L’Anac: «Rifiuti non codificati, è reato». Bocciata anche la raccolta differenziata - Le Cronache
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L’Anac: «Rifiuti non codificati, è reato». Bocciata anche la raccolta differenziata

L’Anac: «Rifiuti non codificati, è reato». Bocciata anche la raccolta differenziata

di Andrea Pellegrino

Attività di gestione di rifiuti non autorizzata. Questa la violazione che segnalano ed ipotizzano gli ispettori dell’Autorità Anticorruzione rispetto al sito di compostaggio di Salerno. L’inchiesta sollevata da Cronache qualche giorno fa è ora alla ribalta nazionale, nel mentre nuovi particolari emergono dalla relazione ispettiva dei tecnici mandati insieme alla Guardia di Finanza al Comune di Salerno dall’Authority guidata dall’ex pm Raffaele Cantone. Codice Cer e codifica sarebbero, tra le altre cose, al vaglio dell’Autorità. Ma anche della stessa Procura della Repubblica di Salerno. «La questione è alquanto delicata visto che è stata fatta denuncia alla Procura della Repubblica e considerato inoltre che la Daneco è proprietaria di impianti di smaltimento. Sarebbe opportuno acquisire e visionare le autorizzazioni (comunali e regionali) al tempo ricevute per il funzionamento dell’impianto medesimo, al fine di verificare se questo, per quanto improbabile, fosse autorizzato a ricevere e trattare “altro da Forsu o rifiuti verdi identificabili con i codici sopradetti. Dell’impianto di cui al Decreto Dirigenziale numero 160 del 9 luglio 2015, in esso vengono dettagliate e definite, tra l’altro, le caratteristiche possibili dei rifiuti in ingresso, che identificano solo rifiuti compostabili». Per gli ispettori, «l’errata codifica (dei rifiuti) può però automaticamente condurre alla commissione di altre violazioni per le quali, invece, sono previste delle sanzioni». Sull’argomento si è rinviato, dunque, ad approfondimenti che l’Ufficio istruttore – si legge – «potrà effettuare presso gli Enti competenti per valutare l’eventuale configurarsi di ipotesi di reato ai sensi dell’articolo 256 del Codice dell’Ambiente». Ma l’accusa è anche contro una scarsa raccolta differenziata. «Il corretto funzionamento dell’impianto – scrivono gli ispettori – presuppone tuttavia una raccolta differenziata dell’umido che obbedisca a determinati standard che sono quelli indicati dal Consorzio Compostatori. Sin da subito è apparso evidente che la qualità della raccolta differenziata è invece più che scadente, ovvero è divenuta via via tale nel tempo. L’amministrazione piuttosto che puntare sul miglioramento della raccolta differenziata, ha ritenuto preferibile pagare gli “extra costi” di un impianto che funziona in maniera anomala, e d’altronde il gestore, adeguatamente ristorato e scarsamente interessato a salvaguardare l’impianto in quanto non di sua proprietà, ha accettato la situazione». Ma dall’amministrazione comunale fanno sapere che non ci sono i soldi neppure per le buste. Infatti, riferiscono i tecnici comunali, per problemi di costi sembra – ad esempio – che non vengano più distribuiti alla cittadinanza i sacchetti compostabili per l’umido. «Ciò ovviamente – sottolineano gli ispettori dell’Anticorruzione – comporta un quantitativo di “plastica” (quello dei sacchetti impropriamente utilizzati) in arrivo all’impianto eccessivo, che implementa i costi di gestione dell’impianto medesimo vanificando l’apparente risparmio della mancata distribuzione dei sacchi compostabili, e peggiorando il funzionamento dell’impianto». Ed infine quanto ai mancati introiti, fanno sapere dall’Anticorruzione: «Si rappresenta infine che non è poi del tutto vero che il compost “non ha mercato”, e quindi non vale la pena di venderlo. Infatti se il compost fosse di buona qualità potrebbe essere posto sul mercato con discreti ritorni economici».