La Procura abbatte i lidi - Le Cronache
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La Procura abbatte i lidi

La Procura abbatte i lidi

La Procura di Salerno vuole abbattere 23 stabilimenti balneari della litoranea di Pontecagnano. Scatta la protesta di proprietari e gestori dopo l’ordinanza di demolizione deposta dalla Procura della Repubblica di Salerno. Scadute le concessioni demaniali nell’anno corrente, la procura ha imposto lo smantellamento delle strutture, nonostante le concessioni fossero state prolungate per altri cinque anni con scadenza contrattuale nel 2020. Nel pieno della bufera anche il lido Il Pascià di Tullio Iavarone (nella foto), che con rabbia espone il suo dissenso: “Quest’ordinanza è inaccettabile, abbiamo tutte le autorizzazioni per il rinnovo. Non si può pensare di montare e smontare uno stabilimento così all’improvviso, senza tener conto delle spese e dei tempi necessari. Altresì il comune non avrebbe dovuto dare l’autorizzazione alla costruzione di una struttura così grande (500 metri quadrati) e soprattutto interamente in legno, ma al contrario favorire l’impianto di semplici baracconi ”. Così il titolare dell’ex lido La Siesta, è insorto contro la procura, presentando inoltre altre problematiche comuni anche agli altri stabilimenti della zona: “La vita di stabilimenti come il mio è già abbastanza dura, i nostri guadagni sono precari e siamo continuamente esposti ai furti degli abitanti della zona, per di più stranieri che non perdono occasione per mettere a tiro qualche colpo. Per non parlare poi delle cattive azioni di malavitosi che hanno già due volte incendiato il mio stabilimento (nel 1986 e nel 2002)”. Questa la voce di un uomo non vedente che, nonostante tutti i danni arrecatigli e le problematiche vissute, ha sempre cercato di portare avanti la sua passione senza remore. Iavarone è infatti uno dei primi fondatori della movida salernitana, costruì la prima discoteca nella zona nel 1970 e oggi nelle sue condizioni cerca solo di lavorare umilmente per dare da mangiare ai suoi due figli e si vede continuamente messo in ginocchio, questa volta dalle istituzioni. Egli inoltre reclama “la mancanza di equità negli atti della procura verso altri stabilimenti della litoranea di Pontecagnano, che essendo in cemento non si sottomettono a tale ordinanza”. Il titolare del Pascià ha ora presentato ricorso attraverso il suo legale –l’avvocato Roberto Maffia, esperto in diritto marittimo, sperando di giungere a trattative migliori. “La situazione degli stabilimenti balneari di Mercatello e Salerno è completamente diversa dalla nostra, loro hanno un litorale ben valorizzato, il nostro invece è già troppo misero per essere poi dilaniato da queste ingiustizie”.

Maria Rainone