La piazza di San Gregorio, tra emozioni, suoni e colori - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

La piazza di San Gregorio, tra emozioni, suoni e colori

La piazza di San Gregorio, tra emozioni, suoni e colori

Gran successo e partecipazione per la X edizione dell’Angiolillo Folk Fest, ideato da Francesco Tortoriello. Premiati Benito Ripoli e Mario Rapuano

 

Di GIULIA IANNONE

“La musica afferra il presente, lo ripartisce, e ci costruisce un ponte che conduceverso il tempo della vita. Colui che ascolta e colui che canta, prende in prestito l’internazionalità della musica e vi ci trova un amalgama perduto di passato, presente, e futuro. Su questo ponte, finchè la musica persiste, andremo avanti e indietro” Con queste parole di John Berger e Jean Mohr, il critico musicale Olga Chieffi, madrina del Festival del Folklore “Angiolillo” Folk Fest, ideato da Francesco Tortoriello e organizzato perfettamente dal Gruppo Folk Gregoriano, che vanta il patrocinio del Senato della Repubblica, della FITP, del Comune di San Gregorio Magno e della Banca di Credito Cooperativo di Buccino, ha dato inizio alla manifestazione, fiore all’occhiello degli eventi estivi di San Gregorio Magno. Sul palco per l’edizione del decennale, ben tre rappresentative internazionali il Kud Dr. Antun Barac di Grizane” per la Croazia, “Stavropolskaya Fantast” per la Russia, “Sveti Djordje” per la Serbia, un’umanità fervida e dolente, triste e allegra che, sulle antiche danze, ricche di vibranti emozioni, si è messa finalmente in moto, in viaggio, con la loro musica, con coraggio, verso la libertà, come il brigante Angelo Duca, che alzò la testa e divenne il difensore degli oppressi per rispondere ai soprusi di Francesco Caracciolo. Due i premi dedicati, il Premio Angiolillo, consegnato a Benito Ripoli, Presidente Nazionale della Federazione Nazionale Tradizioni Popolari e il Premio Padre Gregoriano, consegnato al Professore Mario Rapuano, nonché i riconoscimenti al mondo dell’ informazione, rappresentato da tre emittenti Stile TV, Telecolore e Italia2, sempre attente alla divulgazione degli eventi culturali. Quindi sul palco ritornato finalmente nel cuore del paese, in piazza Croce, si sono alternati i gruppi internazionali, in una serata inaugurata dalla bella voce del soprano Maria Luigia Martino, una stella delle tradizioni musicali del Gargano, la quale ha donato una splendida Granada, seguita a ruota dai piccoli e numerosi componenti del Gruppo Folk Gregoriano, una vera canterà che gli adulti stanno curando con grande dedizione e attenzione. Sul palco, sono, quindi, salite le Tamburitza del gruppo Kud Dr. Antun Barac di Grizane, una specie di mandolino di origine turca a 3 o a cinque corde, che vengono pizzicate o tamburrellate, in particolari occasioni di festa, quali cerimonie e matrimoni. A seguire i Serbi della “Sveti Djordje” con le loro danze, su melodie che sgorgano dall’animo del pastore e che sembrano riempire tutto ciò che si trova tra la terra e il cielo, danze che hanno origine da quelle greche consacrate ad Apollo e Diana, chiamate Chora o hora, inizianti prima lentamente e poi sfocianti in un sabba infernale e liberatorio, costruite sui modi frigio e lidio, come anche sulla scala pentatonica, in particolare per le scale maggiori con finali sulla dominante. Il violinista ha offerto l’atteso sfoggio di alto virtuosismo, mentre la flautista si è lanciata in fantasmagorici ornamenti melodici e melismi dando ampia dimostrazione del flauto quale strumento dionisiaco, del linguaggio dell’eccesso, del “venire meno”. La sezione internazionale del festival è stata chiusa dai Russi dello “Stavropolskaya Fantast”, un vero e proprio corpo di ballo, con costumi splendidi. Quella delle danze russe è un’immagine forte nel panorama mondiale: potente, quasi acrobatica, ma anche elegante e vivace. Movimenti di difficile esecuzione, che richiedono un costante allenamento, rendono uniche queste danze tradizionali, strettamente connesse anche alla danza accademica. Lunga la performance in cui abbiamo ammirato balli tradizionali, danze dei cosacchi, ricostruzioni di combattimenti tra Ussari, gemme di un repertorio che riflette la pluralità del patrimonio culturale russo, attraverso coreografie composte da evoluzioni spettacolari e anche ironiche della tradizione popolare, accompagnate da melodie e strumenti tipici come la balalaika. Finale nazionale con I Picciotti di Rafadali, gruppo siciliano gemellato con i gregoriani, i quali saranno ospiti nella nostra provincia sino al 13 agosto, per poi, naturalmente, ricambiare l’accoglienza nella loro terra. Diverse le danze, tra cui le danze dei pecorai e lo spettacolare Diavulicchiu, su cui ha imperato un eccezionale suonatore di friscalettu, che hanno avuto anche un prologo prettamente teatrale, tra ceste di fiori e mommole. Applausi per tutti e, in particolare, per le due presentatrici Barbara Landi, che nel finale ha indossato l’abito storico gregoriano e Valentina Iuzzolino, componente del gruppo ospitante, e voce “tecnica” della manifestazione. Appuntamento all’XI edizione durante la quale si festeggerà anche il quarantennale del gruppo Folk Gregoriano.