La chiamata alle Arti del Convitto Nazionale di Salerno - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

La chiamata alle Arti del Convitto Nazionale di Salerno

La chiamata alle Arti del Convitto Nazionale di Salerno

 

La storica scuola cittadina apre stamane dalle 8,30 alle 16,30 al pubblico i suoi ambienti forte di una antica tradizione che guarda al futuro

 

Di OLGA CHIEFFI

 

Sembrerà chiamare il grande portone del Convitto Nazionale di Salerno, oggi i genitori per l’intera giornata, per convincerli della propria offerta formativa. Cambiano i tempi ed è necessario rivelare la storia di una scuola che da due secoli è punto di riferimento in città. Teatro, scuola di danza, affidata alla NewSpace of Dance di Francesco Boccia, musica, Trinity, corso di lingua spagnola, nuove tecnologie applicate alla didattica, laboratori creativi, con l’Accademia per l’Arte “SS. Luca e Beato Angelico” di Bellizzi, flauto e canto d’insieme senza dimenticare la palestra coperta il campo sportivo e la scuola calcio e basket, il tempo scuola prolungato, dalle 8,30 alle 16,30, dal lunedì al venerdì, compreso di servizio mensa con cibi preparati in sede, e studio assistito per gli alunni in orario pomeridiano, il Convitto nazionale apre al futuro attraverso una storia, a cominciare dal suo edificio, che occupa l’area su cui sorgeva il Monastero femminile di Santa Maria Maddalena, di cui se ne ignora con precisione l’anno di fondazione ma la denominazione “S. Maria de Domino Sicone” che compare minutata al margine della bolla di Nicolà V nel 1453 ne ha fatto ipotizzare la fondazione da parte di questo Principe che resse Salerno dall’817 all’832. La storia della scuola è nota con la sua istituzione decretata quel 7 novembre 1811 dal Re delle Due Sicilie Gioacchino Murat, sintesi dell’aspetto comunitario e di quello più propriamente didattico, secondo il modello dei Licei-Convitti francesi, conservando tale caratteristica indipendentemente dai diversi regimi politici succedutisi nel corso degli anni. Il Collegio assurse poi a Real Liceo grazie all’interessamento del salernitano Matteo Galdi, a quel tempo Direttore Generale della Pubblica Istruzione, e il 1 febbraio 1813, con un terzo decreto, gli fu associato un educatorio. Fino al 1860 il Convitto fu retto dai Padri Gesuiti ed in esso vennero attivate le cattedre universitarie di medicina, chimica e farmacia, ostetricia e materie giuridiche che furono abolite nel 1861. Da questa scuola, guidata dalla dirigente Virginia Loddo, che attraverso una formazione ancorata alla tradizione ma protesa al futuro, aperta a tutte le innovazioni didattico – metodologiche e sensibile ai cambiamenti della società contemporanea, capace di ospitare ed educare studenti italiani e stranieri in qualità di convittori e semiconvittori, in un contesto scolastico statale, unico nel suo genere, caratterizzato da un continuum formativo integrato, dalla scuola dell’infanzia ai licei, sono usciti attraverso studi rigorosi, diverse generazioni di insigni politici, patrioti, letterati e scienziati, basta scorrere i registri dell’associazione degli ex allievi, una memoria che crediamo debba essere rinnovata nei nuovi iscritti per dar loro la carica a far bene, facendo rivivere al Convitto di oggi i fasti del suo glorioso passato.

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