La fusion degli Snips - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

La fusion degli Snips

La fusion degli Snips

Stasera il trio di Matteo Mancuso sarà ospite della Sala Pasolini, alle ore 22, protagonisti di un’anteprima regionale, promossa dal Teatro Pubblico Campano

 

Di OLGA CHIEFFI

Sonorità scintillanti alla Sala Pasolini, stasera per un concerto in anteprima regionale, curato da Alfredo Balsamo. I riflettori si accenderanno, alle ore 22, sul trio degli Snips, che rileggerà i classici del jazz-fusion unitamente a composizioni originali ispirate allo stile dei mostri sacri della scena fusion internazionale. Il trio è costituito dalla chitarra di Matteo Mancuso, giovane virtuoso figlio di Vincenzo, storico accompagnatore di Francesco De Gregori, Luca Barbarossa, Domenico Modugno, Renato Zero e altri big, dal basso di Riccardo Oliva e dalla batteria di Salvatore Lima apre le porte a tre giovani talenti del Jazz/fusion. Nonostante la giovane età, vantano collaborazioni con artisti di fama mondiale. Personalità, talento, padronanza, sono le armi vincenti di questo giovane Trio, il cui leader guarda certamente ai chitarristi fanno parte dello Shred movement , quali Paul Gilbert ed Eddie Van Halen. Eddie Van Halen è stato al linguaggio rock più moderno, mentre Eric Johnson è stato il suo guitar hero per molto tempo, anche se non rientra nell’ambiente shred. L’interesse verso la fusion nasce in Mancuso quando ha cominciato ad ascoltare la musica di artisti come i Weather Report, Chick Corea Elektric Band e i Tribal Tech. Negli ultimi tempi il suo interesse si è spostato verso il jazz, in cui ama trovare elementi in comune tra il jazz tradizionale e la fusion più moderna, cercando spesso di utilizzare un linguaggio che non sia riconducibile ad un preciso periodo storico. Tra i chitarristi che lo hanno influenzato di più nel panorama fusion sono sicuramente Scott Henderson ed Allan Holdsworth, mentre tra i capiscuola Django Reinhardt, Wes Montgomery e George Benson. Re dell’ arpeggio, sulle tracce del padre Vincenzo, Matteo Mancuso fa suo soprattutto il linguaggio sassofonistico, che lo aiutato molto a capire le potenzialità della tecnica, ispirandosi a Coltrane, Cannonball, e anche quelli più moderni come Brecker e Joe Lovano. Grazie alla loro musicalità gioiosa, unita ad un  talento fuori dal comune, sono considerati tra i più formidabili giovani gruppi presenti sulla scena internazionale, con oltre centinaia di migliaia di visualizzazioni su Youtube e su Facebook. Hanno già ricevuto diversi riconoscimenti in Italia e all’estero, tra i quali una borsa di studio assegnata al chitarrista Matteo Mancuso, enfant prodige classe 1996, dal prestigioso Berklee College of Music di Boston. Al momento stanno registrando  un album completo di composizioni originali e arrangiamenti. Stasera non potranno non proporre al pubblico salernitano i loro successi, quali la versione riarrangiata del brano The Chicken di Jaco Pastorius e Penny Arcade degli Uzeb.

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