La Campania prima per obesità infantile - Le Cronache
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La Campania prima per obesità infantile

La Campania prima per obesità infantile

di Rosaria Coppola

I pediatri preoccupati per l’aumento dell’obesità infantile che, nel mondo intero, negli ultimi 20 anni è in continua crescita. L’Italia è in linea con questa tendenza, registrando negli ultimi due anni il 20% in sovrappeso ed il 10% di obesità nella fascia pediatrica, con differenza da regione a regione, con le aree meridionali con valori più elevati di eccesso ponderale A fotografare la situazione è il dottor Domenico Viggiano, pediatra della FIMP, che illustra la situazione della Campania che è al 1 posto in Italia con un 25% di bambini in sovrappeso ed un 19% di obesi. “Il lockdown ha influenzato in modo negativo, causando un aumento in generale di sovrappeso ed obesità. Le cause sono evidenti: la chiusura delle scuole, la minore occasione di socializzare, lo scarso utilizzo delle mense scolastiche “controllate”, l’impossibilità di uscire di casa con la conseguente riduzione dell’attività fisica.”- esordisce il dottor Viggiano Il Ministero della Salute definisce obeso un bambino il cui peso supera del 20% quello ideale, e in sovrappeso se lo supera del 10-20% e l’obesità infantile, in particolare, è una delle più importanti sfide per le conseguenze che potrebbe comportare: Insulinoresistenza e diabete, Ipercolesterolemia, Ipertrigliceridemia, Ipertensione arteriosa, Steatosi epatica, Sindrome metabolica ed anche problemi psicologici e sociali. “Per questo è fondamentale prestare particolare attenzione ad alcuni segnali che possono essere d’aiuto nell’individuare questa problematica: il più importante è la richiesta di cibo, non tanto durante i tre pasti principali, ma in tutto l’arco della giornata: un’abitudine che tende a strutturarsi nel tempo e che può essere già verso i 6-7 anni causa di sovrappeso. Il rischio di trascurare il fenomeno del sovrappeso è forte: infatti generalmente nel mio studio i genitori portano i bambini che non mangiano, non quelli che mangiano frequentemente o troppo. Dalla mia esperienza – aggiunge il pediatra della FIMP- posso affermare che “l’anello debole “ è rappresentato dai nonni che non riescono a dire di no alle richieste dei nipotini. Le cattive abitudini di non consumare quotidianamente frutta e verdura preferendo snack e merendine dolci o salate, di praticare poca attività fisica, restando ore seduti davanti a Tv e pc, sono fattori fortemente scatenanti soprattutto nell’età critica per lo sviluppo dell’obesità che è quella del passaggio dalla scuola materna alle elementari. L’obesità infantile è un fenomeno non solo dilagante ma anche persistente: circa il 50% degli adolescenti obesi rischia di esserlo anche da adulto, comportando problemi di salute immediati e futuri. Ripeto spesso “ Più tempo sei obeso e più alto è il rischio di sviluppare complicanze, come il diabete di tipo 1 , ipertensione, problematiche cardiache, ma anche respiratorie ed ortopediche. Già in età pediatrica, nel bambino obeso aumenta il rischio di anticipare, per un eccessivo abuso di carboidrati, il diabete di tipo 2, che generalmente si sviluppa negli anziani; si possono registrare alterazioni dei lipidi con conseguente aumento dei livelli di colesterolo e trigliceridi, e sofferenza del fegato con aumento delle transaminasi ed in generale tutti i fattori di rischio cardiovascolare. Alle mamme ed ai papà chiedo sempre di porre attenzione nel fare la spesa, evitando di comprare merendine e sfizi vari, proponendo invece ai bambini una buona e varia alimentazione, spuntini a base di frutta, e non far mangiare nulla fuori pasto. “