L'importanza di studiare la lingua greca - Le Cronache
Cronaca

L’importanza di studiare la lingua greca

L’importanza di studiare la lingua greca

 

 

Il Segretario della Federazione delle Comunità e Confraternite Elleniche in Italia, prof. Andreas Andreou, è stato ospite della notte dei licei presso il Torquato Tasso di Salerno

 

Di Davide Naimoli

Nella Notte dei Licei, all’ eccezionale evento promosso sabato scorso a Salerno, dal Liceo Classico “Tasso”, su invito della Preside prof.ssa Carmela Santarcangelo, è intervenuto anche il Segretario della Federazione delle Comunità e Confraternite Elleniche in Italia, prof. Andreas Andreou, che prima ancora del suo intervento ha offerto in omaggio al liceo una bandiera greca da conservare in dotazione dell’ istituto, affinché la preside possa imprestarla a quei giovani che vorranno manifestare a favore della Grecia. Il consenso è stato immediato così come l’adesione entusiastica della Preside che ha immediatamente introdotto ad un clima di accoglienza e solidarietà. L’ intervento ha puntato sull’ importanza degli studi classici e umanistici per comprendere la contemporaneità che, specie in tempi di crisi come il nostro, sviluppa sindromi fobiche, xenofobe sfocianti spesso nell’autoritarismo a danno dei diritti democratici, e l’ospite greco ha ribadito la seguente riflessione:
“Il  fenomeno dell’emarginazione degli studi umanistici e classici, accompagnata dall’inquietante calo delle iscrizioni ai licei classici, più che raddoppiato negli ultimi anni, ci impone qualche riflessione sulle sue  cause più profonde. Se ci limitassimo ad una lettura superficiale della realtà ricercando unicamente i motivi più scontati di tale risultato quali: il disinteresse delle famiglie, la distrazione di massa di ragazzi pigri  attratti molto di più dalle tecnologie virtuali, il purtroppo diffuso convincimento dell’inutilità delle “lingue morte” o addirittura l’inadeguatezza didattica di un insegnamento considerato ostico, rimarremmo lontani dalla complessità del problema intrappolandoci in un  riduzionismo sociologico,  direi antropologico, senza comprendere che il fenomeno è di più ampia portata socio-culturale e politica. Non saremmo degni della tradizione classica e della Polis se non provassimo ad immaginare quale vile e subdolo obiettivo abbia,  invece, la deliberata emarginazione dell’insegnamento del greco,  del latino e della cultura classica che secondo il mio parere mira alla soppressione del “pensiero critico”. L’imperante modello neoliberista degli ultimi decenni procede sempre più nell’esaltazione di un “cretinismo economico”, per dirla con Gramsci (grande studioso dei classici),  richiedendo una omologazione acritica da parte delle persone, che si riducono a numeri e a statistiche di debitori e creditori. Gli studi classici non sono certamente funzionali ai nefasti disegni che la governance globale persegue,  limitando diritti sociali, culturali, politici e democratici. Non è un caso che la neoliberista Troika abbia preso di mira con tanto accanimento la Grecia, indifferente ad ogni sua eredità e simbolo culturale.  Anche “La Buona Scuola” del governo Renzi, avversata da centinaia di migliaia di insegnanti, è un’altra ennesima declinazione dei dettami neoliberisti, e il presunto efficientismo di questa controriforma che investe sull’ “alternanza scuola-lavoro”, risponde piuttosto  ad interessi imprenditoriali privati anziché al vero investimento sul capitale umano e alla  formazione di personalità integre libere e democratiche”.