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L’addio a Guido Roma

Di Olga Chieffi
E’ morto l’ingegnere Guido Roma (nella foto con il figlio Fabiano), rapidamente, da “giusto”, in un giorno particolare, mentre si scontravano gli armi di Oxford e Cambridge nella fontana dei Delfini della Reggia di Caserta e alla vigilia del mondiale assoluto di Canottaggio che prenderà il via proprio oggi in Florida. I ricordi si affollano, tra i racconti, le sfide sostenute sin dagli anni ’50, con la fiamma biancorossa sulla canottiera, su ogni tipo d’acqua, a cominciare dal mare sul due senza insieme all’indimenticato Matteo De Crescenzo, in quel duro primo dopoguerra, quando si ricominciarono a mettere le barche in acqua, agli ordini del presidente Bellelli. Di lì la carriera di Guido tra remi e pagaie è stata lunghissima, sino a sei anni fa, quando crediamo l’ abbiano “fermato” a forza. Do. Della sua lunga carriera, si ricorda la discesa del Po in miniskiff: partito da Torino arrivò a Chioggia in quattro giorni, percorrendo 440 chilometri a remi. Un’impresa simile a quella realizzata qualche anno dopo quando da Salerno remò fino a Capri, percorrendo in barca anche il ritorno. Più volte campione master sia in Skiff che in Kayak, ultrasettantenne, ha ottenuto il primato italiano assoluto al remo-ergometro , con il tempo di 2 ore 40’ e 15” netti, sulla distanza di km. 42,195, detenuto in precedenza da un trentenne.
Guido Roma da ingegnere edile è stato un fine progettista sportivo, suo è il Palazzo dello Sport di Salerno, nonché un prototipo del remo a mannaia che vediamo oggi in uso su tutte le barche di canottaggio, conservato proprio nel Circolo Canottieri Irno, da lui realizzato. Pluridecorato dell’impegno motorio, nel 1977 gli è stato assegnato “Il Vincente”, premio del Panathlon International, e dirigente vulcanico, sua l’idea di un Museo della Canoa, è stato anche uno dei tedofori che, a Salerno, portò la fiaccola olimpica per le Olimpiadi invernali di Torino 2006. Imprese queste, riconosciute dal Coni che nel 2011 l’ha insignito della Stella d’Oro al merito sportivo. La sua passione è stata trasmessa ai suoi figli, in particolare a Fabiano, prima canottiere, quindi dirigente della Federazione Italiana Canoa Kayak, che abbracciamo insieme alla sua famiglia.