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«Le Università siano libere». Fico in mensa tra gli studenti

«Le Università siano libere». Fico in mensa tra gli studenti

di Andrea Pellegrino

Una mattinata tra gli studenti per il presidente della Camera, Roberto Fico, che ieri è stato accolto all’Università degli Studi di Salerno in un’aula magna gremita di persone. A fare gli onori di casa, il rettore Aurelio Tommasetti: «Al di là di ogni schieramento, la nostra Università ha le porte spalancate. E’ l’occasione per mostrare i risultati raggiunti dal nostro Ateneo». L’occasione è il convegno “Giovani, fiducia e istituzioni”, che ha visto tra gli organizzatori il giovane parlamentare Luigi Iovino che, tra l’altro, è anche studente dell’Unisa. Un dibattito informale in cui la terza carica dello Stato ha interagito con i ragazzi. «Le nostre università devono essere libere, piene di merito e di indipendenza, con tanti fondi per la ricerca, affinché le ricerche di queste università possano essere applicate alla vita reale dei nostri comuni», ha esordito Fico, che ha ricordato poi i suoi primi atti da presidente: la delibera sul taglio dei vitalizi degli ex parlamentari e la ricerca della verità sul caso Regeni. «Non passa giorno – ha detto il presidente – in cui non ci sia una mia azione per accertare la verità». Pungolato sull’Europa, Fico chiarisce: «Non possiamo stare da soli, non possiamo fare una nostra politica estera. Soprattutto in questo contesto così complesso a livello internazionale. Il ruolo dell’Italia deve essere di maggiore integrazione all’interno dell’Unione Europea». Non entra invece nelle beghe politiche del governo: «Rappresento il Parlamento, ho massimo rispetto di questa istituzione e mi muovo secondo i miei poteri e le mie competenze. Certo alcune volte intervengo sui temi ma sempre nel massimo rispetto». Sul Tav, argomento caldo nel dibattito politico nazionale, Fico precisa: «Nessuna figuraccia con l’Europa ma è giusto che ci sia una valutazione, perché parliamo di soldi dei cittadini». Ed anche sull’autonomia differenziata rassicura: «Il Parlamento dovrà essere e sarà centrale. Non c’è nessun atto – dice – ci sono delle trattative tra i Ministeri e le Regioni». La mattinata è terminata con il pranzo in mensa. Il presidente della Camera dei Deputati, dopo aver ricevuto un simbolico badge e riempito il vassoio con un piatto di fusilli e uno d’insalata, ha atteso il proprio turno in fila, chiacchierando con personale e studenti. Prima del pranzo, accompagnato – tra gli altri – dal rettore, Aurelio Tommasetti, aveva visitato la biblioteca umanistica e l’aula “Antonio Dalia” del dipartimento di Scienze Giuridiche dove era in corso una lezione di filosofia del diritto frequentata da studenti del primo anno. A loro si è rivolto Fico, ricordando che «io avevo fatto qui i test per entrare a Scienze della Comunicazione e non sono riuscito a entrare per un punto e mezzo. Quel punto e mezzo mi ha fatto partire per Trieste perché lì c’era Scienze della Comunicazione e quell’anno non era a numero chiuso. Arrivammo a Trieste in 350 da tutta Italia e poi mi sono laureato lì».