca del primo cittadino Enzo Napoli: «Siamo costernati».