Lombardi: “Sempre più precari gli assetti operativi delle imprese. Ecco perché cambia la tipologia dei contratti adottati dalle aziende” - Le Cronache
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Lombardi: “Sempre più precari gli assetti operativi delle imprese. Ecco perché cambia la tipologia dei contratti adottati dalle aziende”

Lombardi: “Sempre più precari gli assetti  operativi delle imprese. Ecco perché cambia  la tipologia dei contratti adottati dalle aziende”

“I dati sui flussi occupazionali nel settore delle costruzioni – dichiara il presidente di Ance Salerno Antonio Lombardi – rivelano la gravità della situazione nella quale continua a versare il comparto, che si è sempre contraddistinto per il traino fornito all’economia nei momenti di maggiore crescita. La perdita di un terzo dei posti di lavoro tra il 2008 ed il 2014 in Campania è un dato assolutamente allarmante, ma, purtroppo, non ben percepito dai vari livelli istituzionali. Di fronte ad una catastrofe, oltre che imprenditoriale, di natura sociale di questa entità si sarebbe dovuta attivare ben altro tipo di risposta in termini di investimenti pubblici”. “Pur considerando – continua Lombardi – le accelerazione della spesa sul versante dell’impiego dei fondi strutturali europei, è abbastanza chiaro che non siamo entrati ancora nella fase di immissione di liquidità nei territori: l’aumento dei bandi di gara pubblici è un segnale certamente positivo, ma ancora non si configurano aperture diffuse di cantieri”. “Occorre, poi, aggiungere – conclude Lombardi – che i più recenti rilevamenti sull’erogazione del credito alle imprese non rimarcano un’inversione di tendenza ed anche in questo caso a pagare le conseguenze di una valutazione del rischio particolarmente severa è la filiera delle costruzioni. Non sorprende, quindi, la metamorfosi in atto nella tipologia degli assetti occupazionali all’interno del comparto edile: il ricorso con maggiore frequenza alla manodopera indipendente è un altro sintomo della precarietà del portafoglio ordini delle aziende. Un fenomeno che dovrebbe indurre a varare al più presto un piano di investimenti in grado di dare realmente ossigeno al tessuto produttivo”.