Koinè, la verità della cooperativa - Le Cronache
Primo piano

Koinè, la verità della cooperativa

Koinè, la verità della cooperativa

di Brigida Vicinanza

“Il Comune ha sempre giocato male sulla questione, non essendo chiaro e lasciando che le cose trascorressero con tacito assenso”. Ieri mattina la presidente della cooperativa Livingstone che si occupava dell’ostello Koinè di via Luigi Guercio, ha consegnato ufficialmente le chiavi, firmando il verbale. Quella di lunedì mattina infatti è stata una visita, per capire dove poter “sistemare” i senza fissa dimora che nell’albergo popolare avevano trovato una comunità pronti ad accoglierli. Insomma, il messaggio potrebbe essere chiaro, il Comune di Salerno ha usufruito del servizio fino a quando è stato comodo. “Il rinnovo della convenzione si può dire che sulla carta non è mai avvenuto – ha commentato Antonella Pagnotta – dal 2008 le mie richieste sono state molteplici. Ho chiesto svariati incontri, in cui a partecipare fossimo noi della cooperativa, il Comune e i proprietari dell’immobile, in quanto il Comune di Salerno voleva intestare il contratto di locazione alla cooperativa e il proprietario invece voleva avere la garanzia dell’ente, che la cooperativa non poteva dare”. Insomma l’amministrazione comunale di Salerno, non voleva “responsabilità” ma il servizio di prima accoglienza che offriva il Koinè era davvero ottimo, anche dal punto della sicurezza in quanto anche i rapporti con la Digos erano di piena fiducia, in quanto la cooperativa lavorava nella totale sicurezza e controllava chiunque arrivasse a chiedere dimora. “Fino alla fine ho provato a snocciolare il problema, cercando una soluzione per poter continuare ad offrire il servizio e a mantenere l’albergo popolare in quanto abbiamo sempre lavorato nel sociale. Ovviamente i proprietari dell’immobile avevano bisogno di garanzie che una cooperativa non avrebbe potuto dare mentre un ente come il Comune sì. Un rinnovo di convenzione non c’è mai stato realmente, era semplicemente un tacito assenso. Ci hanno sempre detto di non preoccuparci e intanto abbiamo tenuto in piedi il servizio, senza chiedere mai un euro in quanto della nostra cooperativa fanno parte dei “socio lavoratori” a mutualità prevalente”. Insomma dall’inizio alla fine la Livingstone si è sentita “perseguitata” pur lavorando nella serenità del servizio di prima accoglienza offerto al Comune di Salerno. “Nel momento in cui siamo quasi arrivati ad una conclusione e allo snocciolamento dei problemi, giustamente il proprietario si è tirato indietro in quanto voleva la garanzia dal Comune. Il problema è stato politico e non amministrativo. E anche quando ci furono i primi problemi, dissi che ci saremmo messi da parte per far prendere il posto al Comune per il servizio di prima accoglienza – ha continuato la Pagnotta – ci fu una delibera e una conseguente determina che furono scandalose e furono subito tolte. Doveva essere un accordo a 6 mani, tra noi, i proprietari e il Comune che poi aveva convenzione con la Caritas”. Infine la presidente della cooperativa Livingstone ha sottolineato: “Noi ce ne usciamo a testa alta, il Comune di Salerno esce a pezzi da questa vicenda, in quanto dovrà pagare non solo circa 400mila euro, ma in questo modo ne fa le spese anche la città e i cittadini”.