Jolly Hotel, l'inchiesta Crescent parte da qui - Le Cronache
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Jolly Hotel, l’inchiesta Crescent parte da qui

Jolly Hotel, l’inchiesta Crescent parte da qui

di Andrea Pellegrino

C’è un altro contenzioso riguardo il Crescent e ci sarebbe già una formalizzazione di richiesta del danno. E’ quello che vede coinvolta la Sist, la società di Dattilo che ha acquisito i diritti edificatori dell’ex Jolly Hotel ed il Comune di Salerno. L’udienza si terrà il 17 giugno prossimo ma prima di allora anche l’amministratore delegato della Società Immobiliare Sviluppo Santa Teresa attenderà oggi la decisione (l’eventuale rinvio a giudizio o meno) del Gup sull’inchiesta Crescent in sede penale. Ancora, fino ad allora dovrà accollarsi i costi dell’abbattimento dell’ex albergo di Santa Teresa, dopo un provvedimento emesso la settimana scorsa dal Tribunale di Salerno a favore della ditta battipagliese che aveva provveduto alla demolizione.

Ma la vicenda Sist – Comune è probabilmente quella più complessa. Basti pensare che allo stato, nonostante l’acquisto dei diritti edificatori, la società milanese ancora non ha posto le basi del suo pezzo di Crescent di sua competenza. E c’è più di un perché. Il primo è che la Sist vanterebbe il diritto di prelazione sull’intero comparto Crescent, tant’è che in sede civile ha rivendicato ciò, portando all’attenzione del giudice Carleo una sentenza della Cassazione, respingendo anche la tesi difensiva messa a punto dall’avvocato Edilberto Ricciardi, legale del Comune di Salerno. Accanto alla prelazione, la Sist avrebbe richiesto anche il riconoscimento degli eventuali danni provocati. Anche in questo caso la somma dovrebbe essere abbastanza elevata e si aggiungerebbe all’altra richiesta (questa solo annunciata) della Crescent srl aggiudicataria dei diritti edificatori (dei settori 1-2-3-4-5 dell’opera di Bofill) rivendicati dalla Sist.

Una richiesta che avrebbe preso forza ora più che mai alla luce del fatto che l’investimento della società milanese è lievitato in seguito all’ultima disposizione che l’impegna a saldare i costi dell’abbattimento dell’albergo, un tempo di proprietà di Rocco Chechile.

Ma proprio dall’ex Jolly Hotel partirebbe anche l’inchiesta penale affidata ai pm Valenti ed Alfano. Riguardo alla posizione di Chechile e Dattilo da chiarire l’entità dei diritti edificatori. E non solo. Secondo lo schema, Chechile avrebbe ceduto, a pagamento, i suoli di Santa Teresa ma nel contempo avrebbe acquisito quelli dove attualmente sorge il Grand Hotel Salerno, nato proprio dalle ceneri del suo vecchio albergo di Santa Teresa. Una “partita di giro” che attualmente vede concretamente solo la realizzazione della struttura firmata da Pagliara sul lungomare e nulla, se non le spese affrontate dalla Sist a Santa Teresa.

Sist che il 6 aprile 2011 ha stipulato davanti al notaio Giuseppe Della Monica un contratto con il Comune di Salerno, con il quale viene riconosciuto soggetto attuatore della sub Umi 1 del comparto di Santa Teresa, dal quale scaturirà a sua volta il permesso a costruire datato 5 maggio 2011 firmato dal dirigente Davide Pelosio.

Da allora della società milanese, che gode anche della presenza di importanti partner nel suo assetto societario, neppure l’ombra. Anche nel recente parere emesso dal soprintendente Miccio sull’opera di Bofill del “pezzo” della Sist non c’è traccia. E questo potrebbe riaprire tutta la partita.