La tradizione campana nelle voci dei Musicastoria - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

La tradizione campana nelle voci dei Musicastoria

La tradizione campana nelle voci dei Musicastoria

Stasera, alle ore 23, il gruppo sarà a Sarno, ospite della XXI edizione dei Concerti d’Estate di Villa Guriglia firmati da Antonia Willburger.

 Di OLGA CHIEFFI

 Ritornano a Sarno i Concerti d’Estate di Villa Guariglia, giunti alla XXI edizione. L’anima popolare della rassegna impreziosirà stasera, alle ore 23, la Piazza 5 Maggio con i MusicaStoria. Sarà un ricco concerto all’insegna della musica popolare della Campania e di tutto il Sud Italia: si percorreranno nota dopo nota le polverose strade che conducono nell’Agro Nocerino e sul Gargano, nel Salento e in Lucania e alla casa del diavolo incantatore che conosce tutte le “tammurriate” e costruisce tamburi di vera pelle di capra. Il tutto sapientemente interpretato da Angelo Santucci voce solista, percussioni Cristina Mazzàccaro voce solista Gaetano Troisi flauto traverso Ciro Marraffa mandoloncello, chitarra battente Francesco Granozi chitarra classica, chitarra acustica e basso Alessandra Dell’Aglio e Jessica Iannone danza, percussioni. Nelle regioni del centro-sud Italia, e in particolare in Puglia, Campania, Calabria e Sicilia, si custodisce un tesoro di tradizioni popolari nell’ambito etnomusicale e coreografico. Tradizioni stratificatesi nel corso dei millenni a partire dai riti e dalle feste pagane delle società contadine protostoriche a cui nei secoli si sono aggiunte le tradizioni delle colonie della Magna Grecia, con i loro riti di guarigione musicale tipici della spiritualità orfica, e le influenze della dominazione saracena. Tra tutte le danze del centro-sud Italia quella che ha suscitato maggiore interesse tra gli etnologi, in quanto legata al singolare fenomeno delle pratiche terapeutiche coreomusicali del tarantismo, è sicuramente la pizzica. Nella tradizione del tarantismo la “tarantata” è la persona sofferente il cui male deriva dal morso velenoso della “taranta”, animale simbolico riconducibile alla tarantola. In tale contesto il manifestarsi dei sintomi del tarantismo in un soggetto trovava risposta nella partecipazione ad un complesso rito terapeutico il quale, avvalendosi di uno specifico apparato ritmico, musicale, e coreutico, riusciva a guarire la persona sofferente attraverso la trance causata dalla lunga e travolgente danza. Come ha chiarito nel 1959 l’etnologo Ernesto de Martino nella famosissima monografia etnografica “La Terra del Rimorso”, i tentativi di comprensione del complesso fenomeno non possono prescindere da un approccio multidisciplinare. Il tarantismo è infatti un fenomeno con il quale si sono confrontate diverse scuole di pensiero e discipline: etnologia, psicologia, storia delle religioni, mitologia, medicina, antropologia, etnomusicologia, zoologia e psichiatria. Senza un tale approccio si rischierebbe di relegare il tarantismo ad un’espressione dell’ignoranza e della credulità popolare. Il patrimonio della pizzica e degli altri balli popolari si conservò in tutta la sua arcaica vitalità fino ai primi decenni del dopoguerra. Ogni festa, ogni rito, ogni celebrazione venivano accompagnati dal ballo; nozze, banchetti, feste patronali: tutte le occasioni erano buone per esprimere la propria corporeità in figure che andavano dall’imitazione di gesti legati al lavoro agricolo, all’atto propiziatorio, dal corteggiamento al rito terapeutico. Negli anni successivi questo fenomeno conobbe un declino. Le giovani generazioni spesso consideravano quelle manifestazioni come un’espressione di arretratezza culturale di cui vergognarsi. Fortunatamente alcune isole hanno resistito. Prime tra tutte il Salento e la Campania. E a partire dagli anni ’90 c’è stato un rifiorire di interesse anche nelle nuove generazioni. Sono sorti nuovi gruppi, scuole di ballo e feste in tema. È così che la pizzica in Salento e la tammurriata in Campania rappresentano oggi le principali danze popolari oggetto di una riscoperta in Italia e ancora da scoprire nel resto del mondo. I Musicastoria nascono nel 1996 con lo scopo di rivalutare e diffondere il patrimonio musicale popolare della Campania e di tutto il Sud Italia, ascoltando gli anziani e le voci del popolo che con i loro racconti orali hanno recuperato testi di numerose nenie e canzoni popolari. Il viaggio musicale de I Musicastoria muove dalle tradizioni del canto, della Danza, dei Ritmi primordiali, ritmi e suoni antichi rivisitati e riarrangiati in maniera originali. Sono stati in tournée all’estero in diverse nazioni, dall’Austria, alla Repubblica dello Yemen e si sono esibiti in trasmissioni come “Uno Mattina” di Rai Uno; “La vita in diretta” di Rai Due; “La domenica del villaggio”, Rete 4 e su Rai International. Il gruppo vanta collaborazioni con i maggiori esponenti della musica popolare italiana, tra i quali: Giovanni Mauriello, Giovanni Imparato, Marcello Colasurdo, Nando Citarella e Ugo Maiorano.