L’oboe, Ennio Morricone, il disincanto - Le Cronache
Spettacolo e Cultura Musica

L’oboe, Ennio Morricone, il disincanto

L’oboe, Ennio Morricone, il disincanto

di Olga Chieffi

Si è rivista una sala da concerto, ieri sera, nel contenitore virtuale di Le Cronache, “In prima fila con..”, i cui protagonisti l’oboista Luigi De Nardo e la pianista Teresa Roncone, si sono collegati dall’auditorium della scuola in cui insegnano, il liceo musicale “A.Galizia” di Nocera Inferiore. La scuola è aperta e la dirigente scolastica Maria Giuseppa Vigorito ha concesso lo spazio, presentando i suoi docenti, un po’ come Cornelia, la madre dei Gracchi fece con i suoi figli. In linea, un prestigioso parterre, a partire da Carmine Santaniello, direttore del San Pietro a Majella, “il primo” conservatorio, erede e divulgatore di una tradizione musicale che ha salutato tra quelle mura i nomi più luminosi della nostra storia e Mario Ciervo, violoncellista, compositore e direttore d’orchestra, già docente del conservatorio partenopeo e che diverse volte abbiamo applaudito al Verdi, in veste di direttore e di compositore delle musiche di spettacoli quali I promessi Sposi e Il Ritratto di Dorian Gray, al fianco di Tato Russo. Il duo De Nardo-Roncone, ci ha donato una performance in miniatura, ispirata dalle melodie di Ennio Morricone, inaugurata dal tema d’amore de’ “La Califfa”, l’immancabile Gabriel Oboe da Mission, efficaci modelli per quella realizzazione musicale del ‘discorso interiore’ del personaggio, che avevano trovato adeguato sviluppo già nei drammi musicali wagneriani. L’impiego dell’orchestra quale mezzo di trasparenza interiore è tangibile, nell’oboe dolente che, in linea con un topos tradizionale, introduce, qui come, ad esempio in “Addio del passato”, quale“doppio” musicale del personaggio affranto. Una pagina questa, adatta alle celebrazioni della LI giornata della terra, un solo legato nel film alle immagini delle sorgenti dell’Iguazù, terre incontaminate che devono essere salvate dalla follia umana. Il love theme de’ “La leggenda del pianista sull’Oceano” ha avuto una doppia esecuzione, prima con l’oboe, poi con il corno inglese, perfetto per il momento, il film e il ricordo devoto che Luigi De Nardo ha inteso tributare al suo maestro Cassio Prinzo, facendo risuonare, emozionalmente, il suo strumento. Il verso di Eugenio Montale lo descrive impareggiabilmente “…il vento che nasce e muore/nell’ora che lenta s’annera/suonasse te pure stasera/scordato strumento,/cuore”. Nel film è il pianista ad evocare il tema. Lui resta sul Virginian, che salterà in aria, e Novecento ci saluta così, insieme al suo tempo, un secolo musicale che viene pre-annunciato, attraverso questo strumento, da Richard Wagner nel Tristan und Isolde, col suo accordo misterioso e marino, e con questo strumento simbolo del “disincanto”: al suo suono è dedicata, infatti, una lunga melopea, fra le più singolari e toccanti, che mai siano state immaginate. Luigi De Nardo ci ha fatto conoscere anche il Mario Ciervo arrangiatore, con una Fantasia Napoletana scritta in un pomeriggio, in albergo, che apre e chiude con ‘O paese d’ ‘o sole, passando per Cu’ ‘mme, Napul’è, Io te vurria vasà, Torna!, dimostrando che nei secoli, la melodia napoletana è riuscita a conservare un suo codice di riconoscimento, un proprio Dna, quel “profumo”, che la rende inconfondibile, come una lingua perduta, della quale abbiamo forse dimenticato il senso e serbato soltanto l’armonia, una reminiscenza, la lingua di prima e forse anche la lingua di dopo. Carmine Santaniello, ci ha, quindi, schizzato il nuovo presidente del Conservatorio partenopeo, Luigi Carbone, tecnico di grande esperienza istituzionale, con una marcia in più poiché è un pianista diplomatosi proprio a Napoli, con Massimo Bertucci. Un new deal del quale Carmine sarà protagonista per due anni, e per il quale ha lanciato un appello proprio alla platea di docenti e alunni, ovvero di rispettare il progetto “Filiera della Musica”, senza interrompere quell’onda sonora, che deve partire dalle elementari e giungere sino all’alta specializzazione. Si guarda già a progetti nuovi, in primis con lo Stabat Mater di Mario Ciervo, dedicato alla sua compagna il soprano Cristina Fina, che potrebbe vedere la sua prima assoluta proprio nella Sala Scarlatti del San Pietro a Majella, e la promessa di ritornare a In prima fila con… con ospiti le due belle famiglie musicali quali proprio quelle di Carmine Santaniello e Mario Ciervo. Saluti sulla sound-track di “C’era una volta il West”, con i suoi tempi dilatati e la consapevolezza di quel mondo al tramonto.