La vergogna, un'emozione dispersa - Le Cronache
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La vergogna, un’emozione dispersa

La vergogna, un’emozione dispersa

di Aniello Palumbo

“La vergogna è un’emozione spiacevole che accompagna il timore o il dispiacere di compromettere la nostra immagine: è la coscienza di trovarsi in una situazione di inferiorità e di colpa, unite, anche se non sempre, ad un senso di inadeguatezza e alla coscienza della riprovazione altrui; è la manifestazione visibile del sentirsi umiliati. Chi ha vergogna non ha vergogna per quello che ha fatto, ma per quello che è relativamente alla società che gli sta intorno. Ma la vergogna non deve far paura: il sentimento della vergogna è naturale, perché discende dalla fallibilità umana e dalla consapevolezza che nessuno è perfetto; è un elemento umano, che ci aiuta a restare umani. La vergogna, inoltre, può essere salutare, utile, perché ci insegna quel che va evitato e ci aiuta a non ripetere determinati errori. Si sta tornando alla cultura della vergogna.”. A spiegare che cos’è la vergogna è stato il dottor Nevio Troisi, Psichiatra, Psicanalista e Neurofisiopatologo salernitano, durante la conviviale rotariana a lui dedicata, organizzata al Grand Hotel Salerno dal presidente del Club Rotary Salerno Duomo, il dottor Michele Pellegrino, in interclub con il Rotary Club Paestum Centenario, presieduto dalla dottoressa Vanda De Biase; Rotary Club Cava de’ Tirreni, presieduto dal dottor Vincenzo Troia e Rotary Club Nocera Apudmontem, presieduto dal dottor Salvatore Rosolia. Il presidente Michele Pellegrino ha scelto il tema della serata:” La vergogna mescola e confonde il vissuto personale e l’immagine sociale. Chiunque abbia provato quell’emozione, che intensamente coinvolge psiche e corpo, difficilmente dimenticherà le situazioni che l’hanno determinata e i sentimenti che l’hanno accompagnata. Due sole categorie restano esenti dalla vergogna: i bambini innocenti, che non hanno ancora compreso il senso del pudore, e gli adulti spudorati, che quel senso lo hanno ripudiato”. Il dottor Troisi richiamando l’affresco di Masaccio “La cacciata dei progenitori dall’Eden” ha spiegato che il senso della vergogna si è manifestato già con Adamo ed Eva:” In quell’ immagine della nudità senza riparo, che rivela la debolezza di entrambi, si incarna il significato della vergogna: dopo aver trasgredito al comandamento di Dio rispetto all’albero del bene e del male, Adamo ed Eva, udendo la sua voce, corsero a nascondersi, perché si resero conto di una cosa sinora perfettamente ignorata, cioè il fatto di essere nudi. Eva, sfigurata in volto dal dolore nasconde con vergogna le nudità; Adamo, per la vergogna e il senso di colpa, copre il viso. Uno dei primi sentimenti della vergogna è il nascondimento, il non farsi vedere: ci si nasconde poiché si vorrebbe diventare invisibili ”. Il dottor Troisi ha anche ricordato la vicenda di Aiace, descritta nella tragedia di Sofocle, che si uccide per la vergogna di essere caduto in preda alla follia:” La sua follia è preceduta da un evento che infligge una ferita profonda al suo narcisismo. Il fatto di non essere stato giudicato degno delle armi di Achille”. Il dottor Troisi ha parlato anche dei neuroni specchio e degli Hikikomori, ragazzi che si isolano:” Il loro unico scambio è quello che hanno attraverso il web.
Sono oltre trentamila i ragazzi che vivono chiusi in casa”. Il dottor Troisi ha spiegato che uno dei fattori della vergogna è l’inadeguatezza:” Si prova vergogna in fondo perchè si è tradito se stessi” e che c’è necessità della vergogna:” Un’emozione perduta che andrebbe rivalutata”. Nel corso della serata, dopo le “Pillole di Rotary” del professor Canio Noce, sono stati presentati quattro nuovi soci: la dottoressa Anna Rossi, l’ingegnere Sabato Cuozzo, l’avvocato Massimo Angelucci, e il dottor Felice Pisapia, presentati dai soci Gaetano Cuoco, Alberto Cerracchio, Enrica Quirino, e Giuseppe Cimmino.