La lettera di di Anna Fiore: Le barbarie del Comune - Le Cronache
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La lettera di di Anna Fiore: Le barbarie del Comune

La lettera di di Anna Fiore: Le barbarie del Comune

di Anna Fiore Da oggi lunedì 13 giugno non lavorerò più al Comune di Salerno. Dopo più di 15 anni, la mia esperienza a Palazzo di Città si chiude. Il Consiglio di Stato ha confermato l’erronea procedura concorsuale messa in atto dal Comune nel 2008 e dichiarato annullabile l’assunzione a tempo indeterminato di 9 professionisti, tra i quali ci sono anche io. Chi mi conosce sa che ho cominciato a bazzicare nelle redazioni giornalistiche ancora liceale, che mi sono iscritta all’Ordine dei Giornalisti a soli 21 anni, che ho lavorato di giorno (radio, tv, carta stampata, uffici stampa) e studiato la notte. Sono stata tra le prime laureate italiane in Scienze della Comunicazione e quando mi fu proposto di far parte dell’Ufficio Stampa di Vincenzo De Luca toccai il cielo con le dita. E ricominciai a studiare per dare il meglio di me al mio Comune e alla mia Città. Erano gli anni dei primi siti web, quelli amatoriali, gli anni in cui facevano ingresso nella Pubblica Amministrazione le prime caselle di posta elettronica che in pochi sapevano usare. Mi vanto di essere stata tra le prime giornaliste ad aver descritto la mia città su Internet, per un pubblico globale! Il sito web ufficiale del Comune di Salerno, che io ho pubblicato 15 anni fa, è ancora on line. All’epoca in pochi comprendevano il valore di queste iniziative. Poi però sono arrivati i premi nazionali: bei momenti! Ho frequentato tanti corsi di aggiornamento, sempre a mie spese e utilizzando giorni di ferie. Chi mi conosce sa che non ho mai approfittato della mia posizione di Staff Sindaco. Mai! Dopo quasi 10 anni di lavoro su convenzione, nel 2008, si profilò l’ipotesi del concorso per la stabilizzazione dei “precari” nella pubblica amministrazione. Non mi sono mai sentita tale e nessuno di noi lo era: eravamo una dozzina di professionisti e alcuni, infatti, rinunciarono perché con le convenzioni si guadagna di più, non hai vincoli di orario e sei libero di fare anche altre attività. Ma io sono un’idealista e ho sempre considerato il mio lavoro il più bello di tutti, perché era per la mia Città! E dissi di si… Presentai domanda per partecipare al concorso. La accettarono. Confermarono i miei requisiti. Mi ammisero al concorso. Lo superai. Mi attribuirono anche un buon voto. E il 30 dicembre 2008 firmai il mio contratto a tempo indeterminato con il Comune di Salerno. Dopo più di 4 anni, venerdì 15 febbraio 2013 (certe date restano impresse!), un messo comunale mi notificò la sospensione degli atti del concorso: dal lunedì successivo non avrei più lavorato al Comune. Ero incinta: ebbi un distacco di placenta! Ho saputo tardi che tra le indagini della Corte dei Conti al Comune di Salerno ce ne era una anche sul nostro concorso. E l’ho saputo solo quando la Corte dei Conti è intervenuta, violentemente, bloccando i beni di assessori e dirigenti del Comune coinvolti. Dal punto di vista emotivo, comprendo anche la reazione istintiva di sospendere tutti gli atti “incriminati”. Non la comprendo dal punto di vista razionale, non la comprendo dal punto di vista politico di una Giunta di Sinistra. Avremmo dovuto fermarci, sederci tutti attorno allo stesso tavolo – dipendenti, assessori, dirigenti – e trovare insieme una soluzione, come è accaduto altrove in situazioni simili. E invece la strategia del Comune di Salerno è stata la più semplice: disfarsi dei 9 lavoratori! Il TAR, a cui abbiamo fatto ricorso, ci ha subito rimessi in servizio con una sentenza che invece legittimava pienamente le nostre assunzioni. Pensavamo che la storia finisse là. Invece il Comune ha fatto ricorso in Consiglio di Stato (contro se stesso e i propri atti!), chiedendo addirittura l’urgenza nella fissazione dell’udienza. E il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso. Il tutto nel totale silenzio di una politica distratta da altro: i nostri assessori (ormai molti ex) si sono ricordati della questione solo quando la Corte dei Conti li ha condannati a pagare. Ma scusate la banalità della domanda: ma se il Comune non prova minimamente a difendere i propri atti, se viceversa li annulla immediatamente e si dichiara colpevole perché la Corte dei Conti avrebbe dovuto assolvere i responsabili? E perché il Consiglio di Stato avrebbe dovuto contraddire il Comune che dichiarava di aver posto in essere 9 assunzioni “erroneamente” E’ evidente che con questa strategia abbiamo perso tutti: noi siamo stati licenziati, gli assessori sono stati condannati a pagare e il Comune ha fatto la figura del “Coccodrillo”. Un dettaglio: nell’agosto 2013 non riuscirono a notificarmi l’avvio della procedura di licenziamento perché non ero a casa, ero in ospedale: dovevo partorire! Avevo chiesto di aspettare 10 giorni. Non lo hanno fatto! Anzi, mi è stato spiegato che, con l’annullamento degli atti, io non avrei proprio maturato il diritto alla tutela della maternità. Giustificatela come volete, io l’ho vissuta come una barbarie! Una vicenda inverosimile che alla fine mi porta a porre la più semplice e scontata delle domande: ma chi ve l’ha chiesta questa stabilizzazione? Se queste procedure non si potevano fare, se non le sapevate fare, perché le avete fatte? Quando ho firmato la prima convenzione al Comune di Salerno avevo poco più di 25 anni, oggi ho superato i 40… probabilmente nel frattempo avrei potuto fare altro… Quando questa disavventura è cominciata, il primo a manifestarmi la propria solidarietà è stato Vincenzo Napoli, una persona perbene. Il Consiglio di Stato ha pubblicato l’ultima sentenza nel corso della sua campagna elettorale a Sindaco. Sono certa che Vincenzo Napoli abbia apprezzato il nostro silenzio nell’ultimo mese. Non è stato facile: la rabbia, la delusione, l’amarezza sono sentimenti che difficilmente riesci ad ingoiare. La preoccupazione per le difficoltà oggettive che ciascuno di noi dovrà affrontare è reale e legittima, ma anche noi siamo 9 persone perbene e anche noi abbiamo voluto evitare che questa storia fosse volgarmente strumentalizzata in campagna elettorale e abbiamo continuato a lavorare per la nostra città fino alla fine, nuove elezioni incluse! E pazienza se l’essere perbene non paga e non produce reddito… Noi siamo stati educati così e continueremo ad essere così. Buon lavoro a Voi!!!