La lettera di Giuseppe, dipendente di Salerno Pulita: «Non siamo gli unici colpevoli Basta continuare ad attaccarci» - Le Cronache
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La lettera di Giuseppe, dipendente di Salerno Pulita: «Non siamo gli unici colpevoli Basta continuare ad attaccarci»

La lettera di Giuseppe, dipendente di Salerno Pulita: «Non siamo gli unici colpevoli Basta continuare ad attaccarci»

di Erika Noschese

«In queste condizioni di incompetenza e cattiva gestione hanno voluto trovare un caprio espiatorio: l’operatore ecologico». Inizia così la lunga lettera di Giuseppe, operatore ecologico in servizio presso Salerno Pulita. Tra un mea culpa ed un’accusa ai vertici della societ Giuseppe tenta di spiegare cosa è accaduto fino ad ora, con una città al centro delle polemiche, a causa del degrado in cui versa. E fino ad oggi in molti hanno puntato il dito contro gli operatori ecologici, tra cui il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca che non ha di certo speso parole di elogio verso i dipendenti della società che gestisce lo spazzamento e la raccolta differenziata in città. Una lettera, quella scritta da Giuseppe, rivolta soprattutto ai cittadini affinché possano realmente comprendere le varie responsabilità senza puntare il dito, a tutti i costi, contro gli operatori ecologici, vittime di un sistema che sembra, inevitabilmente, colpire la parte più debole, i lavoratori per l’appunto. «Il mio cuore è colmo di tristezza perché io, figlio di questa terra, mi sento incapace di rendermi accettato dalle mie sorelle e dai miei fratelli. So bene di essere fortunato ad avere avuto la possibilità di poter lavorare nella mia Città ma sono rammaricato di non essere all’altezza di questo compito, che tra l’altro in sé porta due valori fondamentali: quello sociale, in quanto contribuisce all’ordine e al decoro di Salerno e quello culturale, perché attore partecipante ed arbitro della giusta attitudine alla civiltà dei propri conterranei», scrive ancora Giuseppe che lancia non poche accuse ai vertici della società. Accuse dure che, se confermate, dimostrerebbero davvero lo stato di disagio in cui sono costretti a lavorare i dipendenti: «E sì, sono dispiaciuto: non lo sono stato quando mi si è detto di essere drogato; non lo sono stato quando mi si è detto di essere criminale (posto che in ambedue i casi c’è sempre la possibilità del riscatto); non lo sono stato quando mi hanno definito raccomandato (sapevo bene che il mio unico errore e di aver inviato un curriculum o di essere stato membro di una cooperativa sociale). E parimenti mi sono sentito benedetto quando il destino è stato magnanimo con me, tanto da essere detestato, per aver avuto l’occasione di poter lavorare in un’azienda di rifiuti. Ebbene sì! Sono un operatore ecologico, non un nemico di Salerno». Giuseppe, nella sua lunga lettera, si assume le responsabilità dei suoi errori, ammettendo di essersi fatto trasportare dalla negligenza «e di aver trascurato il mio giusto e doveroso apporto che sono in grado di dare a questo settore, nevralgico nel futuro di Salerno». Un percorso di decadimento iniziato qualche anno fa e che ha coinvolto non solo i dipendenti ma anche i responsabili della società. E alla base di questo cambiamento, tutt’altro che positivo, secondo Giuseppe, ci sarebbe anche il «cambio di rotta che ha interessato l’azienda, con la successione di nuove figure con il compito di organizzare le maestranze e con il mancato ampliamento di altre figure del genere in altri settori». Ed è proprio in questo particolare momento storico che per i dipendenti viene a mancare «quel supporto necessario per non perdere di vista il giusto indirizzo. Allora, abbiamo lavorato, sì, ma mal seguiti, quasi incentivati a lasciar perdere da parte di chi ci doveva invogliare ad essere vigili, attenti e scrupolosi. Questa scarsa attenzione ha portato anche voi cittadini a non rispettare più le regole, e ad esigere comunque un servizio continuo, soprattutto di rimozione dell’indifferenziato, facendo sì che si abbassasse notevolmente la soglia della raccolta differenziata e, in generale, il livello di pulizia della nostra amata città». Da qui poi le accuse ai capisquadra e ai dirigenti responsabili, a detta dell’operatore ecologico, di aver voluto individuare a tutti i costi «un unico capro espiatorio da sacrificare sull’altare dalla vergogna: l’operaio». E sono proprio i dipendenti a sentirsi vittima di un comportamento scorretto da parte degli stessi cittadini salernitani: «ce ne accorgiamo tutti i giorni quando, all’improvviso, un’auto accelera in prossimità dei nostri mezzi a lavoro che hanno nel raggio di azione uomini e donne che sono intendi a fare il proprio lavoro, sfiorando a velocità sostenuta l’operaio dove si dovrebbe procedere a passo d’uomo; i clacson pressanti quando, per forza di cosa, dobbiamo impegnare per alcuni minuti la carreggiata per svolgere con solerzia il nostro lavoro, in ogni paese civile si attende con rigoroso rispetto il termine di queste opera zioni di servizio pubblico». Il dipendente punta infine l’attenzione sui disagi che sono stati creati in questi giorni, a causa delle proteste «a noi tutti e soprattutto ai commercianti: non ci date la caccia, ma qualcuno si chieda chi e come sta portando una società allo sfascio utilizzando le strade sporche della città per portare avanti un braccio di ferro con la presidenza».