La telefonata di Migliore «Enzo, sosteniamo te» - Le Cronache
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La telefonata di Migliore «Enzo, sosteniamo te»

La telefonata di Migliore «Enzo, sosteniamo te»

di Andrea Pellegrino Gennaro Migliore avrebbe chiuso l’accordo con Vincenzo De Luca alla vigilia delle primarie. In pratica in concomitanza con la sua ritirata strategica dalle primarie. Meglio De Luca che Cozzolino, quindi, per Migliore e per il gruppo che inizialmente aveva sostenuto la sua candidatura che sarebbe dovuta essere il frutto del gruppo renziano campano, con tanto di placet di Matteo Renzi. O meglio, partendo dalle origini, Migliore sarebbe dovuto essere il nome unico da calare sul tavolo del Nazareno per evitare le primarie in Campania. Ed invece, nonostante gli sforzi, l’operazione è fallita, tanto da suggerire poche ore prima l’apertura dei seggi in Campania la ritirata e l’appoggio a Vincenzo De Luca. Con lui anche Pina Picierno che tanto nei mesi passati aveva contestato il metodo De Luca, anche durante una sua recente visita proprio a Salerno città. Ed invece l’ex sindaco pare che in extremis abbia convinto anche lei, sganciandola dunque da quella fronda pro Cozzolino. L’accordo finale sarebbe stato sancito giovedì sera, dopo l’incontro di Vincenzo De Luca al Grand Hotel Salerno. Qui al termine del “comizio” salernitano l’ex sindaco avrebbe ricevuto due telefonate: l’una di Migliore e l’altra di Pina Picierno, prima di precipitarsi a Napoli per incontrare i renziani. Secondo quanto trapela l’accordo prevederebbe un incarico per Migliore o più probabile il sostegno alla candidatura a sindaco di Napoli il prossimo anno mentre alla Picierno un sostegno elettorale forte da Salerno. Ed ora a favore di De Luca scendono in campo un po’ tutti. Come Adesso! Italia Salerno, iniziale sponsor di Gennaro Migliore. «Lo ritenevamo – spiega Guglielmo La Pastina – il candidato ideale in quanto sostenitore dell’iniziativa denominata ‘Fonderia delle Idee’ insieme a Francesco Nicodemo, ex membro della segreteria nazionale del Partito Democratico, tenutasi lo scorso settembre presso il sito della Città della Scienza, e che è stata un laboratorio di idee e progetti per il rilancio della Campania. Venuta meno la sua candidatura prendiamo atto della vittoria di Vincenzo De Luca e ci auguriamo che il partito unitariamente riesca a condurre questa battaglia elettorale contro il centrodestra e l’attuale governatore Stefano Caldoro per dare nuova linfa alla Regione Campania». Saluta la netta vittoria di De Luca anche Donato Pica, consigliere regionale del Partito democratico, sostenitore di Cozzolino alle primarie di domenica. Ora però – dice Pica – «è il momento di concentrarsi in maniera compatta sull’appuntamento elettorale di maggio ribadendo il nostro impegno per fare ripartire la Campania dopo cinque anni di assoluto stallo amministrativo ed istituzionale con gravissime conseguenze sul reddito delle famiglie e sulla vita delle imprese». «E’ il momento – ha concluso Pica – di sostenere la battaglia del Pd e del suo candidato governatore in ogni territorio della nostra provincia nel segno della passione civica e della responsabilità che ci hanno contraddistinto durante la consiliatura regionale che si avvia alla conclusione». Al centro ora del dibattito politico, al di là della legge Severino, c’è il nodo alleanze. Il senatore Enzo Cuomo propone: «Bisogna da subito avviare una discussione su alleanze e programmi, convocare la direzione e/o l’Assemblea regionale, promuovere un confronto sulla stessa composizione della lista del Pd e fugare ogni dubbio che transfughi di provata esperienza politica in compagini di destra possano trovare accoglienza nel centro sinistra. Trovo preoccupante il lassismo di queste ore, quando mancano poche decine di giorni al termine ultimo per la presentazione di liste e coalizioni». Marco Di Lello, invece, chiude le porte a «pezzi di destra» e a de Magistris. «Noi abbiamo il difetto di essere coerenti. Abbiamo fatto una campagna per le primarie chiedendo una coalizione che fosse netta, con programma chiaro, evitando ammucchiate che possono aiutare a vincere ma non a governare. Rimaniamo su quella linea. Questo significa – spiega Di Lello – che non ci possono essere né pezzi di destra né tantomeno de Magistris e bandane, masanielli di varia natura che possono convergere su di noi e intaccare un progetto che invece deve fare della chiarezza il proprio punto di forza».