La psicologa Grandinetti: “Giovani più violenti? E’ una risposta alle restrizioni per il Covid” - Le Cronache
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La psicologa Grandinetti: “Giovani più violenti? E’ una risposta alle restrizioni per il Covid”

La psicologa Grandinetti: “Giovani più violenti? E’ una risposta alle restrizioni per il Covid”

di Monica De Santis

Il “libera tutti” dopo i mesi di lockdown e scuola in Dad ha dato vita, nelle ultime settimane, o forse nell’ultimo mese, ad un fenomeno che va crescendo sempre di più. Si tratta di eccessi di aggressività che vedono come protagonisti i giovanissimi, 14enni e 15enni, con atti di vandalismo, risse a volte messe in atto per puro divertimento, notti brave dove l’abuso di alcol, purtroppo, sta diventando la normalità. Il disagio giovanile, di cui nei giorni scorsi ne ha parlato anche il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli, è stato forse accentuato dal prolungato isolamento, ma non solo. La dottoressa Antonella Grandinetti, presidente della commisione sanità dell’ordine degli psicologi della Regione Campania, prova a spiegare il perchè di questi comportamenti… “Questo atteggiamento un po’ di ribellione degli adolescenti, sicuramente c’è sempre stato, tutti i ragazzi in questa particolare fascia d’età hanno sempre cercato di manifestare la propria identità mediante un atto di oppositività. Certo, che le risposte esagerate ed eccessive, degli ultimi periodi possono avere a che fare con tante variabili e tante dimensioni. Per esempio può essere una risposta alle, giuste, restrizioni legate al covid. Come se ci fosse stato un contenimento eccessivo che ha visto poi una fuoriuscita di tutta un’esasperazione del tratto. Può essere legato sicuramente ad attività non completamente virtuose, che possono avere a che fare con l’uso di sostanze psicoattive, legali o illegali, come il consumo di alcol che sicuramente ha un effetto psicoattivo. Quindi le variabili che vanno ad interferire rispetto a delle modalità disfunzionali possono essere varie nei giovanissimi”. Cosa si può e cosa è necessario fare per cercare di fermare questi fenomeni? “Diciamo che questi episodi, dal punto di vista psicologico abbastanza preoccupanti, perché ci danno l’idea della difficoltà, da parte degli adulti, sia genitori che istituzioni, di avere il controllo, perché il non riuscire a dire ad un adolescente ‘tu oggi non esci’, significa che già il controllo si è perso. Quindi credo che sicuramente c’è una mancanza di funzione genitoriale e delle istituzioni su questi giovanissimi, che esprimono qualsiasi tipo di comunicazione, a volte solo per puro divertimento, rompendo, distruggendo. Sono comportamenti a volte dimostrativi rispetto ad altri gruppi, molte volte hanno evocato anche la rissa tra gruppi rivali. Oppure la violenza gratuita rispetto al diverso, abbiamo avuto delle manifestazioni di questo genere, di aggredire la persona in difficoltà o quella più fragile, più vulnerabile, per esercitare il potere. Credo che tutta l’energia dei giovanissimi debba essere canalizzata, altrimenti viene espressa espressa, come stiamo vedendo, in modo non corretto. Sicuramente tutta le restrizioni che abbiamo avuto in questi mesi, giuste restrizioni per fronteggiate la pandemia, hanno contribuito alla perdita del controllo nei confronti di questi ragazzi perché sono venute meno per esempio le agenzie dello sport, della scuola. Sono cambiate le forme di aggregazione che potevano aiutare sia a canalizzare le energie sia a ridurre quelli che potevano essere aggregazioni più a rischio. Purtroppo questa forma di violenza o il modo di esprimere la propria appartenenza, di marcare il territorio, può avere a che fare con quelle che sono state le restrizioni”. Quindi possiamo dire che è fondamentale un ritorno a scuola in presenza a settembre per arginare in parte questo fenomeno? “Sarebbe una priorità aprire le scuole, riprendere lo sport, e tutte quelle attività ricreative, quelle passioni dei ragazzi, come la musica, il canto, l’arte. Stimolare le loro passioni diventa l’unica risorsa per fronteggiare tutte le emozioni negative, perché significa sviluppare la competenza in un ragazzo e diventa una leva per poter recuperare determinati valori e comportamenti sani. Credo che ora sia necessario fare una campagna di prevenzione, mirata per i vaccini, così da poter avere tutti i giovanissimi vaccinati e quindi dar loro la possibilità di riprendere le loro passioni, le loro attività e la scuola. Solo così, con la ripresa di queste possiamo riuscire a fronteggiare degli atteggiamenti negativi da parte degli adolescenti”.