L'Europa del Movimento di Liberazione Popolare - Le Cronache
Cronaca

L’Europa del Movimento di Liberazione Popolare

L’Europa del Movimento di Liberazione Popolare


 

Oggi, alle 16h.30m, presso la Sala della Giunta della Provincia di Salerno, il MLP-P101 (Movimento di Liberazione Popolare-Programma 101) organizza una conferenza-dibattito sul tema: “Crisi dell’Europa e difesa della Costituzione. Le analisi e le proposte del MLP-P101”.
Interverranno, dopo i saluti istituzionali, il Dott.Luciano Barra-Caracciolo, Presidente di Sezione del Consiglio di Stato, costituzionalista e Moreno Pasquinelli, Direttivo nazionale del movimento. Introduce Nello De Bellis, modera Maurizio del Grippo, conclude Francesco Maggio.

Questo pomeriggio, alle 16h.30m, presso la Sala della Giunta della Provincia di Salerno, il MLP-P101 (Movimento di Liberazione Popolare-Programma 101) organizza una conferenza-dibattito sul tema: “Crisi dell’Europa e difesa della Costituzione. Le analisi e le proposte del MLP-P101”. Interverranno, dopo i saluti istituzionali, il Dott. Luciano Barra-Caracciolo, Presidente di Sezione del Consiglio di Stato, costituzionalista e Moreno Pasquinelli, Direttivo nazionale del movimento. Introduce Nello De Bellis, modera Maurizio del Grippo, conclude Francesco Maggio. “Abbiamo organizzato questa conferenza-hanno dichiarato gli esponenti locali del movimento-poiché tramite la rigorosa riflessione del Dott. Caracciolo, alto magistrato ed eminente giurista, e l’esposizione dei punti programmatici di MLP-P101, a cura di Moreno Pasquinelli, studioso e militante politico, intendiamo presentare al pubblico della nostra città le nostre analisi, frutto di un percorso di pensiero e di lotta, e formulare la nostra proposta .L’iniziativa di oggi costituisce il nostro contributo critico alla campagna referendaria su legge elettorale e costituzionale. Noi partiamo dal dato concreto della autentica tragedia sociale che sta vivendo da anni il nostro Paese. Siamo passati dal 7 al 23 posto dei paesi industrializzati, abbiamo perso il 9% del PIL, il 25% della produzione, il 15% della capacità industriale, raddoppiato il tasso di disoccupazione e ridotto la ricchezza nazionale del 10%, mentre il 56% dei pensionati italiani vive con meno di 600 euro al mese. Per noi vi è un rapporto strutturale tra euro e crisi economica. Il sistema finanziario che l’Europa si è data da Maastricht in poi ha intaccato le condizioni di vita della gran maggioranza della popolazione italiana ed europea in generale. Ricordiamo, per converso, insieme a Massimo Bontempelli, l’epoca in cui l’Europa veniva presentata come il luogo ideale di razionalità, modernità, efficienza, in cui il nostro Paese doveva inserirsi a tutti i costi per superare il proprio ritardo e la propria inadeguatezza, per cui rimanerne fuori sarebbe stata causa di declassamento se non di degradazione. Di qui l’esigenza di creare un nuovo grande spazio europeo al di sopra dei tradizionali Stati nazionali, che dovevano progressivamente spogliarsi della loro sovranità. A 14 anni dall’ingresso dell’euro, appare ormai chiaro a tutti, tranne agli illusi e ai collusi, che l’Europa come luogo ideale in cui siamo stati costretti forzosamente a entrare è stata una fata Morgana, che l’unica Europa che abbiamo trovato (e che alcuni avevano ben compreso), abbandonando la sovranità, è l’Europa della moneta unica, delle banche, dei grandi poteri finanziari. Al di là dei luoghi comuni e dell’asfissiante retorica che ci ha accompagnati in questi anni, che sono stati i peggiori della nostra vita, tutto ciò che è stato ferreamente imposto non è stato altro che un sistema rigidamente normativo ed un apparato tecnocratico volti a realizzare il dominio ormai totalitario sulla società da parte dell’economia e dei mercati finanziari globalizzati: il loro carattere sovranazionale non è la marxiana estinzione dello Stato ,ma serve soltanto ad aggirare gli ostacoli nazionali alla circuitazione senza limiti ,ed esclusivamente secondo i parametri di un’economia rigorosamente neoliberista, di capitali e merci. Il sogno di un’Europa democratica e federale, erede quasi naturale del vecchio internazionalismo socialista, si è dissolto nella fredda realtà fattuale del cosmopolitismo ultracapitalistico della finanza predatoria globale.”