La difesa dei 7 arrestati: «Non sono mostri» - Le Cronache
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La difesa dei 7 arrestati: «Non sono mostri»

La difesa dei 7 arrestati: «Non sono mostri»

NOCERA INFERIORE. “Non sono mostri”. E’ questo il leit motiv delle difese dei sette dipendenti di “Villa dei Fiori” arrestati nei giorni scorsi per violenze psichiche e fisiche sui pazienti che trasportavano dalle loro abitazioni alla casa di cura. Ieri mattina il 38enne autista Raffaele Stanzione, detto “Lello”, di Roccapiemonte; il 31enne accompagnatore Vincenzo Pagano, suo compaesano; il 57enne autista Salvatore Pepe, di Nocera Inferiore; la 32enne accompagnatrice Gerardina Donatelli, sua concittadina; il 31enne autista Gaetano Polichetti, di Roccapiemonte; il 50enne collega Alfonso Ferrara, di Pagani; infine il 32enne Giancarlo Galotto, accompagnatore di Roccapiemonte sono stati sottoposti ad interrogatorio di garanzia dal gip Giovanna Pacifico, che ne aveva ordinato la custodia cautelare ai domiciliari. I sette hanno respinto le accuse mosse e, soltanto qualcuno, di aver semmai rimproverato soltanto i pazienti intemperanti che, durante il viaggio, davano fastidio ad altri utenti. Tutti quanti hanno più volte sottolineato di non aver mai usato violenza sia in forma psicologica, sia in quella fisica, nei confronti delle persone a loro affidate.
La maggior parte degli autisti, in particolare, ha detto di essere concentrati alla guida e, quindi, di non aver avuto percezione di eventuali comportamenti illeciti posti in essere dagli accompagnatori, né, qualora fossero accaduti, avrebbero potuto far nulla in quel determinato istante.
Nelle prossime ore alcune delle misure cautelari potrebbero essere affievolite con provvedimenti di liberazione dai domiciliari.
A questo punto è abbastanza chiaro che gli elementi dell’indagine e poi di un eventuale futuro processo si giocano sull’utilizzabilità delle intercettazioni ambientali nelle quali viene fissati i rumori del tutto simili a quelli degli schiaffi e si odono abbastanza chiaramente il proferire di frasi ingiuriose quanto non di istigazione a delinquere, come nel caso dell’autista che suggerisce all’accompagnatore di malmenare sulla nuca un disabile per non lasciare tracce. Secondo elemento centrale dell’inchiesta è la figura giuridica che assumono sia gli autisti che gli operatori. C’è chi, da un lato, potrebbe considerare quali incaricati di pubblico servizio entrambi o solo l’operatore che costituiva l’equipaggio del pulmino di “Villa dei Fiori”. C’è chi considera non solo l’accompagnatore, ma anche l’autista, quale affidatario del disabile e, quindi, responsabile anche per la semplice condotta omissiva, ossia non cerco di impedire che la condotta illecita venga posta in essere. Le indagini del pm Giuseppe Cacciapuoti continuano non solo per chiarire l’esatta qualifica giuridica degli undici indagati nella vicenda e quella professionale, ma anche sul sistema di assunzione e formazione del personale addetto a questo delicato servizio.
Massimo Salvo