La “mezzaluna di Ciacione” che stregò Salerno - Le Cronache
Sport

La “mezzaluna di Ciacione” che stregò Salerno

E’ uno dei personaggi storici del calcio dilettantistico salernitano. Sabato Di Domenico, in arte “Mister Ciacione”.  
Mister, innanzitutto perché la chiamano “Ciacione”?
Il mio vero nome è un po’ lungo, Commendator Di Domenico, Cavalier Sabato, “Mister Ciacione”. Dal  giorno in cui sono nato avevo i riccioli d’oro e mi diedero appunto il soprannome di “Ciacione”. Tutte le  squadre da Palma Campania a Sapri mi conoscono come Mister Ciacione…  
Quando ha iniziato ad appassionarsi al calcio?
Ho iniziato a 14 anni e ricordo benissimo quando la Salernitana nel dopoguerra fu promossa in Serie A…
Quale partita ricorda in quella stagione?
 Mi ricordo quella col Torino, finì 4-1 per loro. Ricordo che vincevamo 1-0 e noi pensavamo che il Torino fosse ben poca cosa. Quando però iniziò il secondo tempo ricordo la buonanima di Valentino Mazzola che  fece un cenno con le mani ai compagni e ci diedero 4 gol in appena 12/13 minuti…
In che settore era allo Stadio Vestuti?
Io ero là e ricordo che raccoglievo qualche pallone che andava fuori, allora c’era solo la tribuna. Mi  ricordo anche la formazione…
 Qual è la sua squadra del cuore oggi?
 Io sono interista, però il mio cuore è salernitano e amo la Salernitana.
Secondo lei chi è stato il miglior giocatore che ha avuto la Salernitana?
Un nome sicuramente indimenticabile per la piazza granata è stato Margiotta, era poco più alto di me
intorno ad 1 metro e 80, ma era un fenomeno soprattutto nel girarsi in area di rigore. Portò la  Salernitana in Serie A e rimase con noi ancora qualche anno in serie B una volta retrocessi…
Come allenatore invece  chi ha saputo trasmettere la giusta grinta alla squadra?  
Sicuramente Delio Rossi, ci ha portato prima in B poi in A, sapeva mantenere lo spogliatoio unito e
trasmettere la giusta grinta alla squadra.  
Tra Zeman e Delio Rossi quindi meglio Rossi?
Zeman parlava poco, ma fu sfortunato soprattutto nel secondo anno, non aveva purtroppo gli uomini  giusti.
In che ruolo giocava lei quando era giovane che categoria?
Io ero ala destra e giocavo in Prima Divisione, all’epoca si girava per tutta l’Italia…
Da allenatore con che modulo ha iniziato ?
Col primo modulo ho stupito Salerno per 2/3 anni, la “Mezzaluna”. Era una tattica in cui nessuno  sapeva il ruolo in cui giocava e le squadre avversarie andavano nel panico perché non sapevano chi marcare. La famosa “Mezzaluna di Ciacione”, ne ha parlato anche Landolfi nel suo libro…
Non faceva marcare i suoi giocatori “a uomo ?
Sì, in pratica allora il terzino marcava la mezz’ala, il mediano marcava l’ala e così via…Quando facevo  qualche cenno facevo indietreggiare gli attaccanti e facevo scendere i difensori. I terzini avversari  abboccavano scendendo sulle fasce e noi li colpivamo in contropiede con questi ultimi…Ho vinto diversi campionati giocando così…
 Che campionati ha vinto?  
Ho vinto tre campionati a Coperchia, tre con la Lampara, tre a Siano. Prendevo queste squadre in Terza  categoria e le portavo in Promozione.
Adesso cosa fa?
Alleno in una Scuola Calcio, la Polisportiva Locubia a Sant’Eustachio. Anche gli allenatori e i dirigenti  lavorano con me sacrificandosi quotidianamente, pensi che molti ragazzi che alleniamo non pagano nemmeno, ma lo facciamo con piacere, l’importante è tenerli lontano dalla strada. Vede, noi impartiamo  civiltà, benessere ed amore, valori importanti per tutti i ragazzi che iniziano a giocare a calcio qui da noi.
Il campo in cui allena i suoi ragazzi si chiama “24 Maggio 1999”, lei ricorda quel gior  no tragico per la nostra città?
Purtroppo sì, fu il giorno in cui 4 ragazzi di Salerno persero la vita nel treno di ritorno dalla trasferta di Piacenza. Ogni anno li ricordiamo con una celebrazione.
Che cosa si può fare per evitare tragedie come quelle?  
Per prima cosa occorre impartire sin da subito la disciplina e i valori ai ragazzi. Il vero tifoso deve accettare anche le sconfitte della sua squadra imparando a soffrire in silenzio. La violenza va sempre  condannata, bisogna essere avversari solo per quei 90 minuti di durata della partita e rispettarsi fuori  dal campo appena dopo il triplice fischio dell’arbitro.
A proposito di fair play cosa pensa del doping e degli scandali legati alle scommesse?
Soprattutto questi scandali recenti credo che sia quanto di più vergognoso possa esistere nel calcio. Il  calcio è uno sport amato da tutti, dai piccoli e dai grandi. Per me anche chi ha collaborato e collabora nel  far luce sulle inchieste dovrebbe essere radiato a vita e non giocare più a livello professionistico. Il calcio  deve essere una festa a prescindere dalla vittoria o dalla sconfitta di una squadra o dell’altra.
Riguardo alle strutture a  vostra disposizione, vorrebbe un maggior impegno da parte disposizione, vorrebbe un maggior impegno da parte dell’amministrazione comunale  oppure è soddisfatto?
L’amministrazione comunale ci ha trascurati un po’ in passato, adesso sembra che ci sia un’inversione di tendenza. Purtroppo abbiamo il campo principale senza elettricità, non so da chi dipenda questo. Un  campo che resta isolato e di sera sembra un cimitero. Chiedo quindi al Comune e al Sindaco De Luca di ottemperare a queste richieste e di impegnarsi a fondo per risolvere questo problema.
 Ha degli auguri  per i nostri lettori   e per i tifosi granata per il 2013?
Il mio augurio va a tutti i cittadini salernitani, dal primo all’ultimo. Mi auguro che la Salernitana  conduca in maniera esemplare questo campionato ed arrivi in Prima Divisione. Ma che sia solo l’inizio di un cammino, in quanto sogno di rivedere la Salernitana almeno in B.Auguri anche a tutti i giornalisti e al direttore D’Angelo che mi premiò una  volta al Quartiere De Gasperi. Viva Salerno e viva la Salernitana!