Nonostante il 19 marzo scorso abbia superato il venerando traguardo delle 76 primavere, Mario Macalli, presidente da più di cinque lustri di quella che una volta venica chiamata serie C, mantiene intatto il suo vulcanico caratterino: «Chi ha detto che abbiamo parlato della tifoseria salernitana? E’ una balla clamorosa! Nessuno, l’ha fatto, nessuno! T’è capì?». Urla Macalli, lo fa anche in dialetto lombardo, ripetendo all’infinito “nessuno”, come un disco rotto. Lotito, lunedì sera, commentando l’arresto di otto tifosi granata ad Aprilia, aveva detto a Lira Tv: «Sono stato ad un convegno sulla Lega Pro e me ne hanno dette di tutti i colori sui tifosi salernitani». Il ragioniere di Crema è inviperito per questa affermazione del patron: «Nemmeno le sedie ne hanno parlato dei sostenitori granata, glielo dice il presidente di Lega Pro. Avrò tanti difetti, ma quando dico una cosa è quella. Smentisco categoricamente che si sia parlato dei tifosi della Salernitana». Che qualcosa non sia andato per il verso giusto, durante il convegno sulla riforma dei campionati di Lega Pro tenutosi lunedì scorso presso la Scuola di Polizia a Roma, lo si capisce da come Macalli commenta la proposta di De Laurentiis di inserire nel campionato di Lega Pro le formazioni Primavera delle società di massima serie sul modello spagnolo: «Lo escludo nella maniera più assoluta. I tornei da bar li facciano nei loro stadi. Noi abbiamo una dignità da salvaguardare che non è in vendita. Faccio un esempio. Cosa succederebbe in Italia con un campionato senza retrocessioni con le squadre primavera fuori classifica? Cosa succederebbe se una squadra a cui servono i punti si trovasse ad affrontare una Primavera?». In effetti non fa una grinza. Ma Macalli non ha finito, anzi…: «In Lega Pro si gioca come diciamo noi. Impiegheremo i nostri vivai e non i loro, ed i contributi verranno erogati a chi seguirà le nostre indicazioni. Queste grandi società -sbotta Macalli- che spingono per questi tornei da scapoli ed ammogliati, quando prestano i loro giovani in Lega Pro fanno di tutto per non pagare i premi di valorizzazione. Questa gente parla, noi invece facciamo i fatti. Le chiacchiere stanno a zero. Di loro non abbiamo bisogno, noi gli imprenditori seri li abbiamo già. E poi -spiega Macalli- se proprio vogliamo dirla tutta, il 70% dei clubs di serie A non è favorevole a questa ipotesi». Il cellulare è bollente, Macalli è incontenibile. Soprattutto quando gli si fa notare candidamente che la Salernitana, di fatto, è una succursale della Lazio Primavera: «Lotito sa che, se la Salernitana va in serie B, o vende la società granata o vende la Lazio -tuona Macalli- questo è poco ma sicuro. Le regole valgono per tutti. Lotito in questo momento può avere due proprietà perchè giustamente il Consiglio Federale ha concesso una proroga per consentire ad una società rinata dalla serie D di organizzarsi anche a livello di settore giovanile e gettare le basi per i prossimi anni. E’ chiaro -aggiunge il numero uno della Lega Pro- che se la Salernitana dovesse andare in serie B da qui a un paio di stagioni, Lotito dovrà scegliere se tenerla e vendere la Lazio oppure il contrario. C’è poco da fare». Una vera e propria stilettata, quella di Macalli che lascia trapelare il possibile scenario futuro. Leggendo tra le righe di quanto detto da Macalli, il Consiglio Federale a giugno concederà le multiproprietà non più fino alla serie D bensì fino alla Lega Pro. Non oltre. Un bel guaio per Lotito, che dovrà capire già dalla prossima estate come gestire questa patata bollente. Mala tempora currunt. Garantisce Macalli.
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