La traslazione di San Matteo - Le Cronache
Cronaca

La traslazione di San Matteo

La traslazione di San Matteo

Aniello Palunbo

Partirà da Piazza Portanova, alle ore 18,30, il corteo dei Fedeli, delle delegazioni dei cinque sindaci dei comuni più rappresentativi della traslazione di San Matteo: Velia (Ascea), Casalvelino, Rutino, Capaccio e Salerno che con 150 fiaccole seguiranno la reliquia del Braccio di San Matteo, accompagnati dai portatori con i famosi colubri che saranno offerti come omaggio delle parrocchie una volta arrivati, festanti, nell’atrio del Duomo dove ad accoglierli ci sarà il Vescovo Monsignor Luigi Moretti che concelebrerà il Solenne pontificale con il Vescovo di Vallo della Lucania, Monsignor Ciro Miniero. Al termine della messa i sindaci del Cilento offriranno, ognuno per un anno intero, l’olio per l’alimentazione continua della lampada sulla tomba di San Matteo nella cripta del Duomo. “Il primo ad accendere la lampada sarà il sindaco di Casalvelino” ha spiegato il parroco del Duomo, don Michele Pecoraro, che ha organizzato la manifestazione per celebrare lo straordinario evento della traslazione delle spoglie di San Matteo che nell’anno 954, il 6 maggio, arrivarono in città dopo essere state sepolte per circa cinque secoli a Velia, fin quando l’apostolo non apparve in sogno a Pelagia, una pia donna madre del monaco Atanasio che indicò al figlio l’esatta collocazione delle spoglie del Santo. Successivamente le ossa sacre dell’Evangelista furono deposte, per alcuni mesi, nella cattedrale di Capaccio, oggi Madonna del Granato, prima di essere traslate a Salerno, dopo un lungo viaggio attraversando quindici comuni collinari, grazie al volere del principe longobardo Gisulfo II. “Vennero accolte in un tripudio di fede con i tanti fedeli che illuminarono la città con le loro candele. Furono collocate nella chiesa di Santa Maria degli Angeli prima di trovare una definitiva sistemazione nel Duomo, fatto erigere dal duca normanno Roberto il Guiscardo e consacrato da Gregorio VII nel 1084”, ha spiegato Don Michele che ha ritenuto doveroso solennizzare questo evento:” Mi sono reso conto che i cittadini salernitani avevano un po’ dimenticato questo importante momento della traslazione di San Matteo che invece è stato centrale per la nostra storia religiosa e civile, perché da allora San Matteo diventò il fondamento di un tipo di civiltà, di cultura, di attenzione, di fede, di entusiasmo. Con monsignor Luigi Moretti abbiamo deciso di estendere all’esterno del Duomo, la celebrazione dell’ evento per far partecipare tutti i salernitani, in modo che tutti possano ricordare questa data tanto importante per la nostra comunità. E’ importante riscoprire le nostre radici che sono nobili ed elevate, perché s’innestano in quella sorgente di verità e grazia che Matteo ci ha proposto e continuamente ci offre con il Vangelo. Dobbiamo spalancare le porte del nostro cuore al nostro “eterno concittadino” perché la nostra devozione non sia vuota esaltazione e formalismo, ma conoscenza efficace, rapporto profondo e costante che cambia la vita”.