L'Orchestra Giovanile Napolinova incontra Felice Cusano - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

L’Orchestra Giovanile Napolinova incontra Felice Cusano

L’Orchestra Giovanile Napolinova incontra Felice Cusano

 

Questa sera, alle ore 20, nell’incantevole cornice della Chiesa della SS.Annunziata, ultimo appuntamento con la formazione napoletana che verrà diretta dal celebre violinista

Di OLGA CHIEFFI

Grande appuntamento per l’ultimo concerto della stagione invernale dell’Orchestra Giovanile Napolinova qui a Salerno nell’incantevole cornice della Chiesa della SS. Annunziata, previsto questa sera per le ore 20,30. La formazione che abitualmente ospita direttori e solisti avrà sul podio Felice Cusano, violinista e docente di fama internazionale, rappresentante della grande scuola violinistica napoletana. Il violinista dedicherà al pubblico salernitano, uno dei più interessanti concerti per questo strumento di Antonio Vivaldi, l’ RV 277, in Mi detto il Favorito da parte dell’autore stesso o forse dell’imperatore Carlo VI, pubblicato nell’op. XI del 1729. Si tratta dunque di un titolo impegnativo, ma che trova puntuale riscontro nell’eccellenza dell’invenzione e nella fattura preziosa del concerto. Del resto la perfezione formale, l’ampio respiro, la superba e introspettiva eloquenza, la ricchezza del linguaggio cromatico, l’aristocratica intensità espressiva e l’elaborazione compositiva implicano un registro retorico particolarmente elevato; tanto che, in qualche modo, il lavoro si pone come una sorta di idealizzata quintessenza del più maturo concerto vivaldiano. E questo si ravvisa anche nel disegno raffinatissimo e lussureggiante della parte solistica, improntata al virtuosismo lirico e cantabile proprio dello stile vivaldiano a partire dalla metà degli anni Venti. Si passerà, quindi, alla radiosa “Ninna nanna” di Gershwin, una torch song d’atmosfera che tutti conosciamo col titolo di Summertime. E’ generalmente nei brevi pezzi pianistici e nei Lieder che il norvegese Edvard Grieg sembra aver raggiunto i migliori risultati grazie ad una freschezza di accenti e ad un sentimento crepuscolare. Se aveva debuttato nel linguaggio orchestrale con l’Ouverture da concerto op. 11 “In Autunno”, scritta a Roma nel 1865 e concepita sulla falsariga delle Ouvertures di Mendelsshon e sotto l’influenza di Niels Gade, nelle Due melodie elegiache op. 34, presentate per la prima volta in pubblico il 3 novembre 1880 a Bergen sotto la direzione dell’autore, Grieg non realizzò che l’adattamento per una fluida orchestra d’archi di due precedenti Lieder op. 33 “Herzwunden” (Il cuore ferito) dal n. 3 e “Letzer Friihling” (L’ultima primavera) dal n. 2, pezzi arrangiati anche per pianoforte a due e quattro mani e originalmente scritti su testi in dialetti contadini norvegesi del poeta e giornalista Aasmund Olavsson Vinje. Lieder come molti altri dedicati alla moglie Nina Hagerup, incontrata nel 1864 e sposata tre anni dopo. “La ferita” e “Primavera” divennero così, con sottolineatura sentimentale, “Il cuore ferito” e “L’ultima primavera”. Nella prima (Allegretto espressivo, do minore), dopo una sorta di corale introduzione omoritmica, il canto è affidato al violoncello, mentre l’orchestra si riserva un ritmato, partecipe accompagnamento. Nel secondo (Andante, sol maggiore) i violini primi riprendono la loro preminenza melodica (viole e violini II vi appaiono sempre divisi). Due grandi temi lenti chiuderanno il programma, l’Andante festivo di Jean Sibelius datato 1922 brano celebrativo pacato e solenne, quasi silenzioso e quello firmato da John Williams per il film Schindler’s List, una melodia che riflette tutto il dolore e la nostalgia del mondo ebraico.