La droga al porto di Salerno arrivava dal sud America: 18 arresti - Le Cronache
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La droga al porto di Salerno arrivava dal sud America: 18 arresti

La droga al porto di Salerno arrivava dal sud America: 18 arresti

di Pina Ferro

La droga, a quintali, arrivava dal Sudamerica nel porto di Salerno e da lì veniva smistata vers l’Agro nocerino sarnese: 18 persone arrestate, di cui 8 in carcere e 10 ai domiciliari. Sono 13, invece, gli indagati a piede libero. Un traffico internazionale gestito da un’organizzazione criminale articolata con ruoli e mansioni ben precisi. E’ quanto scoperto nel corso di un’indagine condotta dai finanzieri del Comando provinciale di Salerno e coordinata dalla locale Direzione distrettuale antimafia (sostituto procuratore Luigi Cannavale). Su disposizione del giudice per le indagini preliminari Di Filippo in carcere sono finiti Giuseppe Alfano, 30 anni di Scafati, Gabriele Battipaglia 54 anni di Nocera Inferiore; Giovanni Esposito 34enne di Nocera Inferiore, Luigi Federico 31 anni di Scafati; Alfonso Masullo 54 anni di Cava de’ Tirreni, Mario Passamano 48enne di Nocera Inferiore, Andrea Mauro 47enne di Napoli e Raffaele Verdezza 63enne di Boscoreale. Agli arresti domiciliari invece sono finiti Luigi e Raffaele Camorani di Salerno e Pellezzano rispettivamente di 41 e 35 anni. Salvatore Di Gaetani 38 anni originario della provincia di Lecce, Geraldo D’Amore 44 anni di Cava de’ Tirreni, Ciro Di Napoli, 81enne alias ‘o presidente residente a Napoli, quindi Biagio Rilievo 35enne di Napoli, Francesco Salvi 59 anni di Torre Annunziata ma domiciliato a Somma Lombarda, Salvatore Somma, 56 anni di Angri e il 37enne Giuseppe Crispo di Cava de’ Tirreni. Sul registro degli indagati Henao Arbelaez residente a Napoli, detto Maria, Abemassad Asl domiciliato a Bari, Arecki Boluanchche (Francia), Riccardo Castaldo di San Paolo Belsito, Cosimo De Brizzi di Cava de’ Tirreni, Pietro Di Giacomo di Salerno, Giovanni Esposito di Nocera Inferiore, Mario Iovene alias Zatterone 56 anni di Torre Annunziata, Carmine Fiorillo 48 anni di Castellammare di Stabia, Massimo Leone residente a Saronno, Gerardo Migliaro di San Marzano sul Sarno, Antonio Ruffo di Napoli, Herrera Ruiz colombiano residente a Siviglia in Spagna e Gaetano Suarato 55enne di Castellammare di Stabia. Promotori dello spaccio internazionale Mario Iovene, Francesco Maresca (ricercato all’estero), Andrea Mauro, Alfonso Masullo e Abelae Henao alias Maria. Secondo quanto emerso dalle indagini delle fiamme gialle al vertice dell’organizzazione vi era un capo sudamericano, cognato di Andrea Mauro, che intratteneva rapporti con i fornitori e provvedeva a impartire disposizioni agli affiliati. A lui era affidata la gestione operativa attraverso il raccordo dei vari faccendieri dediti alla ricerca di contatti all’interno del porto di Salerno o comunque in grado di pianificare le modalità per consentire l’uscita della droga dagli spazi doganali. Durante la indagini è stato accertato che l’associazione si è occupata del recupero e l’importazione di droga in diverse occasioni. In particolare, la gang si è occupate del recupero di un carico di 32 chilogrammi di cocaina, nascosti all’interno di un container frigo proveniente dalla Colombia e destinato al porto di Vado Ligure (Savona). A causa di disguidi organizzativi, il container con la droga era stato reimbarcato verso un’altra destinazione. Era stato anche messo in piedi un tentativo di importazione di 1,5 chili di cocaina dal Sud America da recuperare sul territorio spagnolo. Il trasportatore individuato per il viaggio Madrid – Salerno aveva disatteso l’accordo raggiunto con il gruppo criminale il giorno precedente alla partenza. .

Il carico diventava passaggio di proprietà e impalcatura

Il linguaggio criptato era solito tra i componenti del gruppo che si fregiava di molti lavoratori all’interno del Porto per gli affari illeciti. E’ Esposito che parla a Crispo prima di un carico imminente di droga: “Peppi tutto a posto.. “ tutto a posto? . Crispo: “è buona la macchina? … il motore sta’ bene, tutta a posto? … Esposito: si … si … tutto a posto! … Crispo: ma l’ha visto Antonio? il compagno nostro! …” Esposito replica: “eh è venuto ed ha detto ok ”. Crispo: “ci ha parlato diciamo, quindi dobbiamo fare solo il passaggio di proprietà“, lo scambio soldi droga. Esposito è un po’ nervoso. “E’ solo per il passaggio, va buono? … Crispo lo tranqullizza: “va buono, quello quanti cavalli è? 34 cavalli?” Esposito: “di questo qua ti devo dire io la verità, non ne abbiamo parlato”. In un’altra occasione la droga diventava impalcatura. Emerge da una conversazione tra l’acquirente De Gaetani, proveniente dalla Puglia e Battipaglia. “Vedi che io vengo domani, ad ora di pranzo fatti trovare e fai trovare l’impalcatura già montata”. La cocaina veniva venduta 35mila euro al chilo. Lo dice Esposito in un’altra conversazione intercettata e riferita all’acquirente De Gaetani. “Ma quando mai… A quel prezzo non si guadagna nulla”, dice Crispo che bacchetta i soci. “Questo viene da dove viene e noi facciamo il coso per senza niente?”. Poi c’era il gruppo di Castellammare che si rendeva disponibile all’operazione, offrendosi di dare vitto ed alloggio anche all’emissario proveniente dalla Colombia a conoscenza dell’allocazione della sostanza; come emerge da una conversazione tra Mauro ed un suo conoscente.

 

Quintali di cocaina dal Sudamerica ma non sempre i carichi andavano a buon fine. I militari delle fiamme gialle intercettano alcuni del gruppo e scoprono una trattativa non andata a buon fine. Era il 2018. Si era divulgata la notizia che un container era stato reimbarcato. Immediatamente Herrera Ruiz riparte per Barcellona: “Mo’ mo’ se ne è andato -dice Masullo- il container se lo hanno chiamato … se ne è andato … è quello è stato tanto tempo … è stato 8 giorni vuoto là … ed ora se lo sono chiamati. Però non è stata colpa mia, perché Raffaele (Verdezza) non mi ho portato i soldi primo che io mi impegnavo … Quindicimila euro, mi diceva oggi e domani, oggi e domani e alla fine il container lo hanno caricato. Mo non so nemmeno cosa devo dire a questo Herrera”. Poi tra i colombiani Pacho ed Herrera e Mauro, Verdezza, Battipaglia, Esposito ed i cugini Camorani interveniva un accordo per importare 32 kg di cocaina in Italia. Ma pure in questo caso non si fa a buon fine. Masullo viene accusato da altri del gruppo di non essere riuscito a fare la sua parte. Battipaglia ed Esposito, quindi, cominciano a cercare nuovi contatti all’interno del porto per “sostituire” in eventuali successive operazioni proprio Masullo. Mauro, Esposito, Battipaglia e Verdezza, si muovono per cercare nuovi appoggi all’interno dello scalo marittimo, per poter fare nuovi accordi con i Colombiani: Mauro prima di accettare e concludere I’accordo con i parenti colombiani vuole assicurarsi che possa avvenire I’uscita del container dal porto. Nell’inverno del 2018, dicembre, veniva registrato in una intercettazione ambientale un incontro presso I’abitazione di Mauro, cui partecipava anche D’Amore presentato come “l’uomo nuovo del porto”. Nella conversazione si faceva riferimento alle operazioni fallite e quelle andate in porto. Mauro dunque evidenzia a D’Amore che ha la necessità imminente di pianificare un’importazione pari a ventuno chilogrammi di cocaina. In tale contesto, i fornitori sudamericani hanno manifestato la possibilità di inviare tre container presso io scalo marittimo salernitano occultando il narcotico nell’alloggiamento della ventola del container frigo all’interno del quale possono essere occultati al massimo sette chili per un totale complessivo di ventuno chili. Ancora una volta il discorso ricade sulla figura di Masullo, il quale, a causa dei mancati recuperi, è stato redarguito anche da alcuni accoliti di Secondigliano tra i quali emerge la figura Antonio Ruffo, soggetto in stretto contatto proprio con Mauro. Poi proprio Ruffo organizza come fare per prendere la droga dai container e trasportarla fuori dal porto di Salerno tra le perplessità di D’Amore.