Lo sputo tra Lavezzi e Rosi finisce in Tribunale a Salerno - Le Cronache
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Lo sputo tra Lavezzi e Rosi finisce in Tribunale a Salerno

Lo sputo tra Lavezzi e Rosi finisce in Tribunale a Salerno

Il Gup del Tribunale di Salerno, Berni Canani, ha disposto il rinvio a giudizio per Ezio Mauro, direttore di Repubblica, per omesso controllo. La vicenda che ha  prodotto il procedimento giudiziario è quella relativa alla prova televisiva per lo sputo tra Lavezzi e Rosi in Roma-Napoli di qualche anno fa (2011). Il gruppo televisivo della famiglia Berlusconi si è costituito parte civile. In dibattimento Mauro non ha presentato nessun documenta che lo esonerava dalla responsabilità di controllo perché assegnata al capo redattore o, comunque, al responsabile della redazione napoletana.   La querelle era nata da una denuncia querela di Mediaset nei confronti degli autori dell’articolo “Mediaset fa squalificare Lavezzi”. Nella circostanza il “pocho”, ora al Paris Saint Germain, era finito alla ribalta non per un dribbling ubriacante o un assist illuminante ma per un alterco con il giovane difensore della Roma. In campo l’arbitro Bergonzi non notò l’episodio tutt’altro che edificante tra i due calciatori. Furono le immagini televisive a rilevare il caso ed i conseguenti provvedimenti disciplinari. Furono ovviamente acquisite le immagini e fu necessaria la prova televisiva per evidenziare la responsabilità dei due calciatori. La questione che ha portato alla querelle tra Repubblica e Mediaset riguarda proprio l’acquisizione delle immagini. In un primo video, infatti, veniva rilevato il solo sputo di Leandro Rosi ma poi fu rilevato che c’era un altro video, prodotto da Mediaset, attraverso il quale era ben visibile anche lo sputo di Lavezzi. Da qui il provvedimento di squalifica per tre giornate sia per l’attaccante argentino che per il difensore giallorosso. Da qui il titolo richiamato in precedenza che ha prodotto la reazione del gruppo televisivo di Berlusconi. Per i due giornalisti (Corbo e Azzi) è stato già disposto il rinvio a giudizio per diffamazione in quanto, secondo la denuncia presentata da Mediaset, l’articolo era allusivo e faceva intendere che, attraverso quel filmato che determinò la prova televisiva per la squalifica di Lavezzi, si voleva favorire il Milan nella lotta al tricolore (poi vinto dalla formazione rossonera guidata da Allegri).