E’ una lettera scritta di proprio pugno quella che Luigi Ridosso jr ha consegnato ha consegnato al Gup D’Ascoli nella tormentata udienza di giovedì, in attesa della sentenza di lunedì. Nella lettera che in esclusiva è in possesso a Cronache (di lato) il figlio del boss Salvatore Ridosso ucciso in un agguato camorristico nel maggio del 2002, aveva seguito le orme del padre e insieme ai cugini Gennaro e Luigi – figli di Romolo Ridosso – e ad Alfonso Loreto (figlio di Pasquale) si era messo a capo dell’organizzazione che oltre ad occuparsi di estorsioni e usura cercava di fare il salto di qualità attraverso società schermo nelle quali reinvestire i proventi criminali. Cosa scrive Ridosso? In pratica, nell’assumersi le responsabilità definisce il ruolo di Alfonso Loreto, oggi collaboratore di giustizia e scagiona il fratello Andrea. Leggiamo: “il sottoscritto è imputato nel procedimento di cui oggi e all’attenzione della S.V. per un giudizio di merito. A tal proposito il sottoscritto ammette le proprie responsabilità così come riportate nell’ordinanza di rinvio a giudizio, ma ci tengo a precisare quando segue. Nel periodo in cui mi sono state addebitate tante responsabilità, frequentavo l’allora amico Loreto Alfonso di cui mi lasciavo facilmente influenzare sia per il suo carisma e sia dal cognome che portava, a seguirlo nelle cose che faceva, di cui molte cose nemmeno ne ero a conoscenza perché con astuzia e furbizia non mi faceva capire nulla. Io mi trovavo in un periodo molto delicato in quando sia da piccolo ho perso mio padre e quindi ero giovane e in condizioni psicologiche fragile. Non cerco giustificazioni e ne scuse in tutto quello che ho fatto, ma quando meno può servire a far comprendere come un ragazzo molto giovane, senza padre e con una mamma e altri fratelli in seri disagi per sopravvivere. Inoltre sono sposato e padre di un figlio di tenere età. Da tutti i miei errori così come ammessi in vari procedimenti ho capito che la cosa più giusta e il rispetto delle leggi e la correttezza della vita sociale e lavorativa. In questo procedimento Loreto Alfonso mi ha rivolto delle accuse, non posso escludere che sia responsabile visto che il Loreto si lasciava accompagnare ovunque andava e quindi abbia potuto coinvolgermi anche in questo. Voglio precisare per amore della verita e per rispetto della giustizia che mio fratello Ridosso Andrea e totalmente estraneo sia alle vicende da me condotte che nei contesti malavitosi. Il mio rapporto con mio fratello era basato solo da consigli di fratello maggiore e mai lo coinvolto nei miei affari illeciti. Esimio giudice dott.ssa Emiliana Ascoli vorrei chiedere scusa e perdono alla sua collega dott.ssa Zambrano che in riferimento alla sentenza del 3 maggio non ho avuto il coraggio di ammettere le mie responsabilita dove in realtà ero colpevole, non voglio offendere la sua intelligenza ma ho avuto un momento di disagio dovuta alla mia timidezza e vergogna di cio che avevo fatto. Chiedo scusa alla dott.ssa Zambrano che sicuramente e giudice di grande cultura, esperienza ed intelligenza. Rinnovo le mie scuse e perdono alla giustizia e alle persone che ho danneggiato e mi rimetto alla sua clemenza”. Una lettera di ammissione di colpe non di pentimento fa sapere il Ridosso. Di sicuro una dissociazione per quello che è stato il suo rapporto con Alfonso Loreto
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